Titolo: Un lupo mannaro americano a Londra
Titolo originale: Gemma Bovery
USA, Gran Bretagna: 1981 Regia di: John Landis Genere: Horror Durata: 97'
Interpreti: Jenny Agutter, Griffin Dunne, David Naughton, Brian Glover, John Woodvine, Lila Kaye, Don McKillop, Paul Kember, Joe Belcher, David Schofield, Rik Mayall, Sean Baker, Paddy Ryan, Anne-Marie Davies, Frank Oz
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Nelle sale dal: 19/12/1981
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Agrodolce
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Jack e David, due giovani studenti americani in viaggio nella brughiera Gallese, nel corso di una notte vengono assaliti da una creatura che sbrana Jack e ferisce David, quest’ultimo viene soccorso e ricoverato presso un ospedale di Londra dove farà la conoscenza di Alex, un’infermiera della quale si innamora.
Le notti seguenti al ricovero David viene accompagnato da numerosi incubi nel corso dei quali appare regolarmente lo spirito dilaniato di Jack che lo mette in guardia sul suo futuro.
John Landis alla sua terza prova di grande successo dopo l’iniziale e indispensabile tirocinio, ad appena un anno dall’uscita di The Blues Brothers e a soli tre da quella di Animal House porta sullo schermo uno dei classici per antonomasia della commedia horror di ogni epoca; un mix fra un film comico e una serie di incredibili e truculenti, per l’epoca, parliamo dei primi anni ’80, effetti speciali e trucco, per i quali Rick Baker vinse l’oscar nel 1982.
I giovani Noughton e Dunne, quasi spariti in seguito dalle scene cinematografiche, offrono allo spettatore una serie di scene esilaranti fatte di corse nude nella gelida e invernale Londra, fra cadaveri in via di decomposizione; con chiacchiere tardo adolescenziali sul senso del crescere e sul desiderio di fare della propria vita qualche cosa di indimenticabile e eccezionale, una vita che nel caso di Jack si spezzerà molto, anzi per meglio dire, troppo presto.
Completano la pellicola una serie di scene girate non senza poche difficoltà: ricreando angoli del Galles, il celeberrimo pub “l’agnello macellato” nel villaggio di East Proctor così come l’ennesima scena composta da un incidente di dimensioni inaudite già caro al Landis di The Blues Brothers.
La colonna sonora aggiunge una ulteriore particolarità al film dato che risulta composta da una e una sola canzone o quasi; ovvero l’indimenticabile Blue Moon (de)cantata in ogni modo e maniera e deriva di genere; dal soul fino al rockabilly dei The Marcels.
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