Day of the Dead
Titolo originale: Day of the Dead
USA: 2008. Regia di: Steve Miner Genere: Horror Durata: 87'
Interpreti: Mena Suvari, Michael Welch, Christa Campbell, Nick Cannon, Laura Giosh, Taylor Hoover, Pat Kilbane, Taylor Hoover, Ian McNeice, Ving Rhames, Robert Rais, Michael McCoy
Sito web: www.dayofthedead.jp
Nelle sale dal: In dvd - Inedito
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Denis Zordan
Nella cittadina di Leadville in Colorado, un misterioso virus sta contagiando l’intera popolazione, trasformando in sanguinari zombi tutti coloro che ne vengono a contatto o che sono morsi da altri infetti.
L’esercito si affretta a mettere la zona in quarantena, ma soltanto pochi, immuni al contagio per via volatile, possono ingaggiare una disperata battaglia per la salvezza.
Tra di loro si distinguono Sarah Cross (Mena Suvari), giovane caporale, suo fratello Trevor e la sua fidanzata Nina.
Ispirato al Giorno degli Zombi (1985), Day of the Dead, la cui regia è stata affidata allo specialista Steve Miner, conserva scarsissime parentele con il film di Romero.
Girato per la maggior parte in Bulgaria, Day of the Dead condivide in pratica col capolavoro del 1985 soltanto la presenza dei militari, oltre ad alcune citazioni, per lo più blande e inoffensive.
Nel pessimo script di Jeffrey Reddick, oltre all’inchino alla moda per cui i morti viventi di Romero, da lenti e abulici, divengono velocissimi e reattivi (il che è stato pressoché codificato a partire da 28 Days Later), si coglie soltanto un’eco del rapporto tra il mad doctor Logan/Frankenstein e Bub, il suo allievo zombi, che era uno dei pezzi forti dell’originale romeriano.
Mena Suvari, negli improbabili panni di sottufficiale senza macchia e senza paura, si trascina infatti dietro il soldato semplice Bud (Bud = Bub; semplice, no?) che è stato morso ad una mano e sta lentamente trasformandosi in zombi, per il terrore dei compagni di fuga: il rapporto che ne deriva non possiede un briciolo di poesia (com’era invece negli straordinari duetti, tra il lirico e il sardonico, che si svolgevano tra maestro umano e zombi nel film del 1985) e serve soprattutto a giustificare il modesto colpo di scena con cui nel finale Bud ha un sussulto di umanità e salva la vita alla ragazza, aggredita dal più feroce dei morti viventi.
Laddove il Day of the Dead del 1985 era un manifesto durissimo contro la stupidità militaresca e muscolare dell’era reaganiana, servito dai superlativi effetti speciali di Tom Savini, il Day of the Dead del 2008 è solamente un film di genere di nessun vigore e significato, che inizia in medias res come i film del maestro, ma si affida quasi subito a fughe precipitose e scalmanati inseguimenti per aggirare l’assenza di approfondimento di dinamiche psicologiche e motivazioni. (mentre gli smembramenti sono pochi: i fans del gore sono avvertiti). L’immensa tensione della saga romeriana si perde qui nella totale mancanza di credibili letture politiche, sociologiche o massmediologiche, e può fare perfino sghignazzare la sequenza in cui torme di zombi scatenati e urlanti inseguono il caporale Sarah prima di finire bruciati e definitivamente eliminati.
Certo, per molti appassionati il film di Miner sarà un semplice, in qualche modo perfino godibile spin-off; ma per tutti i veri intenditori dell’opera di zio George, viceversa, soltanto una stracca e un po’ irritante ripresa del tema.
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