Land of the lost
Titolo originale: Land of the lost
USA: 2009. Regia di: Brad Silberling
Genere: Fantasy
Durata: 101'
Interpreti: Will Ferrell, Anna Friel, Jorma Taccone, Danny R. McBride, Raymond Ochoa, Pollyanna McIntosh, Mousa Kraish, Logan Manus, Michael Papajohn, Eve Mauro, Shane Baumel, Douglas Tait, Landon Ashworth, Dre Bowie, John Boylan, Seth
Sito web: www.landofthelost.net
Nelle sale
dal: 11/12/2009
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Irritante
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il Pressbook
del film
Rick Mrshall (Will Ferrell) è uno studioso,convinto che i suoi approfondimenti sulla teoria dei tachioni possano portare a enormi vantaggi nell'utilizzo delle fonti energetiche.
Preso poco sul serio persino dai media,il professore si ritrova relegato al ruolo di insegnante,ma trova conforto nella fiducia di Holly Cantrell (Anna Friel),una ricercatrice che gli mostra il fossile di un accendino,invitandolo ad insistere nelle sue ricerche.Recatisi nella caverna dove il reperto è stato rinvenuto,i due,accompagnati dal collega di Rick Will (Danny McBride),finiranno attraverso un vortice spazio-temporale in una terra dimenticata,alle prese con dinosauri,uomini preistorici e pericoli di ogni genere.
Ennesimo ricorso alla miglior fantasia di tempi più prolifici d'idee,"Land of the Lost"si ispira alla serie televisiva omonima degli anni settanta,ideata e scritta dal binomio Sid e Marty Krofft,entrambi produttori della serie successiva di quasi vent'anni dopo e oggi della pellicola diretta da Brad Silberling.
Prodotto povero d'inventiva e contenuti,in "Land of the Lost" non appare neanche il ricordo della scherzosa comicità dei programmi per i palinsesti televisivi americani diretti ai ragazzi ogni sabato mattina.
L'intreccio narrativo della serie si svolgeva attorno alle avventure di una famiglia intrappolata in un universo parallelo infestato da dinosauri ed enormi rettili preistorici ed abitato da uomini scimmieschi in lotta con esseri umanoidi dalle fattezze di lucertola,chiamati Sleestaks.
Gli opinionisti hollywoodiani dell'epoca spiegavano la felice riuscita della serie televisiva come manifestazione di una tendenza sociale che vedeva le famiglie americane riunite sul divano di casa a condividere le avventure della famiglia Marshall,nella quale potevano trovare modo di riconoscersi ed identificarsi.
Nel film di Silberling,nel quale appare evidente l'intenzione di conformarsi il più possibile allo stampo proposto quaranta anni fa sul piccolo schermo,Will Ferrell(sedicente professore con lo stesso nome della famiglia originale,Marshall) e Danny McBride si agitano con poca convinzione in farneticanti situazioni ben oltre il grottesco,perdendo lena ed energia nella ricerca di un assurdo che fallisce peranco la comicità del demenziale.
Infittito di scenografie fittizie,animato da un indigente ricorso alle più elementari soluzioni della grafica compiuterizzata ed innervato di contenuti deliranti,il film non lascia allo sconfortato spettatore - di ogni età - che la possibilità di arrendersi agli inevitabili richiami alle animazioni della saga giurassica inaugurata da Spielberg,senza dar peraltro modo di riuscire a coniugare la pulsione delle fucine di produzione americane a portare in cabina di regia script di questa valenza,con l'evidente previsione di un disastro commerciale annunciato.
Il concetto originale della serie televisiva,l'espansione fantastica vista dagli occhi dei ragazzi,verso un mondo sconosciuto,avventuroso,posizionato in una dimensione temporale lontana dalle precognizioni convenzionali fra passato e futuro,nel film di Silberling perde la sua identità e si annulla in una sequela di vaneggiamenti ben poco adatti ad un pubblico bambino,ma puntuali ad affliggere l'intelligenza di spettatori più adulti,illusi dalla lusinga di un titolo cui non segue alcun sogno.
Will Ferrell,poco noto in Europa,fa pensare a Ben Stiller e Jack Black,(impegnato,questo,nella stessa era in "Anno uno"),ma non ne ha il carisma e la follia cialtrona e le sue gags,troppo sporgenti verso la volgarità,si allineano alla modalità economica dell'intera pellicola.
Maggiore convinzione la conferisce al suo personaggio Danny McBride,zotico compagno di Rick,sua vile spalla nella storia ma protagonista con smalto e verve fra le righe.
Purtroppo per tutti,la vacuità del contenuto prevarica l’aspetto farsesco del film ed il nullismo,anziché veicolare ilarità allo spettatore,finisce per stuccare ed irritare.
Silberlig,lasciati alle spalle idealismi ed empatie registiche ("City of Angels","Moonlight Mile","Lemony Snicket"),esaspera il concetto di divertissement e imbastisce un prodotto grossolano e posticcio dove il disimpegno non basta a giustificare la trivialità di brandelli di immagini a stento cuciti fra loro a formare l'idea di una trama compiuta.
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