Amusement
Titolo originale: Amusement
USA: 2008 Regia di: John Simpson Genere: Horror Durata: 85'
Interpreti: Keir O'Donnell, Katheryn Winnick, Laura Breckenridge, Jessica Lucas, Tad Hilgenbrink, Reid Scott, Rena Owen, Kevin Gage, Brennan Bailey, Preston Bailey
Sito web: www.amusementmovie.com
Nelle sale dal: Inedito in dvd
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Denis Zordan
L'aggettivo ideale: Compatto
Lo sanno tutti che è pericoloso viaggiare di notte e dare retta agli sconosciuti incontrati per strada; ma da quando esiste il cinema dell’orrore, anche stare sole in casa in una notte buia e tempestosa, è spaventoso; per non parlare di chi va a cercare un’amica scomparsa in un luogo poco raccomandabile. Peggio di tutto, però, è aver dimenticato il passato, aver scordato l’infanzia, con le sue crudeltà e i suoi traumi… Shelby, Tabitha e Lisa erano inseparabili e adesso tornano ad incontrarsi dopo anni, in un incrocio mortale con qualcuno che vuole vendicarsi di loro.
Amusement è figlio diretto della serie di Saw – L’Enigmista. Un po’ come le raccapriccianti e meccanicistiche vicende dell’enigmista, il film di John Simpson (scritto da Jake Wade Wall, già sceneggiatore del pessimo remake di The Hitcher: e l’incipit pare proprio un rimando al filone degli inseguimenti automobilistici inaugurato da Duel) si avvale infatti di un plot che si spiega andando a ritroso, risultando tuttavia più onesto e meno arzigogolato e ambizioso. Simpson e il suo sceneggiatore recuperano luoghi basilari del cinema della paura, e non sarebbe difficile enumerare prestiti e citazioni che vengono da classici ormai senza tempo, persino da qualche Bava d’annata.
Se però una lancia la dobbiamo spezzare, è per la ghignante e deforme maschera da clown che contraddistingue lo psicopatico di turno, opportunamente caratterizzato per contrasto dal viso “simpatico” di Keir O’Donnell (e per la carica orrorifica della figura ilare del clown, si ricordi solo quel gioiellino che risponde al titolo di Killer Klowns from Outer Space).
Presi uno per uno, gli elementi costitutivi di Amusement sono dunque scontati e stravisti: a fare la differenza è però il fatto che il regista non sembra attribuirvi valore cinefilo o, per meglio dire, fa in modo che la storia del cinema sia un tappeto su cui camminare piuttosto che un santuario in cui addentrarsi per rendere altisonante omaggio alle reliquie che si incontrano ad ogni passo. Le stesse ingegnose macchine con cui The Laugh tortura le malcapitate di cui intende vendicarsi sono più che altro un “fondale” e non sono approntate per fare bella mostra di sé e inchiodare lo spettatore in un arcinoto immaginario da camera delle torture o da colonia penale kafkiana.
Tanto quanto Saw e i suoi seguiti giocavano basso con il pubblico, Amusement si dimostra libero dal desiderio di provocare lo shock a tutti i costi: così facendo evita lo sbadiglio dell’appassionato stanco di horror derivativi e felici di esserlo.
L’assenza di “spiegoni” o di deliri narcisistici del pazzo omicida sono egualmente da considerarsi elementi di pregio di questo piccolo e piacevole prodotto horror. Che non si prende troppo sul serio, e dunque non si può nemmeno fare a pezzi alla ricerca dei suoi difetti (che ci sono, eccome, ma chi se ne importa).
Tutto il contrario, giusto per fare un paragone, rispetto a The Tripper di David Arquette, che era pure un gioco, ma giocato con regole piuttosto sciocchine.
Nota per chi se la ricorda: nella parte della psichiatra si rivede la statuaria Rena Owen di Once Were Warriors.
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