Titolo: Spiders
Titolo originale: Spiders
USA: 2012. Regia di: Tibor Takács Genere: Fantascienza Durata: 89'
Interpreti: Christa Campbell, Patrick Muldoon, William Hope, Shelly Varod, Sydney Sweeney, Jon Mack, Pete Lee-Wilson, Christian Contreras, Sarah Brown, Nikolai Sotirov, Atanas Srebrev
Sito web ufficiale: www.moviescoremedia.com/screamworks/2012/10/16/spiders-3d-joseph-conlan
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 27/02/2014
Voto: 4
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Debacle
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Sarebbe un errore cadere nella trappola dei ragnoni di "Spiders" per accondiscendere ad un pur comprensibile senso di nostalgia per la fantascienza nel cinema di ieri.
Anacronistico e irrisolto "Spiders",del regista canadese Tibor Takacs,è uno sguardo assente allo spettacolo di sei decenni fa,incolore stravaganza copiativa senza ragion d'essere e probabile contenuto.
Un satellite sovietico proveniente dallo spazio si schianta in piena New York,finendo nei tunnel della metropolitana.
La navicella ospita un nido di ragni alterati geneticamente e capaci di secernere una tela dai poteri straordinari,in grado di rivoluzionare i mezzi di difesa e le industrie del Paese.
Jason (Patrick Muldoon),un impiegato addetto alla coordinazione del traffico sotterraneo,(cfr. Denzel Washington in Pelham 123),si trova a dover far fronte ad un grosso problema,quando si accorge che i ragni mutanti,nel frattempo cresciuti a dismisura,minacciano la città. Ma jason scopre anche che il governo sta cercando di insabbiare i fatti e non renderli pubblici,con l'evidente scopo di trarne un bieco profitto per la nazione.
L'obiettivo è rintracciare e distruggere la regina.
Solo la blanda ipotesi di un sentimento di malinconia per un cinema vissuto da bambini può aver indotto Takacs ad unirsi allo sceneggiatore Joseph Farrugia ("Baby Face Nelson") per produrre questo drammatico scacco professionale e autentico lavoro di cinema a perdere.
Chi si ricordasse di "Fase IV distruzione Terra",ottimo film,purtroppo ignorato,di quel geniale grafico che è stato Saul Bass,si ricorda anche la formidabile spinta di energia che il regista ha saputo dare al suo film,pur visitando territori già esplorati e colonizzati oltre misura dalla fantascienza di sempre,instillando un altissimo senso di disagio e inquietudine in un lavoro praticamente privo di effetti speciali e basato solo su regia e dettagli.
"Spiders",vagheggiando l'"Assalto alla Terra" di Gordon Douglas,sciupa cinema e fantascienza in una finzione esausta e abusata dove non solo non appare neanche l'ombra di una novità,ma dove è anche evidente l'inconsistenza di ogni contenuto.
La manualità di Harryhausen è maestra del digitale,così come l'arte sovrintende la tecnologia vuota e questo spiega l'abisso fra "Il mostro dei mari" e il lavoro di Takacs.
Debole e banale sotto ogni aspetto,dalle voci dei ragni,grugniti,stridii,ruggiti,all'indigenza dei ricorsi digitali,dall'approssimazione ambientale (non è Manhattan la location delle riprese),alla trama sfibrata e squallida,ai sottotesti grotteschi,complotti di governo e tresche burlesche, "Spiders" sembra un mesto ricordo di Ed Wood,privato del visionario senso di irrealtà e illusione.
Cinema-clown,quello di "Spiders" che una generosa dose di buonismo può giustificare solo con l'intenzione da parte di un regista e uno scrittore di mettere in satira una fetta di cinema della nostalgia.
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