Titolo: Twixt
Titolo originale: Twixt
USA: 2011. Regia di: Francis Ford Coppola Genere: Horror Durata: 90'
Interpreti: Val Kilmer, Bruce Dern, Ben Chaplin, Elle Fanning, Joanne Whalley, David Paymer, Alden Ehrenreich, Anthony Fusco, Don Novello, Ryan Simpkins
Sito web ufficiale: www.twixtmovie.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: Inedito in dvd
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Immaginario
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Il viaggio surreale di questo Coppola ha il linguaggio visionario di un cammino di Dante con a fianco Virgilio attraverso l'Inferno e il Purgatorio.
Nelle invocazioni oniriche di "Twixt",il regista accosta ad uno scrittore in secca (Val Kilmer) lo spettro di Poe,anch'egli portatore di una lucerna per illuminare le ombre nei sogni di chi si è smarrito nella ricerca e nel rammarico.
"Twixt" traduce in un inglese poetico e raro una condizione posta nel mezzo e Coppola fa ricorso ad un termine ormai obsoleto per titolare un bizzarro mosaico di afflizione,misteri,incubi,crimine e vampirismo e comporre una fantasia naive che indulge forse con eccesso di enfasi sul virtuosismo visivo.
Hall Baltimore (Kilmer),scrittore di romanzi sulla stregoneria,soffre del tipico blocco professionale.
Durante un viaggio intrapreso per promuovere il suo ultimo romanzo,l'uomo capita in un paese congelato nel tempo e perso nel nulla della provincia,dove riceve dallo sceriffo locale (Bruce Dern) la grottesca proposta di una collaborazione per la stesura di un romanzo horror.
Lo spunto per il lavoro sarebbe il cadavere di una ragazza trovata con un paletto di legno conficcato nel petto e così lo sceriffo incarica lo scrittore di trovare un finale "a prova di proiettile" per chiudere alla grande la storia di vampiri stesa a quattro mani.
Hall si fa convincere,ma a secco di idee ma non di alcool,cerca nei sogni ispirazione.
Ed è nei sogni che lo scrittore si imbatte in V,una ragazza vampiro (Elle Fanning),che gli racconta della tragica vicenda di un Pastore (Anthony Fusco) che trucidò in paese un'intera scolaresca di bambini.
Hall cerca di sapere di più della storia,ricorrendo ai sogni con sempre maggiore frequenza e ricevendo,proprio nel sonno,l'assistenza di Edgar Allan Poe (Ben Chaplin).
Ma nei sogni di Hall emergerà anche il dolore mai sopito per la perdita della sua bambina,morta anni prima in un incidente.
Perso nell'atmosfera surreale di un sogno fantasy,l'idioma di "Twixt" è quello di un trascendente viaggio nei meandri della mente,poco incline a concedere immediatezza e intuitività e privilegiando,al contrario,l'opportunità del senso dell'interpretazione simbolica,qui termine ultimo di ogni fotogramma del film.
Le immagini in apertura riportano alle cittadine dei confini irreali di Rod Serling,dove l'immaginazione misura il polso al clima intrigante di un mistero sospeso e sfuggente e racchiuso in una realtà muta e ambigua.
Il campanile di un villaggio che sembra rubato dalle pagine dei racconti di Stephen King e che segna sette ore diverse con sette orologi differenti,ricorda i sogni surreali materializzati da Dalì in "Io ti salverò" e l'impostazione grafica delle immagini ricorre alle fotografie di Lynch,alle formule di Gilliam e talvolta desidera l'occhio di Hitchcock,in un distillato narrativo che pare avaro di suggerimenti sui significati delle sequenze e delle inquadrature.
Twixt vuol dire "tra" e il regista fa scorrere le immagini in una condizione ibrida che sfugge ad ogni natura esplicativa che possa conferire una definizione o elargire una spiegazione oggettiva ad accadimenti sospesi fra sogno e ragione.
"Twixt" pare una fiaba con il fiato della fantasia,dove il tempo è scandito dal continuo passaggio fra realtà e immaginazione,fra sonno e veglia.
Hall è viandante fra fantasia e mondo e i suoi viaggi traducono il paradosso di una ricerca nel sonno di una soluzione alle sue necessità (il libro) e alla comprensione di un mistero troppo grande per essere accettato (la morte della figlia).
Coppola pennella le visioni notturne di Hall con una tavolozza di cromatismi accesi,messi in risalto nelle ombre opache di scenari scuri e desaturati in un malinconico buio.
Allora il senso visivo viene pilotato da contrasti intenzionali,macchie guida in un viaggio nell'irrealtà notturna,dove Hall chiede lumi e ragioni a personaggi sognati in scenari surreali e citazioni letterarie.
Ovunque vigila la suggestione del confine.
Appare la frontiera fra Bene e Male,dove un lago che separa la comunità buona dalla malvagità di una setta,è simbolo di un abisso.
Poi c'è la linea fra veglia e sonno,che tesse la trama essenziale del racconto,dove il passaggio fra realtà e immaginazione viene accompagnato dalla lanterna fluorescente di Poe,ci sono i continui giochi di luci e ombre che marcano la fotografia e c'è il sapore della leggenda che oscilla incerta alle soglie della realtà.
Spettri,sepolcri,vampiri,assassini,sogni accendono il mondo fantastico di un lavoro fitto di simboli e suggestioni,facilmente percepibile come un manierismo intellettuale,ma più apprezzabile come confessione onirica,forse un tantino impegnata nel visionarismo,ma forse anche attenta a cogliere la dimensione del fantastico e tradurla con il linguaggio di un cinema che può ancora trasporre in immagini la formula del passaggio fra sogno e realtà.
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