La ragazza che sapeva troppo
Scritto da Chicco D'Aquino   
mercoledì 17 giugno 2020

La ragazza che sapeva troppo (The Girl with All the Gifts) Gran Bretagna 2016 Regia di: Colm McCarthy Genere: Drammatico Durata: 110' Cast: Gemma Arterton, Paddy Considine, Glenn Close, Sennia Nanua, Anamaria Marinca, Dominique Tipper, Anthony Welsh, Fisayo Akinade.
Nelle sale dal:
Netflix

Recensione di: Chicco D'Aquino Voto: 6,5
L'aggettivo ideale: Innovativo...

A Birmingham e nel mondo le cose non vanno proprio per il verso giusto, soprattutto quando alle porte c’è unala_ragazza_che_sapeva_troppo_2.jpg destabilizzante orda zombie. Un centro per la ricerca di un vaccino (ancora!) in mano a militari e civili tenta di capire e gestire un gruppo di ragazzini, all’apparenza “normali”, che hanno una particolarità non da poco:appena ti vedono vorrebbero farti a pezzi e più precisamente divorarti. Immobilizzati per evitare scene di cannibalismo ripetuto, i giovanissimi antropofagi vengono catechizzati con scarsi risultati da un’equipe (diremmo in tempi ordinari “socio-sanitaria”) nel tentativo di convertirli a un comportamento adeguato. Tra essi spicca un elemento con un QI altissimo, la decenne Melanie. Ben presto si distinguerà nelle varie peripezie che i sopravvissuti all’invasione zombie dovranno affrontare e nel particolarissimo rapporto con Helen, una psicologa che molto si è battuta per evitarle una brutta fine (dissezionamento cerebrale, sempre alla ricerca del benedetto vaccino).

Capovolgimento spettacolare di una struttura narrativa sui morti viventi ferma da decenni, ribalta i classici canoni espressivi-da una parte gli zombi qui chiamati famelici e gli umani costretti alla fuga- attribuendo un ruolo anche positivo alla giovane Melanie.
Sebbene animata da istinti carnivori collabora con l’equipe in fuga ed è l’artefice di un coup de theatre che solo il finale svelerà in tutta la sua genialità. Girato a Birmingham e dintorni da Colm Mc Carty, sceneggiato dall’autore del libro omonimo, Mike Carey il film è imperniato sulla duplice essenza della protagonista, incontenibile animale belluino e dolce preadolescente pacata e giudiziosa. Una piccola Hyde-Jekill con l’aggiunta di una autoconsapevolezza marcata e sorprendente. Stevenson non avrebbe chiesto di meglio! Infatti le scene più ad effetto sono quelle in cui, fattasi liberare dai lacci messigli per evitare aggressioni, si ciba di animali erranti per i villaggi, ritornando dai suoi carcerieri-sodali tutta imbrattata di sangue come se fosse ordinaria amministrazione.

E, passato un attimo di sconcerto lo spettatore si abitua all’idea del sangue come se fosse quintessenziale alla logica comportamentale di Melanie, una caratteristica ineliminabile e ineludibile della sua strana esistenza. Strana almeno in apparenza per noi, esseri urbanizzati ma a cui non è estraneo l’orrore del sangue di cui è anche intrisa la storia della civiltà occidentale, dal colonialismo brutale di Roma antica, alle nefandezze criminali del Terzo Reich e alle spietate repressioni del regime stalinista: milioni di vite spezzate che tuttora aleggiano nella memoria collettiva europea, scarnificata da una cattiva informazione e da un’eternizzazione del presente che toglie il fiato e rende passato e presente scissi e slegati da qualsiasi possibile vincolo di continuità storica.

Un cenno doveroso a regista e attori. Dietro la macchina da presa troviamo il rodato Colm McCarty specializzato in serie tv. Sua la direzione dell’episodio “Black museum” ultimo della quarta serie di “Black mirror” e dei sei episodi della quarta stagione di “Peaky Blinders”. Una garanzia. Melanie è interpretata dalla luminosa Sennia Nanua qui al suo esordio cinematografico “vero”, dopo il corto “Beverly” e i recenti “The fight” e “Frankie”. Ha vinto il primo premio come miglior attrice nel 2016 al quarantanovesimo Sitges Film Festival in Spagna e tra le altre, una nomination al BAFTA, uno dei più prestigiosi festival di cinema britannico. Gemma Arterton nei panni di Helen è efficace e disinvolta in un ruolo non facile e Glenn Close, la dottoressa Caroline, si cala alla perfezione nella donna di scienza, poco empatica ma che non demorde nonostante le mille, mostruose avversità. Infine, last but not least Paddy Considine, poliedrico artista di volta in volta cantante, regista, attore e sceneggiatore nelle vesti del risoluto sergente Eddie. “Peaky Blinders” e “Outsiders” i suoi ultimi cavalli di battaglia. In conclusione, un’opera decisamente insolita e controcorrente, degna del successo meritato.