Skyline
Titolo originale: Skyline
USA: 2010.
Regia di: Colin Strause, Greg Strause Genere: Fantascienza Durata: 92'
Interpreti: Eric Balfour, Scottie Thompson, Brittany Daniel, David Zayas, Donald Faison, Crystal Reed, Neil Hopkins, J. Paul Boehmer, Tanya Newbould, Pam Levin, Phet Mahathongdy, Tony Black, Aneliese Kelly, Ayesha DeRaville, Peter Ross Stephens
Sito web ufficiale: www.iamrogue.com/skyline
Sito web italiano: www.skylineilfilm.it
Nelle sale dal: 14/01/2011
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Giovanni D'Aquino
L'aggettivo ideale: Rapido
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film
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Mentre la globalizzazione impazza e la recessione incede (e incide) pesantemente sui destini dell'umanità torme assatanate di alieni invadono Los Angeles e compiono sfracelli.
Colonizzano violentemente ogni spazio e essere vivente respirante, rendono impossibile qualsiasi resistenza e dotati di tecnologie sofisticatissime calano un secondo undici settembre sulle vite ordinate e poco imprevedibili sulla moltitudine diffusa.
L'apocalisse di fine millennio si palesa in pochi giorni, attacchi improvvisi e mirati, l'esercito in scacco e un gruppo di amici tenta l'impossibile difesa e la rivolta......
Fantascienza spettacolare, ma con un piede ben saldo nella contemporaneità (instabilità geopolitiche, conflittualità latenti, legittimazioni della violenza) Skyline si destreggia con la miglior fantascienza “noir” degli ultimi anni, dall'umanitario District 9 al crudo Cloverfield non senza aver strizzato l'occhiolino al messaggio escatologico del memorabile Phase IV, ammonimento e terrore dietro l'angolo delle stratificate abitudini quotidiane. Emblema di un auspicato da tempo salto di qualità della sf, troppo spesso impegnata in una folle rincorsa all' happy end, ad uno stantìo stile preconfezionato ad uso e consumo di platee gaudenti, Skyline surroga tematiche d' evasione/impegno e le coopta in uno schema narrativo che “agisce” prima ancora di essere immaginato.
Si entra subito in azione, come nelle situazioni d'emergenza assoluta, dove il tempo per pensare non c'è e ciò che conta è risolvere, superare e superarsi in sforzi indicibili, restando incollati alla propria navicella mentale, garantiti da un terrore che tutto ricopre, immotivato e lugubre. Spianando certezze (e grattacieli), monili di una civiltà avanzatissima, contraddittoriamente decadente e dinamica, dominata da istinto di morte e ego smisurati, gli aliens from outer space demoliscono gli skyline interiori che ognuno porta con sé, nei recessi più inaccessibili dell'anima.
Conferma apocalittica di paure ancestrali, depositate da tempi oscuri nell'immaginario collettivo, lascito dell'eterna lotta dell'uomo per la sopravvivenza.
Il film ci esorta a non dar nulla per scontato, immersi nell'automatismo impersonale di servomeccanismi “societari”ai più oscuri. La forza dirompente della pellicola, che scardina il senso comune e ci immette nel possibile qui ed ora così come Wittgenstein annotava, paradossalmente, che non vi erano prove scientifiche sull'alba e il tramonto e conseguentemente dei movimenti cosmici del sole, è che il futuro potrebbe riservare spiacevoli sorprese, all'insegna del “doman non v' è certezza”.
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Commenti
Per non dire degli attori, parlare di loro sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.
Mi sono veramente sentito preso in giro!!
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