I predatori
Scritto da Mirko Trincato   
lunedì 19 ottobre 2020

I predatori (I predatori) Italia 2020 Regia di: Pietro Castellitto Genere: Drammatico Durata: 120' Cast: Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Pietro Castellitto, Giorgio Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli.
Nelle sale dal:
22/10/2020
Recensione di: Mirko Trincato Voto: 7
L'aggettivo ideale: Arguto...

Dopo il totale consenso di critica al Festival del Cinema di Venezia, il 22 Ottobre “I Predatori” sbarcherà in tutte le sale cinematografiche italiane.
Opera prima i_predatori.jpgdell’attore ed adesso anche regista Pietro Castellitto che porta linfa al nuovo cinema italiano; si aggiunge ai vari Fratelli d’Innocenzo, Mattia Rovere e Gabriele Mainetti.

Non c’è dubbio, c’è un talento incredibile e inaspettato per quanto riguarda la regia di Castellitto, mette in scena il cinismo più totale con assoluta credibilità e con una spiccata voglia nel voler uscire fuori dagli schemi.
Parte già dalla vittoria (meritata) del sempre Festival di Venezia come “Miglior Sceneggiatura”.
La scrittura, la sceneggiatura e la regia; è tutto nelle sue mani.

Ci troviamo di fronte a due famiglie romane, una benestante, e l’altra proletaria e fascista, dove tra le due storie apparentemente distanti si avvicinerà un “predatore”. Scelta coraggiosa quella di mettere in primo piano un cast inusuale, dove finalmente troviamo delle facce “nuove” che fanno da traino al film, e non cast come spesso succede riciclati.

La pellicola fa critica sociale non prendendosi sul serio, mette due generazioni a confronto completamente lontane, quella tra padre e figli e si nota nei dialoghi quanto ci siano questi richiami.
E’ il simbolo della frustrazione; i borghesi incazzati e antipatici, mentre i fascisti ci stanno simpatici, il tutto è molto distopico.

Parlando di montaggio e scrittura, pensandoci la costruzione delle tre storie che si intrecciano a meraviglia, può ricordare un po' Pulp Fiction o comunque quel modo di fare un cinema “Tarantiniano”, ma con stile; naturalmente calcolando i dovuti paragoni.

Opera prima che non delude e ci lascia grandi speranze per il futuro. “Ho pronte tre sceneggiature e mezzo”, dice Castellitto.