Titolo: Transformers - L'ultimo cavaliere
Titolo originale: Transformers: The Last Knight
USA 2017 Regia di: Michael Bay Genere: Fantascienza Durata: 148'
Interpreti: Mark Wahlberg, Anthony Hopkins, Laura Haddock, John Turturro, Stanley Tucci, Josh Duhamel, Isabella Moner, Tyrese Gibson, John Goodman, Ken Watanabe
Sito web ufficiale: http://www.transformersmovie.com/
Sito web italiano: http://www.transformers-ilfilm.it/
Nelle sale dal: 22/06/2017
Voto: 6,5
Recensione di: Luca Orsatti
L'aggettivo ideale: Rivitalizzato
Scarica il Pressbook del film
Transformers - L'ultimo cavaliere su Facebook
Sono passati esattamente 10 anni dal primo storico capitolo cinematografico dei Transformers, candidato a ben 3 premi Oscar e in grado di incassare 709,709,780 dollari. Michael Bay, all'epoca uscito malconcio dal flop di The Island, si rilanciò alla grande dando il via ad un franchise capace di incassare oltre 3 miliardi e 370 milioni di dollari in due lustri, tanto da digerire le stroncature e proseguire per la propria strada con L'ultimo cavaliere, 5° episodio di una saga chiamata a proseguire con un'altra decina di titoli, tra sequel, spin-off e prequel.
Bay, qui alla sua ultima regia 'robotica' (ma disse altrettanto anche dopo aver diretto il 3°), rivitalizza i giocattoli Hasbro andando indietro nel tempo, con un incipit che vede i Transformers combattere al fianco di Re Artù, Lancillotto e Merlino, nel V° secolo.
Una capriola temporale che nelle successive due ore e mezza si fa apocalisse cinematografica, perché il regista più patriottico di Hollywood amplia a tal punto l'Universo Transformers da trasformare questo 5° capitolo in un gigantesco calderone di blockbuster, spaziando tra King Arthur e Battleship, Star Wars e Il Mistero dei Templari, Bastardi senza Gloria e Armageddon, Independence Day e K-19, Jurassic Park, Il regno del fuoco e Prometheus.
Un trionfo di effetti speciali che lasciano poco spazio alla noia, perché Bay e i suoi protagonisti corrono a per di fiato da una missione all'altra, da una location acquatica ad una spaziale, da un inseguimento per le strade di Londra ad un combattimento epico tra i fangosi boschi di Camelot, da un sommergibile ad un'astronave.
Art Marcum, Matt Holloway e Ken Nolan, sceneggiatori di questo 5° capitolo, hanno volutamente abbandonato il senso logico e il concetto di credibilità cinematografica per concentrarsi unicamente sulla spettacolarità della mastodontica opera, da vedere e mandar giù esclusivamente nella sua concezione di puro e semplice 'intrattenimento'.
Umani e Transformers sono in guerra, con gli Autobot e i Decepticon visti allo stesso modo. Sono nemici da combattere. Optimus Prime è scomparso, perché in volo verso il Pianeta natìo, ma dal passato più remoto ecco riemergere la chiave per salvare la Terra da una nuova minaccia aliena, affrontata a testa alta da un'improbabile allenza: Cade Yeager (Mark Wahlberg), ricercato dal Governo perché protettore dei Transformers, Bumblebee, un lord inglese (Sir Anthony Hopkins) e una professoressa di Oxford (Laura Haddock).
C'è ovviamente tutto l'inconfondibile e criticato stile del regista, ribattezzato "Bayhem", in questo titanico L'ultimo cavaliere, neanche a dirlo massacrato dalla stampa statuitense eppure decisamente più godibile rispetto agli ultimi tre pessimi capitoli del franchise. Perché Transformers 5 si fa finalmente più 'umano' con i suoi protagonisti, lasciando sullo sfondo quei demenziali siparietti robotici che avevano appesantito i sequel del film del 2007.
L'ironia, va detto, non manca neanche in questo 5° capitolo, con un Merlino (Stanley Tucci) versione parodistica, un Anthony Hopkins costretto a duettare con un robot/maggiordomo che sembra quasi scimmiottare la damigella-droide Dorothy di Balle Spaziali e un Wahlberg affiancato dall'immancabile spalla nera a cui affidare battute taglienti (Jerrod Carmichael). Nei sexy abiti della bella ma intelligente di turno (professoressa ad Harvard) Laura Haddock, moglie dell'attore Sam Claflin, co-protagonista di una pellicola che semina personaggi e situazioni, per poi abbandonarli e ritrovarli a proprio piacimento.
Eroi inconsapevoli, buoni che diventano cattivi e villain redenti, famiglie molto poco tradizionali pronte a formarsi e due mondi allo scontro totale, con uno dei due quasi costretto alla certa distruzione. Bay, nel salutare i 'suoi' robottoni, va oltre ogni concetto di 'misura' e straborda, concedendosi 150 minuti di puro catastrofismo visivo, diretto con muscoli d'acciaio e limitatissima plausibilità, tra umani di gomma di fatto indistruttibili dinanzi a qualsiasi caduta/esplosione/combattimento e ampie amnesie di scrittura. Nulla di inedito, è innegabile, ma indubbiamente qualcosa di più articolato e spericolato rispetto agli ultimi spenti e ridondanti capitoli.
Trailer
|