La casa nel vento dei morti |
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Scritto da Giancarlo Zappoli
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lunedì 23 aprile 2012 |
Titolo: La casa nel vento dei morti
Titolo originale: La casa nel vento dei morti
Italia: 2011. Regia di: Francesco Campanini Genere: Horror Durata: 90'
Interpreti: Luca Magri, Francesco Barilli, Nina Torresi, Sara Alzetta, Marco Iannitello, Paola Crecchi, Valeria Colombo
Sito web ufficiale: www.lacasanelventodeimorti.it
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 27/04/2012
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Giancarlo Zappoli
L'aggettivo ideale: Spaesato
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Anni Quaranta. Attilio è un attore che ha aderito alla Repubblica di Salò ed ora, nel dopoguerra, non ha più nessuna scrittura.
Insieme ad altri tre disadattati tenta una rapina in banca che riesce anche se un componente della banda muore. I sopravvissuti tentano la fuga nell'Appennino parmense approdando a una cascina isolata nella campagna in cui vivono 4 donne che accettano di ospitarli dietro compenso. Ciò che li attende va molto al di là delle loro aspettative.
La casa nel vento dei morti è uno di quei film che, probabilmente per eccesso di sicurezza nei propri mezzi, non è quello che avrebbe potuto essere. Avrebbe potuto diventare un cult dell'horror trash e ne aveva a disposizione i mezzi e, soprattutto, gli attori.
Perché esattamente dopo 45 minuti (e cioè quando si raggiunge la casa del titolo) si percepisce che il trio di interpreti maschili, le attrici che gli si contrappongono e la stessa ambientazione possono portare ad un crescendo in cui la dimensione rurale assume un valore specifico.
Quei muri scrostati, quel tavolo ingombro di stoviglie, il clima stesso che si respira a tavola preludono al dispiegarsi di una brutalità quasi da rito pagano. È quanto accade.
Solo che prima si è dovuto sopportare un ‘viaggio' nella Natura che avrebbe dovuto servire a delineare le caratteristiche dei personaggi e che si rivela invece come carico di psicologismi di maniera (così come di maniera e di autocelebrazione grondano i titoli di testa). Unica ‘perla' la breve sequenza che ricostruisce con attenzione filologica un film come quelli che Valenti e Ferida giravano negli stabilimenti situati alla Giudecca.
Capita così che regista e sceneggiatore (che qui è anche protagonista) fatichino a rendersi conto della loro reale vocazione e pretendano di muoversi su territori che non gli appartengono.
Un conto è scrivere nella presentazione del film “Abbiamo inserito quegli elementi thriller e horror che porteranno la storia ad un cambiamento radicale nella seconda parte” e un altro conto (per il thriller) è riuscirci.
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Commenti
trama da torture porn in salsa padan, ma quando si arriva a quella che dovrebbe essere la deriva gore, il tutto finisce nel nulla...
nonsense...
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