Titolo: Silent Hill: Revelation 3D
Titolo originale: Silent Hill: Revelation 3D
USA, Francia : 2012. Regia di: Michael J. Bassett Genere: Horror Durata: 94'
Interpreti: Adelaide Clemens, Kit Harington, Sean Bean, Radha Mitchell, Deborah Kara Unger, Carrie-Anne Moss, Malcolm McDowell, Martin Donovan, Erin Pitt
Sito web ufficiale: www.silenthill3d.com
Sito web italiano: www.multivu.com
Nelle sale dal: 31/10/2012
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Coerente
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In “Silent Hill” avevamo lasciato madre e figlia nella propria casa, una casa vuota, silenziosa e pervasa da quell’atmosfera senza tempo dalla quale erano riuscite a scappare e dalla quale sembravano oramai al sicuro.
In “Silent Hill Revelation” Heather ha degli incubi notturni di cui non riesce a liberarsi e nei quali è ricorrente il nome di una cittadina, che non conosce: Silent Hill. Il padre le spiega che non dovrà mai recarsi lì, per nessuna ragione.
Quando però questi viene rapito, Heather e il suo nuovo amico Vincent ne saranno irrimediabilmente attirati e il mistero che circonda quel luogo le sarà finalmente rivelato.
Questo sequel è ispirato al terzo capitolo della saga del videogioco creato dalla Konami Corporation, una delle più conosciute e importanti case di produzione e sviluppo di videogiochi, fondata nel 1969. Il film possiede una struttura e un filo narrativo tale che può goderselo anche chi non ha visto il primo capitolo del 2006.
La “rivelazione” del titolo si svela man mano, conservando fino alla fine un’aura di mistero, che si risolve in maniera forse un po’ troppo semplicistica (come quando viene sconfitto un personaggio potente).
Ci sono elementi di sorpresa: alcuni mostri agghiaccianti a cui la nostra eroina deve sfuggire, come un originale ragno tentacolare.
Per chi ama il genere lo splatter non manca ed è disseminato lungo tutto il racconto, senza contare orripilanti mostri mutanti, che fanno venire i brividi, non tanto perché fanno paura ma per il loro essere raccapriccianti.
“Abbiamo portato la storia ad un altro livello, sviluppato nuove idee e creature, migliorando i ruoli dei personaggi” ha rivelato il produttore Don Carmody.
Il regista e sceneggiatore Michael J. Bassett esplora i sentimenti dei personaggi principali, mettendoli in risalto tanto quanto l’aspetto horror. Viene tratteggiato un padre che protegge la sua adorata figlia ad ogni costo, arrivando a tenerle dei segreti, pur di allontanarla da un destino che – prima o poi - busserà alla porta.
Vincent esprime lo stesso senso di protezione del padre ed Heather dimostra che quando si ama qualcuno si fa di tutto per aiutarlo. Protezione, sacrificio, segretezza, amore, insieme allo scoprire cosa anima un individuo e lo fa agire, sono gli elementi che Bassett mette in primo piano. I personaggi e le loro storie si fanno strada parallelamente agli incubi che si materializzano davanti ai loro occhi.
Ci sono, in effetti, alcuni risvolti narrativi che risultano prevedibili, ma la storia è ben articolata e la voglia di sapere cosa succederà mantiene viva l’attenzione conquistata all’inizio.
Che in tutto ciò ci sia lo zampino asiatico - il videogioco è stato creato da giapponesi - conferma la forza del soggetto dal quale è stato tratto il film.
“I fan del gioco saranno impazienti di vedere i miei cambiamenti, mentre intanto fornisco a un pubblico nuovo una storia coerente, comprensiva e autoconclusiva” ha dichiarato il regista.
Vi sono due mondi – quello di Silent Hill e la realtà – che si fondono, la protagonista trova difficile capire ciò che è reale da ciò che è la proiezione dei suoi incubi e questo intriga lo spettatore che ne rimane compiaciuto, come per ogni buon film horror.
“Silent Hill Revelation” parla anche del deprecabile fanatismo religioso e del male che si annida nell’animo umano, logorando e distruggendo anche la più piccola risorsa di umanità. Questo è ciò che accade ai derelitti di Silent Hill, che incolpano qualcun altro della loro condizione.
Per non guardare in faccia la verità, ovvero che sono causa del loro male, tolgono di mezzo “il colpevole” di turno bruciandolo o annientandolo psichicamente.
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