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The Lazarus Effect: nuova Clip in italiano e intervista a Evan Peters
Disponibili nuovi contenuti in italiano via Notorious Pictures per The Lazarus Effect, l'horror fantascientifico con protagonista Olivia Wilde in uscita nelle sale il prossimo 21 maggio.
Oggi vi proponiamo una nuova clip e un video con un'intervista all'attore Evan Peters che molti ricorderanno per il ruolo del muatante Quicksilver nel cinecomic X-Men: Giorni di un futuro passato.
SULLA DMT: L’”ANIMA”DELLA SOSTANZA CHIMICA
Alla base delle strane esperienze di Zoe, vi sono gli effetti della DMT (Dimeltriptamina), un composto a base di triptamina, sostanza organica di origine vegetale, presente intrinsecamente, nel corpo umano. Si tratta di un intenso allucinogeno che alimenta famose piante che crescono in Ayahuasca le quali, provocando proprio allucinazioni, sono la causa, secondo alcuni scienziati, di racconti spirituali e surreali degli esseri umani. Non a caso, Rick Strassman, medico specializzato in psichiatria, teorizzò nel 1990 che un potente rilascio di DMT da parte del cervello, potrebbe spiegare il fenomeno tipico che prende il nome di “esperienze di premorte”, manifestazioni caratterizzate da elementi comuni quali bagliori intensi e visioni beate.
L’abilità della DMT di plasmare la realtà fantastica ed allungare le nostre percezioni del tempo, dà ai ricercatori in The Lazarus Effect una possibile spiegazione del motivo per cui Zoe si risveglia dal suo stato di morte passeggera, credendo di rimanere intrappolata per anni all’interno di una memoria agghiacciante. Il regista David Gelb spiega che il concetto che vuole trasmettere il film è quella di mostrare che la DMT pervada il cervello, mettendone in moto l’immaginazione, per cui, quando ci si trova sul punto di morte, è come andare incontro ad un viaggio turbolento in cui si vive tutta la propria vita o le paure ed emozioni più oscure.
Lo sceneggiatore Jeremy Slater aggiunge di essere stato a lungo ossessionato dall’idea della presenza di DMT nel cervello dell’uomo e dall’ipotesi che, al momento della morte, il corpo sia pervaso da questa sostanza, provocando alle persone visioni intense. A questo punto è molto intrigante, secondo Slater, sapere cosa accade quando si muore.e visioni di Zoe, tuttavia, non sono solo frutto della sua immaginazione ma provengono da un passato autentico e minaccioso, una vita precedente fondata su ardore e peccato, che sembra averla gettata in un travolgente abisso mentale. Questo processo diventa l’elemento peculiare del film che ci conduce verso la dannazione eterna.
Gelb ci fa riflettere sul fatto che quando si muore, non solo si vede tutta la vita passare davanti ai propri occhi, ma si viene trasportati in un preciso ricordo, il peggiore della propria esistenza, per cui il regista e tutti il suo cast tecnico hanno iniziato a considerare questo concetto una visione personale dell’Inferno. Gelb si chiede, inoltre, se l’aldilà sia qualcosa che ognuno di noi si crea, un luogo in cui si rimane intrappolati per sempre. Slater porta avanti questo pensiero, confessando che, a suo avviso, l’idea dell’Inferno quale momento reale, un ciclo infinito che si ripete per 24 ore, è molto più spaventosa e inquietante dell’immagine del lago di fuoco. Mentre la giuria è ancora fuori strada per quanto riguarda il ruolo che gioca la DMT sulla morte - e il motivo - in The Lazarus Effect, la sostanza chimica prende parte ai i tentativi dei ricercatori di capire cosa sia accaduto alla loro amica quando se ne è andata. Tuttavia, nemmeno la DMT riesce a dare una spiegazione sul perché Zoe ritorna in vita in uno stato alterato, disturbato, che li spinge a soccorrerla.
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