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Scritto da Anna Maria Pelella   
domenica 04 novembre 2007

On Evil Grounds
Titolo originale: Auf Bösem Boden
Austria: 2007. Regia di: Peter Koller Genere: Horror Durata: 82'
Interpreti: Aleksandar Petrovic, Birgit Stauber, Kari Rakkola, Faris Rahoma, Andreas Svolanek, Peter Richter, Margit Atzler, Paul Konig
Sito web:
Voto: 7
Recensione di: Anna Maria Pelella
Ravenna Nightmare Film Festival 2007

on_evil_grounds_leggero.jpgRomeo e Julia sono già di per sè una coppia assai peculiare. Cercando di comprare un loft dentro
una remota fabbrica abbandonata, scoriranno presto che il proprietario della costruzione e il suo compagno, l'agente immobiliare, sono due psicopatici. Ma Romeo e Julia non sono per niente delle vittime, e meno che mai docili...
Peter Koller è al suo primo lungometraggio, e si vede. La freschezza della rappresentazione e le ispirazioni si vedono tutte, rendendo interessante il risultato. Lui stesso ha dichiarato di aver voluto omaggiare alcuni suoi registi preferiti, e per questo snocciola una lista che personalmente ho ritrovato solo in parte all’interno del film. Di sicuro c’è Sergio Leone, nelle inquadrature e nella gestione degli spazi, c’è anche un pizzico di Miike Takashi nei confronti tra i protagonisti, che sopra ogni cosa seguono regole coniate all’interno dei cartoons degli anni quaranta, tipo Tom & Jerry, per capirci. Ma di Cronenberg e di Kitano Takeshi neanche l’ombra, insomma la frase di lancio che recitava “Sergio Leone incontra Tom & Jerry” potrebbe essere completata da “e insieme vanno con Miike Takashi a vedersi Assassini Nati di Stone”
Con questi presupposti il rischio di esagerare c’è di sicuro, ma Koller ha una misurata capacità di raccontare per immagini che invalida del tutto la violenza esplicita all’interno della rappresentazione. Violenza che diviente saturazione nel momento stesso in cui viene esplicitata, e nella stessa misura in cui Miike, colmando di morti i titoli di testa di Dead or Alive, anestetizzava lo spettatore rendendo plausibile tutto il resto del film.
La rappresentazione per eccessi ha in sè sempre il rischio di fraintendimento, ma qua è impossibile non leggere un sottotesto che urla tutta la divertita complicità del regista stesso, come a voler rendere caricaturale un intero filone di film col pazzo assassino, che protagonista del tutto immotivato del massacro di inconsapevoli dolci fanciulle dovrebbe far paura, proprio per l’assenza di motivazioni, ma alla fine stanca e basta.
I personaggi, interpretati in parte da attori non professionisti, alcuni dei quali trovati sul posto di lavoro dal regista stesso, sono tutti assai convincenti. Si va dall’untuosa caricatura dell’agente immobiliare, la cui parlantina e il ghigno da squalo lo rendono subito un candidato ideale al massacro, fino al pazzo padrone di casa, con pancione gigantesco e perenne espressione da scimunito che lo riducono da subito ad un patetico personaggio da cartoon. Passando attraverso alla leggiadra follia della dolce e sorridente Julia, fino all’incredibile faccia di gomma del suo Romeo, poi ci sono gli hippies, con furgone e fiori nei capelli e i due incredibili poliziotti, che ricordano quelli di Stone nella ricostruzione filmata all’interno del già citato Assassini Nati.
Tutti insieme in perfetta coordinazione, costruiscono un divertente carosello di follia, raccontato tramite inquadrature fisse che fanno da cornice, come in un fumetto, agli eccessi rappresentati che soli reggono la squinternata narrazione. Romeo conficcato interamente nella sabbia che offre la propria divertentissima espressione al tirassegno del folle padrone di casa, il quale ulula con in braccio il cadavere del suo agente immobiliare, è sicuramente una della inquadrature più riuscite, insieme alla faccia di Julia, che assalita dallo stesso padrone di casa sbuffa e ghigna con l’aria di averne viste di peggio. Mentre l’assoluta follia del finale riconverte e motiva il tutto in favore di una ridefinizione dei ruoli, qua non esiste nessuna vittima, anche gli hippies moriranno solo per stupidità, come pure il secondo poliziotto, che dice “è sparito un nostro collega, e a noi piace sapere dove sono i nostri agenti” non può che finire male. In un mondo dove le giovani coppie in cerca di casa non sono più teneri virgulti di una nascente famigliola felice, ma psicopatici del tutto fuori controllo, non si può che stare a guardare come finirà e non lasciarsi stupire dalla deriva finale di una dolce tenere fanciulla che alla fine “voleva solo comprare una casa, è forse chiedere troppo?”

 
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