Il risveglio delle tenebre
Scritto da Piergiorgio Ravasio   
giovedì 22 novembre 2007

Il risveglio delle tenebre
Titolo originale: The dark is rising
USA: 2007. Regia di: David L. Cunningham Genere: Fantasy Durata: 94'
Interpreti: Ian McShane, Alexander Ludwing, Christopher Eccleston, Jonathan
Jackson, Gregory Smith, Wendy Crewson, Amelia Warner, James Cosmo, Frances Conroy, Jim Piddock
Sito web: www.seekthesigns.com
Nelle sale dal: 23/11/2007
Voto: 5
Recensione di: Piergiorgio Ravasio

ilrisvegliodelletenebre_leggero.jpgL'eterna lotta tra il bene e il male fin dai tempi memorabili ha visto - accanto alla letteratura - le sale cinematografiche come il luogo più consono dove mettere radici.
Che si chiami scontro tra bene e male, tra buoni e cattivi o tra Luce e Oscurità (come in questo caso) poco importa. Quello che conta, per quanto naturale, è la resa dell'argomento sul grande schermo e l'impatto emotivo che pellicole del genere riescono a suscitare nello spettatore.
Sarà per colpa della tematica (un po' troppo inflazionata in questi ultimi anni), sarà a causa del regista David Cunningham (che ha alle spalle una carriera nel campo dei documentari), ma nel caso di questo "Risveglio dalle tenebre" - che è poi l'auspicio che facciamo al pubblico in sala dopo novanti minuti di gesta più o meno valorose - l'esile trama, prevedibile e scontata, conviene venga presto dimenticata da chi si attende un thriller coinvolgente e che riesca a catture lo spirito dell'opera letteraria. Ebbene sì. Perchè la pellicola - come spesso capita in questo filone di film - proviene dalla saga letteraria della famosa Susan Cooper, scrittrice per l'infanzia più conosciuta al mondo, che con il suo "Sopra il mare, sotto la terra" (che poi è il suo primo libro della serie "Il risveglio delle tenebre") inizia a gettare le basi
dell'intera vicenda con le sue evidenti influenze di arturiana memoria, mitologia celtica, leggende varie e credenze popolari che provengono proprio dalla sua terra di origine.
Dalla penna della scrittrice salta fuori oggi un quattordicenne (Will) che si rende presto conto di non essere un adolescente qualunque ma qualcuno chiamato il Cercatore, che ha un intuito e dei poteri speciali e il cui compito specifico è quello di trovare dei piccoli segni in cui è nascosto il potere della Luce.

Nel mentre il Male continua la sua pericolosa ascesa, il giovane deve trovare questi segni, restaurare il potere della Luce e sconfiggere l'Oscurità.
Nel viaggio più importante della sua vita, Will utilizzerà i suoi poteri per spostarsi nel tempo, far volare gli oggetti e mettere in mostra una forza sovrannaturale per combattere il male, rappresentato dal Cavaliere, che cerca di rigettare il mondo nel gelo e nell'oscurità.
Will, combattendo con se stesso e contro tutte le forze oscure che vengono scatenate contro di lui, e con la vicinanza degli "Antichi" che lo rassicurano, dovrà fare di tutto per salvare il mondo.
Un compito troppo arduo per il ragazzino "della porta accanto" che sembra voler ricalcare le orme del più avvicente cuginetto Harry Potter o ispirarsi al suo avo Atreyu della "Storia infinita" che, come lui, si rifugia in una caotica soffitta ed inizia a sognare il suo mondo fiabesco e irreale.
Solo che Will (il suo legame con Harry Potter si limita ad una pubblicità fatta qualche anno fa) a differenza di questi altri modelli contemporanei, presenta i limiti di una normalità calata a forza in un contesto di circostanze straordinarie alle quali non risulta essere all'altezza.
Sembra più desideroso di giocare coi propri superpoteri che non rendersi conto dell'enorme compito che gli è stato assegnato come settimo figlio di un settimo figlio.
E così, anche quel cambiamento interiore da ragazzo insicuro che scopre la sua personalità e la missione della sua vita, non risulta per nulla marcato da una pellicola che stenta a far decollare questa componente interiore ed emotiva.

Alla fine di tutto cosa rimane di questo script infelice e per nulla originale?
Un viaggio inappagante in compagnia del Cercatore, alcuni combattimenti vichingi, salti avanti e indietro nel tempo, qualche inondazione e una dovizia di corvi e serpenti degni delle grandi avventure di Indiana Jones.
Mescolati a degli effetti speciali (qui qualcosa effettivamente possiamo salvare) che forse incontreranno il favore del pubblico più giovane e che fanno da sfondo a combattimenti con asce e spade, si arriva piuttosto annoiati al ritrovo dei tanto agognati sei segni che consentono all'umanità di continuare a sopravvivere.
Non sappiamo dirvi se il libro sia più avvincente della trasposizione cinematografica di Cunningham e se il suo film sia fedele all'essenza del libro di Susan Cooper mantenendone l'integrità.
Sicuramente possiamo affermare che l'adattare un'opera classica assicurandosi che venga compresa dal pubblico contemporaneo non è opera semplice da realizzare.
"Anche la luce più fioca può brillare nell'oscurità" ... Spiace, ma qui si vede solo buio e il tunnel sembra ancora lungo da percorrere.