Scritto da Marina De Angelis
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lunedì 29 ottobre 2007 |
L'ultima casa a sinistra
Titolo originale: Last House on the Left
USA: 1972. Regia di: Wes Craven Genere: Horror Durata: 98'
Interpreti: Sandra Cassel, Lucy Grantham, David Hess, Fred J. Lincoln
Sito web:
Voto: 7
Recensione di: Marina De Angelis
Siamo nel lontano 1972 quando un poco più che trentenne Wes Craven esordisce come regista con un film che sconvolge l’opinione pubblica per l’estrema efferatezza delle immagini. Si tratta del discusso L’ultima casa a sinistra (Last house on the left) ambientato nella tranquilla provincia americana. Due giovani donne Mary e Phyllis s’imbattono malauguratamente in due perversi e feroci criminali appena evasi dal carcere accompagnati da un drogato e da una prostituta. Questi sequestrano le ragazze e prima di ucciderle le sottopongono a terribili sevizie e torture. Al termine del massacro, il sadico quartetto si mette in viaggio ma la loro automobile, a causa di un guasto, si ferma accanto ad una casa che si scopre essere l’abitazione di Mary, una delle ragazze uccise. I criminali chiedono ospitalità agli ignari genitori della vittima che una volta a conoscenza del misfatto si vendicheranno. E la loro sarà una ferocissima vendetta. Sebbene siano passati ben 35 anni L’ultima casa a sinistra è un film che sorprendentemente rappresenta un pugno allo stomaco anche per lo spettatore di oggi avvezzo a immagini televisive e cinematografiche ancor più violente. Wes Craven, provocatore sin dagli esordi, riesce dunque pienamente nel suo intento: realizzare un film che turbi lo spettatore come nessuno aveva fatto in precedenza. La pellicola, oggi considerata un cult movie, subisce all’epoca numerosissimi tagli e alcuni Paesi ne proibiscono addirittura la proiezione nelle sale. La critica appare fortemente divisa. C’è chi condanna il film e biasima il regista per la crudeltà e la ferocia gratuita di alcune sequenze e chi invece legge nell’inaudito sadismo delle scene l’intenzione di Craven di esprimere l’orrore di ben altre immagini: quelle della guerra del Vietnam. Sembra allora piuttosto lecita nel film, secondo questa chiave di lettura, la scelta dei genitori della povera Mary di farsi giustizia da soli piuttosto che affidarsi al sistema giudiziario della società americana nei confronti della quale il giovane regista sembra essere piuttosto sfiduciato. I due poliziotti del film, infatti, quelli incaricati di cercare le ragazze scomparse, appaiono alquanto bizzarri, terribilmente comici.
Le loro gag paradossalmente servono a Craven come siparietti per stemperare le sequenze più cruente. L’ultima casa a sinistra è il capostipite di un sottogenere di film horror noto come rape & revenge (violenza e vendetta) e segna l’inizio di un nuovo modo di fare horror, più temerario e sicuramente più realistico. Non è casuale la scelta dell’autore di affidarsi ad una regia piuttosto spoglia, poco elaborata. Lo stile del film si avvicina così a quello documentaristico e le immagini appaiono fortemente credibili. Sono evidenti alcune ingenuità sia nella regia che nella sceneggiatura dovute all’inesperienza del giovane Craven che debutta con questo film avendo a disposizione un budget ridottissimo. Davvero bella la colonna sonora della pellicola composta da David Hess, l’attore che nel film interpreta uno dei due crudeli assassini. La colonna sonora è composta da musiche allegre, briose che utilizzate durante le scene di violenza sulle ragazze risultano decisamente stridenti ma riescono nel loro intento: quello di amplificare ed accrescere la crudeltà della pellicola. Il film s’ispira a La fontana della vergine del celebre regista Ingmar Bergman.
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