Titolo: Chained
Titolo originale: Chained
USA: 2012. Regia di: Jennifer Lynch Genere: Horror Durata: 94'
Interpreti: Vincent D'Onofrio, Eamon Farren, Julia Ormond, Jake Weber, Evan Bird, Conor Leslie, Gina Philips, Kate Herriot, Troy Skog, Daniel Maslany, Benjamin DeWalt, Lyndon Bray, Michael Maslany, Alex Doerksen, Amy Matysio, Shannon Jardine, Jodi Sadowsky, Madison Dewalt
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Nelle sale dal: Inedito in dvd
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Marco Fiorillo
L'aggettivo ideale: Di rottura
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Sarah e suo figlio di nove anni fermano un taxi per fare ritorno a casa. Alla guida della vettura non vi è un semplice automobilista ma un mostro che li porta nella propria caverna: stupra ed uccide Sarah e segrega il piccolo, ribattezzato Rabbit, crescendolo come uno schiavo. Incatenato e debilitato, Rabbit vive tra quelle mura, pulendo e sotterrando cadaveri di donne, sottoponendosi alle continue torture, psicologiche prima che fisiche, del suo aguzzino, convinto d’aver trovato un figlio. Per scappare da quella caverna, Rabbit ha solo due vie d’uscita: ribellarsi al mostro o diventare come lui.

Ci voleva la direzione della statunitense Jennifer Lynch e la penna dello sceneggiatore Damian O’Donnell per far ritornare sul Grande Schermo un po’ di sana tensione psicologica.
Niente demoni, riti satanici né improbabili mockumentary, solo un uomo che ha covato dentro di se un gene di pura malvagità ed un ragazzino, capace di rimanere umano nonostante gli orrori cui ha preso parte.

È la storia di una famiglia disagiata e di un’altra distrutta, di quelle che il telegiornale della sera potrebbe trasmettere e che le telecamere della Lynch hanno riportato con massimo realismo.
Il merito è, ovviamente, da attribuire anche all’ottimo cast: da Vincent “Palla di lardo” d’Onofrio, sempre perfetto nei panni del villain e forte di un’ottima caratterizzazione fisica, a Julia Ormond, all’incensurato Eamon Farren, reduce da una buona, oltre che faticosa, prova.
Ancora una volta, fare delle possibilità quotidiane motivo di tensione rende giustizia al cinema di genere: non mani serrate ai braccioli della poltroncina ma scrupolosa attenzione all’uscita dalle sale, questo è il vero risultato.