Titolo: The Cloth
Titolo originale: The Cloth
USA: 2012. Regia di: Justin Price Genere: Horror Durata: 88'
Interpreti:Eric Roberts, Danny Trejo, Kyler Willett, Rachel Brooke Smith, Robert Miano, Silvia Spross, Perla Rodriguez
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: Inedito
Voto: 4
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Indigente
Scarica il Pressbook del film
The Cloth su Facebook
Cinema desolato e squallido,"The Cloth" esprime tutta la sua natura di pellicola a basso costo,cui aggiunge la pena dell'assoluto vuoto di immagini,significato e contenuto.
Immagini, perchè nel malinconico panorama dello spettacolo da due spicci,il film si piazza in pole position per l'indigenza della grafica e della sezione narrativa.
Significato e contenuto perchè,un po' come in "La setta dei dannati",pare di assistere ad un compendio di farneticanti idiozie e deliranti formulazioni fantastiche fuori da ogni plausibile spettro delle fantasie horror.
Le presenze dell'ipercliccato Danny Trejo e del ripescato Eric Roberts nelle file del line up artistico,non
aiutano nè lo script inconsistente,nè lo svogliato stile registico (Justin Price) e narrativo e neppure l'incomprensibile montaggio a tenere a galla un lavoro di cui non si intuisce la ragion d'essere.
Dopo un prologo dove due sacerdoti (Danny Trejo e Steven Brand) salmodiano cantilene in latino in un'oscena emulazione de "L'esorcista" di Friedkin e cui il regista non ha negato le ordinarie contorsioni fisiche di "L'altra faccia del diavolo" e "Possession",la scena passa a Jason (Kyler Willett),slavato giovanotto deluso da Dio per avergli portato via i genitori in un incidente. Debitamente e noiosamente istruito da Laurel (Perla Rodriguez) sulla realtà e i motivi delle possessioni demoniache e sull'esistenza di una società segreta religiosa chiamata The Cloth,costituita per combattere Lucifero nelle sue incursioni nella natura umana,Jason,guidato da Padre Diekmen (Lassiter Holmes),viene rivestito di un'armatura benedetta e viene armato di strumenti sacri per entrare in guerra contro le forze del male che stanno minacciando l'umanità.
La sconcertante banalità del film appare evidente fin dall'incipit,un'imbarazzante resumazione di trovatacce muffe male imbastite in un componimento stantio ed irritante.
La sproloquiante formulazione teologica che fornirebbe la spiegazione dell'esistenza della società religiosa,un insostenibile e tedioso bisbiglio dell'archivista Laurel,apre il primo rullo del film in una soporifera esposizione di sfinenti teorie fantareligiose e pseudoclericali,dove Apostoli,Papato,Impero Romano,Chiesa d'occidente,scritti apocrifi e Belzebù si compongono in un guazzabuglio di fantasie demenziali che malcelano un'improbabile ispirazione alle migliori teorie romanzate di Dan Brown.
Il film è misero in tutto,nell'anestetizzante narrazione,nella struttura traballante,nei dialoghi surreali,nel montaggio inesistente,nell'architettura scenica,nell'indigente livello degli effetti,fino allo score, inopportuno e fastidioso collage di temi rock-pop.
Afflitto da un senso di noia che vira subito all'irritazione,"The Cloth" raccatta ovunque trova stralci di lavori che lo spingono ai titoli di coda,da "Blade" a "Vampires",a "Dracula di Bram Stoker",all'infinita collezione di Possession Movies di ogni età e botteghino,ma in questo lavoro Price (che non si nega un cameo nelle vesti del demone Kasdeya) sembra voler solo reclamare un compendio farsesco degli spettacolini poveri in canna,senza l'ombra di una fantasia e con l'identità assente di un recupero senza forma.
|