Watchmen
Titolo originale: Watchmen
Gran Bretagna, USA, Canada: 2009 Regia di: Bill Guttentag Genere: Fantasy Durata: 163'
Interpreti: Malin Akerman, Billy Crudup, Matthew Goode, Jackie Earle
Haley, Jeffrey Dean Morgan, Patrick Wilson, Carla Gugino, Stephen
McHattie, Matt Frewer, Sonya Salomaa, Niall Matter, Laura Mennell,
Danny Woodburn, Carrie Genzel, Glenn Ennis, Dan Payne, Apollonia
Vanova, Darryl Scheelar, Clint Carleton
Sito web: www.watchmenmovie.warnerbros.com
Nelle sale dal: 06/03/2009
Voto: 4
Trailer
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Recensione di: Samuele Pasquino
In un’ipotetica America degli anni ‘80 impera la guerra fredda fra Stati Uniti e Unione Sovietica. Dopo il ritiro dei supereroi mascherati a causa del decreto Keene, a regnare sono il caos e la paura di un imminente conflitto.
Il gruppo dei giustizieri di un tempo si è sciolto, tuttavia uno di loro, Edward Blake il Comico, viene ucciso.
Il fatto inquieta Roscharch, che teme una lunga lista di omicidi seriali, e per questo motivo mette in allerta gli altri componenti del gruppo, Ozymandis, Spettro di Seta, Gufo Notturno e Dr. Manhattan. Saranno tutti coinvolti in un complotto teso a far scoppiare una vera e propria crisi nucleare.
Zack Snyder, visionario regista dello stupendo “300”, mette in scena la trasposizione di una famosissima graphic novel, nota soprattutto agli amanti dei fumetti elaborati. Adottando una formula molto simile al film precedente, Snyder cerca nuova gloria e nuovi consensi, forte del successo dell’epica avventura delle Termopili: la sua presunzione da cineasta inesperto e superbo lo porta invece ad un tonfo colossale, quasi clamoroso, che fa letteralmente crollare la fiducia che lo spettatore aveva iniziato a riporre su di lui.
“Watchmen”, a dispetto di un trailer intrigante che mostra un falso splendore grazie all’efficace montaggio, è un disastro completo. La scelta di mettere in scena un’ambigua parodia dei supereroi, collocata in un contesto politicamente e socialmente importante, e cioè un mondo sull’orlo della distruzione a causa delle armi nucleari, non è solo discutibile ma perfino inaccettabile. Inoltre, ironizzando sull’eroismo dei giustizieri mascherati, Snyder sbeffeggia una lunga produzione cinematografica che ha visto personaggi mitici avvicendarsi e appassionare con le loro gesta. E’ poco chiaro, in verità, anche il codice utilizzato per raccontare la vicenda, si viaggia attraverso una miriade di generi senza mai sceglierne definitivamente uno, e tale fusione risulta solo un’amalgama burlesca.
La storia dovrebbe avere un senso ma non c’è traccia di un solido filo logico, il montaggio serrato tenta goffamente di ingannare e intrattenere con ritmi alti e vivaci, spargendo caotiche scene elaborate e sagre d’arti marziali con ingenui pretesti. Si tratta di un baraccone di effetti speciali visivamente pregevole ma contenutisticamente decadente, sprezzante nei confronti di un equilibrio necessario fra costruzione narrativa e messa in scena. L’introduzione con il primo omicidio è furbescamente accattivante, ma già si intravede tutta la paradossalità su cui si basa il lavoro di Snyder, un giocattolone pesante e prolisso all’inverosimile, con quasi tre ore di ciarlatanerie pirotecniche suadenti ma estremamente inconsistenti.
I personaggi entrano in scena immediatamente, con le rimembranze dei loro tempi andati, inserite in periodi cronologicamente sconclusionati che saltano dagli anni ‘60 agli anni ‘80 avvalendosi rudemente di canzoni celeberrime al servizio di una comica nostalgia. La descrizione degli eroi si fa più viva e profonda nel corso dell’avventura, con le loro variegate storie che indagano nella giovinezza e nella colpa, mettendo in ballo senza criterio anche la guerra in Vietnam.
Indubbiamente alcuni di essi appaiono più interessanti e maggiormente caratterizzati, come il Dr. Manhattan, il Comico e Roscharch, ma tutti recitano in una commedia pietosa che vanifica i buoni propositi, qualora ce ne siano mai stati. Il tentativo di serietà maldestramente ostentato attraverso la voce fuori campo di Roschard naufraga miseramente non appena entra in gioco la componente erotica, presente in occasione degli incontri fra Gufo Notturno e Spettro di Seta, che si lasciano andare in rapporti sessuali lievemente ridicoli quanto fuori luogo.
L’unica nota positiva riguarda il personaggio del Dr. Manhattan, che dispensa saggezza e lungimiranza attraverso monologhi pregni di filosofia esistenziale legata alla sorte incerta dell’umanità.
Se in “300” la violenza era legittimata dalla storica situazione proposta e dai reali accadimenti, in “Watchmen” essa risulta totalmente superflua perchè in contraddizione con la goliardia manifestata nella maggior parte delle sequenze sceniche.
Si tratta, insomma, di uno spettacolo improponibile sul grande schermo internazionale, spudoratamente azzardato e palesemente vergognoso.
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