Alone
Titolo originale: Alone
Thailandia: 2007. Regia di: Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom Genere: Horror Durata: 95'
Interpreti: Marsha Wattanapanich, Vittaya Wasukraipaisan, Ratchanoo Bunchootwong, Hatairat Egereff, Rutairat Egereff, Namo Tongkumnerd, Chutikan Vimuktananda, Chayakan Vimuktananda
Sito web: www.alone-themovie.com
Sito web italiano: www.alonethemovie.it
Nelle sale
dal: 13/08/2010
Voto: 4
Trailer
Recensione di: Nicola Picchi
L'aggettivo ideale: Pasticciato
Scarica
il Pressbook del film
Alone su Facebook
“Alone”, fresco di vittoria al “Toronto After Dark”, è l’ennesima variazione sul tema delle sorelle articolata con le cadenze tipiche dell’horror-thriller, ed arriva buon ultimo dopo “A tale of two sisters”, “The evil twin” ed un’altra manciata di film, volendosi limitare al solo cinema asiatico.
Questa volta il progetto è firmato da Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom, la coppia di registi che aveva esordito con il riuscitissimo “Shutter”, evidentemente ansiosi di rivaleggiare con la ben più nota coppia registica thailandese formata dai fratelli Pang.
“Alone” racconta la storia di Pim che, con il marito Wee, è costretta a tornare in Thailandia dalla Corea a causa della grave malattia della madre. Una volta arrivata viene assalita dai ricordi del passato, memorie che aveva accuratamente rimosso, ed inizia ad avvertire intorno a sé una presenza malevola che non tarderà a manifestarsi nei modi consueti dell’horror orientale. Attraverso una serie di flashback veniamo gradualmente a scoprire che il fantasma che ossessiona Pim è quello di Ploy, la sorella gemella: Pim e Ploy erano infatti gemelle siamesi. La relazione tra le due sorelle è fatta di affetto profondo e totale comprensione finchè un fattore esterno non arriva ad incrinare questa armonia: il giovanissimo Wee, ricoverato nello stesso ospedale, si innamora di Pim, evento che scatena la gelosia di Ploy al punto tale da costringere Pim ad esigere di essere separata chirurgicamente dalla sorella.
Ma Ploy muore per complicazioni sopraggiunte durante l’operazione ed ora sembra essere ritornata per distruggere la vita di Pim, piena di rancore e di desiderio di rivalsa per la vita che le è stata strappata prematuramente. Ma le cose sono andate davvero così?
Come in “Shutter”, il tema è quello della colpa rimossa, da cui è impossibile fuggire e che ritorna per annichilire i colpevoli, ma questa volta i risultati appaiono assai meno brillanti. Nonostante una prima parte diretta con abilità e tutto sommato accettabile, anche per merito della bravura di Masha Wattanapanich che interpreta entrambe le sorelle, “Alone” tracolla improvvisamente nella seconda diventando totalmente implausibile da un punto di vista drammaturgico, banale da un punto di vista narrativo (twist telefonato compreso) e vagamente reazionario nel sottotesto
La reazione di Wee, il marito di Pim, è psicologicamente immotivata (dopotutto Pim è pur sempre sua moglie) e del tutto gratuita, mentre il brusco voltafaccia di Pim ha come unica motivazione il desiderio dei registi di regalarci un bel finale ottusamente e volgarmente catartico con tanto di incendio finale della casa, roba che non si vedeva sullo schermo dal tempo dei gloriosi e raffazzonati finali del ciclo Corman/Poe, mentre la scena dell’armadio, che si vorrebbe inquietante, riporta alla mente le storiche disavventure di Wile E. Coyote nei cartoni della Warner Bros.
Cosa viene fuori da questo pasticcio? Moralismo di seconda mano, odio e paura per il diverso e perbenistica punizione del colpevole, tutte cose fuori luogo in un horror degno di questo nome il cui compito dovrebbe essere quello di seminare inquietudini e non quello di ristabilire stolidamente lo status quo.
Forse è proprio per questo che in America, respirando aria di famiglia, hanno acquistato il film per farne il solito remake. Insomma, se proprio morite dalla voglia di vedervi un film sulle gemelle correte a vedervi il meraviglioso “Box” di Miike Takashi (in Three Extremes) o, al maschile, “Gemini” di Tsukamoto e lasciate perdere questa fuffa.
|