Le morti di Ian Stone
Titolo originale: The deaths of Ian Stone
USA, Regno Unito: 2007 Regia di: Dario Piana Genere: Horror Durata: 98'
Interpreti: Mike Vogel, James Bartle, Andrew Buchan, Christina Cole,
Michael Dixon, Jason Durran, Michael Feast, Jaime Murray, Marnix Van
Den Broeke
Sito web: www.enterjam.com/kyouboku
Nelle sale dal: 18/07/2008
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Dario Carta
Ian Stone è un tipico ragazzo americano,appassionato di hockey e fidanzato con la dolce Jenny,(Christina Cole).
Una sera,dopo una partita,viene aggredito da quello che gli appariva un cadavere abbandonato in strada e spinto a forza sulle rotaie di un treno in arrivo.
Si risveglia di colpo seduto al tavolo di un ufficio,con Jenny presente,ma non come fidanzata e Ian sembra vivere una vita nuova,ove tutto si svolge in un modo diverso dalla sua precedente esistenza.
Ora il protagonista è legato alla misteriosa Medea,(Jaime Murray) e presto si avvede che è braccato da una forza maligna ed oscura.
Ian viene ucciso più e più volte,ogni giorno ed a ciascun risveglio corrisponde una differente situazione esistenziale,nella quale si trova sempre più debole e provato a fronteggiare una minaccia che lo trascina in un vortice di disperazione e di morte.
"Le morti di Ian Stone", film prodotto da Stan Winston,("Terminator","Predator","Jurassic Park","A.I. - Intelligenza artificiale"),vede il ritorno alla regia sul grande schermo del milanese Dario Piana,19 anni dopo "Sotto il vestito niente 2",caparbio regista pubblicitario con una trascorsa carriera nel mondo dei comics.
A suo stesso dire,con un background di questo tipo,non sono mancate le ispirazioni,per dirigere una pellicola di questo genere,non propriamente un film gore,quanto,piuttosto,una storia di amore,co - protagonisti mostri di natura vampiresca,solo di contorno ad una trama tessuta più sull'interazione fra pochi personaggi,che sull'impatto degli SFX.
Non è facile produrre e dirigere un film americano,in particolare se non si è americani,ma Dario Piana qui,lavora con cauta ed equilibrata regia,a stento riconducibile ai lineamenti del cinema italiano,mescolando con sapienza tiepidi aspetti horror,con dosi di tragedia noir e creando un prodotto drammaticamente limpido ed apprezzabile.
Fin dalle scene in aperura,il film presenta le sue credenziali:ritmo,(introdotto dall'ossessivo pulsare della musica nella scena della partita),e la dimensione temporale,che apparirà subito come elemento catalizzatore che terrà l'imbastitura dell'intera trama.
La storia si costruisce su visioni di scadenze incombenti,che gravano su un'esistenza sfuggente e complessa,articolata da eventi non retti da canoni di natura umana.
I frammenti di visioni vissuti da Ian,offrono l'illusione di un parto della mente del protagonista,degenerante nell'incubo di una metempsicosi senza fine,rinchiusa a forza in una esistenza interrotta da morti reiterative,che non lasciano spazio al fluire naturale della vita.
Il film è costruito sul rapporto fra i pochi personaggi,che si muovono su un palcoscenico costituito da 5 differenti vite vissute dal protagonista,in un forte crescendo emozionale e alla fine,si riconduce a focalizzare quanto sia difficile liberarsi da una schiavitù,se non si è accompagnati da una dimensione emotiva,che solo l'amore e il sentimento. possono offrire.
Attingendo da pellicole dalle eco esoteriche,("Ghost", "Il miglio verde"),o estratte dal filone fanta - horror,("Essi vivono"),Dario Piana si tiene a debita distanza dallo splatter di natura evidente,("Saw","Hostel","Non aprite quella porta"),perchè - afferma il regista - "...cose come quelle,possono capitare davvero,nella vita,...un film di creature mostruose,basato su una sceneggiatura surreale,come "Le morti di Ian Stone",è più simile ad una fiaba..." e l'attenzione sembra gravitare sulla comunicazione esistente fra i protagonisti della storia.
Va detto che,nonostante l'elevato tasso di improbabilità nelle righe del film, sia dato per scontato e comunque da mettersi in conto ,a lungo andare pesa sul bilancio della pellicola,che si invischia nel tentativo di una luce di uscita verso la soluzione finale,correndo il rischio di scivolare in forme ripetitive ed abusati deja - vu.
Ma la noia,al voto finale,resta straniera e non danneggia l'attenzione rivolta a questo film,realizzato a basso
costo,stilizzato,anomalo ed elegantemente inquietante.
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