Titolo: Underground
Titolo originale: Underground
Jugoslavia, Germania: 1995. Regia di: Emir Kusturica Genere: Fantasy Durata: 185'
Interpreti: Miki Manojlovic, Mirjana Jokovic, Lazar Ristovski, Slavko Stimac, Bora Todorovic, Davor Dujmovic, Ernst Stötzner, Srdjan Todorovic, Mirjana Karanovic, Milena Pavlovic, Danilo 'Bata' Stojkovic, Dr. Nele Karajlic, Branislav Lecic, Dragan Nikolic, Erol Kadic
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 1996
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Surreale
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“Underground” è un film del 1995 - vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes - diretto da Emir Kusturica, che si ritaglia anche una particina.
È ora disponibile in Blu-ray e Dvd, distribuito dalla Lucky Red e CG Home Video.
La vicenda ha inizio nel 1941 in Jugoslavia, durante la Seconda Guerra Mondiale. Marko e Peter, detto il Nero, sono due piccoli faccendieri, che forniscono armi alla resistenza, rubando denaro per costruirle.
Il Nero cade nelle mani del nemico, ma Marko riesce a liberarlo. I due si nascondono con i familiari, gli amici e altri sfortunati in un rifugio sotterraneo abbastanza grande da ospitarli tutti.
Unico a uscire per portare cibo e notizie è Marko.
Gli anni passano e la guerra finisce, tuttavia l’uomo non lo rivela al gruppo di rifugiati, facendoli proseguire nella loro produzione d’armi, a suo beneficio e continuando la sua relazione con Natalija, donna amata anche da Peter.
La prima cosa che salta subito all’occhio e alle orecchie è la presenza della musica diegetica, nelle fattezze di una banda musicale – che fa musica tzigana cantata e per fiati – presente in scena quasi tutto il tempo come un personaggio in mezzo agli altri. Nel suo modo più che singolare e originale Kusturica racconta 50 anni di storia dell’ex Jugoslavia, attraverso i due personaggi principali Marko e il Nero e il loro rapporto d’amicizia diviso tra l’amore e l’odio che nutrono l’un l’altro. I due si fanno del male a vicenda per poi chiedersi perdono e divengono il tramite del regista per parlare della sua terra e delle sue divisioni intestine.
L’ambientazione è teatrale: il rifugio sotterraneo viene trasformato nel corso del film, diviso in tante ‘scatole’ che fungono da stanze, senza la quarta parete.
I vari personaggi si muovono al loro interno quasi fossero delle pedine, quelle che in effetti sembrano dall’alto, mentre Marko le osserva da un teleobiettivo.
La storia è intervallata da immagini di repertorio e si intravede tra gli altri il Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini ai funerali di Tito.
L’approccio del regista è surreale e sopra le righe, tratti distintivi di molti suoi progetti cinematografici, ma allo stesso tempo l’autore mette in scena un quadro satireggiante della società dell’epoca.
Sembra essere il racconto di una fiaba, come ci tiene a sottolineare il regista attraverso le parole conclusive di un personaggio, che parla direttamente al pubblico dicendogli che questi saranno ricordi da raccontare ai propri figli, “storie che cominciano come le fiabe con C’era una volta un paese…” e questo è anche il titolo della versione televisiva del film della durata di 5 ore.
Molto bella l’allegoria che vede tutti i personaggi finalmente liberi, ritrovarsi sott’acqua, dopo aver passato 20 anni “sottoterra” e continuare a vivere su un isolotto quella vita che avevano vissuto in allegria, questa volta con le case dai tetti rossi e le porte aperte per accogliere benevolmente l’ospite.
Emir Kusturica è un’artista a tutto tondo: è regista, sceneggiatore, musicista e compositore (delle musiche de “La vita è un miracolo”, per esempio) scrittore e all’occorrenza anche attore.
Le sue opere sono state premiate nei diversi festival ai quali hanno partecipato, cristallizzando il suo talento e la sua notorietà a livello mondiale.
“Underground” è certamente un film da riscoprire. Il regista racconta una storia da accogliere ognuno secondo la propria sensibilità e “oggettività”.
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