The Road
Titolo originale: The Road
USA: 2009. Regia di: John Hillcoat
Genere: Fantascienza
Durata: 112'
Interpreti: Viggo Mortensen, Kodi Smit-McPhee, Charlize Theron, Robert
Duvall, Guy Pearce, Michael K. Williams, Garret Dillahunt, Molly Parker,
Brenna Roth, Bob Jennings, David August Lindauer, Jack Erdie, Jeremy
Ambler, Nick Pasqual, Aaron Bernard, Mark Tierno, Amy Caroline, Matt
Reese, Jared Pfennigwerth
Sito web: www.theroad-movie.com
Nelle sale
dal: 28/05/2010
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Intenso
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The Road
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Film sull'umanità dentro un'umanità annientata da una catastrofe non spiegata,"The Road" esplora le profondità dell'unione tra un padre e suo figlio,persi nell'isolamento di un futuro cui viene privato ogni valore esistenziale.
L'esegesi della postapocalisse,la vede raccogliere le informazioni su un ambiente terrestre vessato da ogni sorta di calamità,siano esse generate dall'incoscienza dell'uomo o dalle rivendicazioni di una Natura violentata oltre ogni limite.
La letteratura ed il cinema ne hanno fatto grande uso,filtrandone ogni aspetto secondo la condizione sociale del loro tempo,dalle lacerazioni della guerra fredda alla minaccia ecologica,dalla sfida tecnologica alle ombre della metafisica.
"The Road" - il film - si ispira all'omonimo romanzo di Cormac McCarthy,pubblicato nel 2006,(terza trasposizione sul grande schermo dei lavori dello scrittore,tra cui "No Country For Old Men"),sulla regia di John Hillcoat. Non viene data alcuna spiegazione sulla oscura visione del futuro della Terra,distrutta da un olocausto naturale o nucleare,una calamità in odore di peccato umano assurta a minaccia sui generi viventi.
Flora e fauna sono sparite,lasciando un territorio inospitale e selvaggio,desolato e dimentico di ogni grado di civiltà,dove i pochi superstiti si aggirano come ombre selvagge per procurarsi il poco cibo rimasto sotto il cielo oscurato da ceneri e foschie,qualsiasi tipo di carne possa essere commestibile,compresa quella umana. Non si danno nomi ai deserti morti,ma lo spirito dei venti e delle acque incessanti porta il nome di un'America vinta e ormai senza vita.
Qui si muovono le figure di un uomo - "The Man",Viggo Mortensen - e suo figlio - "The Boy",Kodi Smit-McPhee - in un perenne viaggio nel nulla visionario,spinti da una misteriosa forza invisibile e potente come l'anima.
I due si muovono su uno sfondo di una realtà disperata,spingendo un carrello pieno dei loro miseri averi,in un viaggio allegorico verso il mare,lontana meta e luogo di una improbabile salvezza.
Il padre e il figlio si parlano con gli occhi,nelle tenebre che avvolgono l'umanità malata e morente,gravata da un destino di maledizione da lei stessa invocata e meritata per le colpe del sangue versato e del dolore inflitto.
Ma va a credito degli autori il merito del ripudio dell'inchiesta stereotipata sui paradigmi ecologici.
Il racconto va molto più nel profondo di una petulante pedagogia sull'economia ambientale e scava nei cuori di un binomio di sangue,sondandone i timori,le sensazioni,l'affetto e soprattutto le speranze,seme di una vita che non vuole essere annientata.
Ogni luogo che i due visitano,ogni persona che incontrano,ha una precisa collocazione nella struttura del racconto ed una funzione emblematica nelle relazioni che legano il padre ed il figlio durante il pellegrinaggio.
Nella "Ricerca della felicità",Will Smith porta per mano il suo ragazzo attraverso uno strato sociale ostile ed avverso,una realtà economica e nemica fatta di persone e status collettivi.
Qui il viaggio dell'uomo e del figlio è battuto dl vento della solitudine di una natura nemica,ma lo spirito che li anima li accomuna al film di Muccino.
"The Road" è un film silenzioso e oscuro ma mai ermetico e disperato,è una storia sofferta ma nel cui grembo è concepito il seme della speranza che innerva ogni azione umana.
Scandito dai flashback,nostalgici ritorni di Mortensen ad una vita lasciata alle spalle,con la moglie (Charlize Theron) solo sfiorata nel film,ma realtà scolpita nella mente dell'uomo e dagli incontri illuminanti con le persone messe sul loro cammino da una Volontà che i protagonisti cercano e temono - che sequenze,quelle con il vecchio e cieco Eli di Duvall! - il racconto emette alte grida di bibliche lacrime e gioie spirituali.
Nell'incontro con Eli,profeta cieco e vedente,c'è la rivelazione - l'Apocalisse - di come attraverso la cecità l'uomo possa giungere al sapere.
L'uomo non vede,ma avverte i due sconosciuti e li vive congiungendosi a loro nella condivisione del poco cibo e della pena del cammino.
Nel buio del loro destino il padre e il figlio giungono alla reciproca conoscenza che li porterà fino al mare,al luogo dove l'apparenza della morte farà nascere la nuova vita e consacrerà la speranza che li aveva condotti fino a quella meta.
E' ottima esperienza essere accompagnati lungo cammino dei protagonisti verso il santuario della salvezza,dall'eccellente score di Warren Ellis e Nick Cave,in una morbida coordinazione fra melodie e immagini.
Viggo è grande maestro e impegna sguardo e movimenti,mimiche e movenze,per trasmettere con indiscussa verve teatrale il gelido tremore di un tormento mai sopito,battuto dai venti e dalla fatica e scaldato dal fiato di parole d'amore e di speranza,sulla strada di un inferno che non vincerà. Intenso.
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