Titolo: The Last Exorcism - Liberaci dal male
Titolo originale: The Last Exorcism Part II
USA: 2013. Regia di: Ed Gass-Donnelly Genere: Horror Durata: 88'
Interpreti: Ashley Bell, Spencer Treat Clark, Muse Watson, Andrew Sensenig, Judd Lormand, Julia Garner, David Jensen, Louis Herthum, Tarra Riggs, Ashlynn Ross, E. Roger Mitchell, Joe Chrest, Raeden Greer, Cristina Franco, Diva Tyler, Erica Michelle, Boyana Balta, Sharice A. Williams, Gideon Hodge
Sito web ufficiale: www.thelastexorcism2.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 18/07/2013
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Già fatto
The Last Exorcism - Liberaci dal male su Facebook
Spesso indulgente cinema di ripiego,la formula del prequel/sequel movie è il forte segnale della debolezza della creatività nello spettacolo di questa epoca,a beneficio di un lucro tutt'altro che appagante e generoso.
Saghe e spin-offs affollano botteghini e non soddisfano fantasie,a volte togliendo l'anima viva ai lavori originali,che restano nei ricordi con i riflessi amari di un sogno rovinato.
Alla sua uscita ,"L'ultimo esorcismo" del regista tedesco Daniel Stamm,non vantò glorie speciali nè cantò aneliti di virtù artistiche,ma nella sua ordinarietà di ubbidiente lavoro di genere,ha saputo scuotersi di dosso l'indolenza accidiosa dell'opportunismo lucrativo,cercando di offrire il meglio del poco a disposizione che la sua identità gli permettesse di essere.
Purtroppo,il suo seguito "The Last Exorcism-Part II" non può sperare negli stessi meriti.
Tutto quello che nella pellicola di Stamm ha saputo fornire energia e lavoro,nel film di Ed Gass-Donnelly evapora nel classico sintomo dello spettacolo d'economia,inteso nel senso più speculativo del termine.
Il fuoco sui personaggi,lo stile documentaristico del girato nelle forme del found footage,il taglio provocatorio e tagliente delle confessioni alla cinepresa da parte del protagonista maschile - tutti articoli più volte sperimentati nella formula dello spettacolo di oggi - sono del tutto assenti nell'evanescenza inespressiva di un cinema d'aria aperta che nessuno ha chiesto.
Il film si apre sulle sequenze conclusive del primo episodio,in un patchwork di flashbacks che ricordano Nell Sweetzer (Ashley Bell) esorcizzata dal reverendo Cotton Marcus (Patrick Fabian) e in seguito al centro di un rituale satanico dove il fratello Caleb decapita il cameraman del Pastore,mentre riprende gli avvenimenti.
La telecamera resta gettata a terra e abbandonata.
Nell pare sopravvivere agli avvenimenti e viene accolta in una struttura per ragazze difficili a New Orleans, - la città non è scelta a caso - dove trova amicizie,un lavoro come cameriera in un motel e uno speciale sentimento,ricambiato,per Chris,anch'egli impiegato come lei.
Ma la la pace è breve e Nell diviene presto preda di sogni,dei ricordi dei suoi giorni di ragazza posseduta,di voci nell'etere,di visioni e confusioni sessuali.
Abalam le è ancora dentro e la ragazza tenterà il possibile per liberarsi dalla sua piaga.
Intrigante e allo stesso tempo disturbante "L'ultimo esorcismo" originale sottolinea menzogne e trucchi e smaschera l'equivocità di un uomo che si professa di Dio,ma che non crede,pur ricorrendo a pratiche religiose posticce a beneficio di coloro che ritiene vittime di debolezza psicologiche e psicosi mistiche.
L'ingresso in scena di Nell ruba subito occhi e attenzioni.
Il suo linguaggio del corpo e degli occhi è forte e il palcoscenico si allarga,spaziando dagli inganni all'innocenza violata di una ragazzina di provincia.
Nel sequel l'identità di Nell perde originalità e spessore e la protagonista si trasfigura in un personaggio anonimo e ordinario che si perde nello sfondo urbano,quasi che il cambio di ambientazione porti con sè il mutare dell'essere.
Questo marca profondamente lo spirito del film,cui viene negato il fiato originale per lasciar spazio al soffio stereotipato di un mistero debole e farraginoso.
Qua e là spiccano guizzi ed ipeboli di gusto,come i brani di delta blues rubati ad una terra dove la cultura della magia sposa il timore dell' Assoluto e dove dolore e miseria gridano l'angoscia di un canto che pare rimanere senza risposta.
Ma il respiro del film rimane stanco e affaticato e non bastano mosche,silenzi sospesi,sospiri,voci e sussurri a imbastire una sceneggiatura che qui è una pallida e insipida eco del lavoro oiginale.
Gli scrittori Ed Gass-Donnelly e Damien Chazelle cambiano l'ambientazione del primo film,ne sovvertono lo spirito e chiamano carnalità e desiderio a dare voce a fiati oscuri e forme a sogni sensuali,ma senza fornire spiegazioni ai significati di formule che rischiano di perdersi nei clichès di genere.
Peccato.
Vanno bene blues e maledizioni,ma il film chiude sulle note di una infernale rock tune.
Ma Giovanni Paolo II diceva che il diavolo non canta.
|