Il drago del lago di fuoco
Titolo originale: Dragonslayer
USA: 1981 Regia di: Matthew Robbins Genere: Fantasy Durata: 110'
Interpreti: Peter MacNicol, Ralph Richardson, Caitlin Clarke
Sito web:
Nelle sale dal: 1981
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Samuele Pasquino
Un gruppo di fattori si reca dal mago Ulrich (Ralph Richardson) affinchè uccida il grande drago del lago di fuoco, al quale ogni solstizio ed equinozio viene sacrificata una vergine per sorteggio.
Il mago, però, viene assassinato, e spetterà quindi al suo apprendista Galem (Peter MacNicol) portare a termine l'ardua impresa.
Paramount pictures e disney collaborano per realizzare un fantasy ambizioso ma stilisticamente deficitario, nominato comunque per due Oscar al trucco e alla musica di Alex North.
Questa pellicola fantastica non dovrebbe avanzare nessun tipo di pretesa nei confronti del pubblico, il plot su cui si basa presenta svariate lacune originate da una sceneggiatura precaria e veramente troppo essenziale.
La storia è costituita da una tipica leggenda medievale riguardante draghi, maghi e cavalieri.
La potente alchimia di questo trittico elementare può essere ragionevolmente sfruttata qualora si ricorra ad un ben studiato piano di effetti speciali, tale gioco riesce tuttavia solo in parte.
L'ambientazione, francamente, regge, ma l'apoteosi della vicenda, cioè il drago, delude decisamente le aspettative, riducendosi ad un volante pupazzo di gomma sopra montagne rocciose di cartapesta.
L'impalcatura scenografica è destinata, quindi, a crollare sul finire del film, facendo naufragare i buoni propositi del regista Matthew Robbins, costretto ad utilizzare mezzi poco elaborati e non all'altezza.
Il fantasy risulta, di conseguenza, fuori misura sia per i bambini che per gli adulti, mostrandosi addirittura prolisso ed inevitabilmente noioso.
Qualche spunto interessante c'è, bisogna ammetterlo, il combattimento fra il giovane apprendista Galem e il drago, per esempio, costituisce una scena di tutto rispetto, ed il prologo è da considerarsi la parte migliore del film perchè introduce il mago Ulrich e la sua magia, lait motif dell'intera storia.
Il tono favolistico era l'unico che francamente si poteva adottare in tale contesto, ma come detto il risultato delude.
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