Final Destination 5
Titolo originale: Final Destination 5
USA: 2011. Regia di: Steven Quale Genere: Horror Durata: 95'
Interpreti: Nicholas D'Agosto, Emma Bell, David Koechner, Tony Todd, Courtney B. Vance, Jacqueline MacInnes Wood, Miles Fisher, Arlen Escarpeta, P.J. Byrne, Ellen Wroe, Tanya Hubbard
Sito web ufficiale: www.finaldestinationmovie.warnerbros.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 07/10/2011
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Fatalistico
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"La Morte rivuole il suo"
Dell'arte di morire,il cinema si fa maestro e prolifico cantastorie in ogni pagina del libro dello spettacolo di ieri e di oggi.
Si muore d'amore e in guerra,si muore vittima e carnefice,si muore subito o nell'agonia,si muore nel rimpianto o nella gloria.
Si muore sempre anche in "Saw" e in "Final Destination",ma mentre "Saw" occupa le posizioni affollate del "Torture Porn",nella serie dei "Final Destination" echeggia il memento mori dell'ineluttabilità degli eventi,l'alito caldo della paura senza volto che fiata la sua morte nella silenziosa cronaca appena sussurrata da un Fato paziente e inevitabile.
E' il cinema tessuto nella ferocia inumana dell'incontrollabile,dove la violazione psicologica dell'innocenza sottende valori paranormali e gli elementi inquieti dell'incertezza.
In "Saw" è l'individuo che si annienta,invaso dal karma mortale dell'uccidi o muori,in un equilibrio impazzito fra moralismo e delirio.
In FD non si è padroni di nulla e si danza alle note del lugubre canto del destino in attesa in quel luogo e in quel tempo.
"FD5" non azzarda suggerimenti fuori dalla formula che definisce la serie.
Pervaso anch'esso dal respiro del fatalismo,il lavoro di Steven Quale,regista della seconda unità dello staff di Cameron in "Titanic" e "Avatar",manca del fascino ambiguo ed esoterico del primo episodio,componente emotiva già col fiato corto nei film successivi e fissa lo sguardo,con maggior successo,su un'espressione più tattile e percettiva,declinando un mistero annunciato e già risolto con la virtù visiva di una suggestiva spettacolarità,offerta fin dagli ipnotici titoli di testa e riproposta a seguire in sequenze di sorprendente grandiosità virtuale.
Sam (Nicholas D'Agosto),in viaggio con i suoi colleghi di lavoro su un autobus,ha una premonizione:il ponte su cui il mezzo sta per passare crollerà e il disastro porterà con sè le vite di molti passeggeri.
Svegliatosi dal sogno,il ragazzo esorta subito gli amici a scendere dal bus e non proseguire il viaggio,ma chi deciderà di non ascoltarlo,resterà vittima del presagio diventato realtà.
Ma tutti i sopravvissuti,la fidanzata di Sam Molly (Emma Bell),Peter (Miles Fisher),suo miglior amico e la sua ragazza Candice (Ellen Wroe) e gli amici Isaac (P.J. Byrne),Olivia (Jacqueline MacInnes Wood) e Nathan (Arlen Escarpeta),pagheranno un debito dovuto,uno ad uno e nell'ordine prestabilito.
Il regista fissa l'attenzione su particolari e dettagli di cui infittisce la narrazione,segni premonitori vibranti dell'energia di un linguaggio simbolico,mezzo che veicola il messaggio finale,l'ultimo traguardo conosciuto,le braccia aperte ad accogliere l'ospite sempre aspettato nell'appuntamento di quell'istante e mai disatteso.
In un catalogo di caratterizzazioni adolescenziali completo in ogni sua parte,si innestano fasci di di sequenze altamente spettacolari,quale la scena del crollo del ponte,percorse da fremiti di forte intensità fisica ma debole urgenza drammatica.
Ma questo sembra essere poco rilevante in un lavoro che fruga fra i ricordi del cinema catastrofico dei ''70,con nervi e carne dello spettacolo di questo tempo e teso a dar corpo ad un compromesso che lusinghi occhio e cuore di un pubblico che oggi ha voglia e paura di vivere il senso del destino nella occulta dimensione di un'avventura umana fuori dall'umano.
Centrato sulla morte,il lavoro di Quale dimentica l'uomo e il tessuto del film si smaglia nelle analisi sui protagonisti,"secondi fuori" nel gioco del fato e delle sue sentenze.
"Alla morte non piace essere ingannata",dice il coroner Bludworth (Tony Todd),sempiterna figura nella saga,ai ragazzi scampati al disastro e aggiunge che "su quel ponte voi avete cambiato le cose.
E' una crepa nella realtà e la crepa siete voi,che dovete essre morti.Avete lasciato che altre persone fossero portate via dalla morte al vostro posto!").
Sam,Peter,Molly,Candice,Olivia,Isaac,Nathan sono ai margini dell'abisso che si affaccia sull'oscurità,dove precipitano senza lasciare traccia di sè,a beneficio della luce livida che esplora l'iperbole sulla casualità degli eventi in atroce aalternativa alla predestinazione.
Sangue e trash non hanno la meglio in un lavoro in bilico conflittuale tra pigrizia creativa ed effetti spettacolari.
In FD5 sono i giovani attori a scaldare il fuoco tiepido di una storia già letta e illuminata dalla luce tenue e distratta della ripetizione,ma il loro respiro accompagna il racconto all'incontro fra sorridente condiscendenza e piacevole spettacolarità.
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