Postal
Scritto da Stefano Cocci   
domenica 31 agosto 2008

Postal
Titolo originale: Postal
USA, Canada, Germania: 2007 Regia di: Uwe Boll Genere: Commedia Durata: 100'
Interpreti: Zack Ward, Dave Foley, Jackie Tohn, Erick Avari, Michael Benyaer, Chris Coppola, J.K. Simmons, Ralf Moeller, Holly Eglington
Sito web: www.postal-the-movie.com
Nelle sale dal: 29/08/2008
Voto: 4
Trailer
Recensione di: Stefano Cocci

postal_leggero.jpegNell'immaginaria cittadina di Paradise un giovane disoccupato che conosceremo solo come Postal Dude tenta di uscire dall'emarginazione professionale, sociale e umana. Chiede aiuto a suo zio, un predicatore da strapazzo che vive sfruttando la dabbenaggine del prossimo. Il loro piano per il successo si incrocia con quello omicida di un gruppo di talebani: rubare un carico di bambole per venderlo su eBay, mentre i terroristi vogliono usarlo per diffondere un virus.
Postal è l'ennesimo sforzo del regista tedesco Uwe Boll di trovare un posto al sole nell'industria cinematografica. I precedenti tentativi sono tutti andati a vuoto, meritandogli l'appellativo di "peggior regista del mondo".
Questo "Ed Wood" del XXI secolo è "conosciuto" per gli adattamenti di videogiochi come Alone in the Dark e, almeno nel titolo, Postal non fa differenza. Il videogame è utilizzato come spunto per montare una commedia che ha la pretesa di voler essere scomoda, attaccando i cliché, i miti e quello che c'è di più sacro negli Stati Uniti.
Tutti finiscono senza riguardo nel fuoco incrociato delle battute di Boll: l'11 settembre, la polizia, il puritanesimo, il sogno americano, Starbucks e il film è condito con scimmie che stuprano nani, nudi frontali maschili, bambini massacrati nelle sparatorie, Osama bin Laden e George W. Bush che concordano gli attentati.
Qua e là Boll strappa qualche sorriso presto, però, sommerso dalla gazzarra di un film costruito con approssimazione, che manca completamente di una sceneggiatura strutturata, in cui le scene spuntano come funghi senza collegamenti o riferimenti, con personaggi nemmeno accennati che rispondo a pulsioni del tutto incomprensibili e senza un filo logico. In questa confusione si riesce a comprender solo una cosa: posto di fronte alla scarsità del proprio talento Boll ha fatto una scelta, meglio essere odiato piuttosto che dimenticato.
Nel frattempo, sarebbe meglio dimenticare in fretta questo film.