Australia
Scritto da Samuele Pasquino   
venerdì 23 gennaio 2009

Australia
Titolo originale: Australia
Australia, USA: 2008. Regia di: Baz Luhrmann Genere: Avventura Durata: 144'
Interpreti: Nicole Kidman, Hugh Jackman, David Wenham, Bryan Brown, Ben Mendelsohn, Jacek Koman, Bruce Spence, Jack Thompson, John Jarratt, Bill Hunter, Barry Otto, Essie Davis, David Gulpilil, Ray Barrett
Sito web: www.australiamovie.com
Nelle sale dal: 16/01/2009
Voto: 8
Trailer
Recensione di: Samuele Pasquino

australia_leggero.jpegAustralia, 1939. La nobildonna Sarah Ashley (Nicole Kidman) parte alla volta di Darwin, dove la aspetta il marito. Giunta alla loro tenuta di Faraway Downs, Sarah scopre che il consorte è stato assassinato. Decisa a continuare il lavoro, la donna si prepara a condurre una mandria di bestiame fino alla città, dove Carney, un affarista senza scrupoli, detiene il monopolio sul mercato della carne.
La aiuteranno Drover (Hugh Jackman), un mandriano scorbutico ma molto abile, un nero e un bambino aborigeno sveglio e coraggioso.
Lungo il percorso il losco Fletcher (David Wenham) e i suoi uomini, al servizio di Carney, tenteranno di disperdere la mandria. Arrivati comunque a destinazione, Sarah e Drover consegnano il bestiame e poi, innamoratisi, vanno a vivere insieme nella tenuta insieme al bambino. Qualche tempo dopo, però, il ragazzino viene preso dalla polizia locale e portato in un'isola per integrarsi con i bianchi dei territori del nord.
Mentre è alla sua ricerca, Sarah si ritrova coinvolta nel bombardamento di Darwin ad opera degli aerei giapponesi, reduci dal precedente attacco alla base americana di Pearl Harbor. Drover tenta di riportare il bambino a casa e ritrovare Sarah.

Baz Luhrmann abbandona in parte i toni mielosi e prolissi di "Romeo+Juliet" e "Mulin Rouge" per tessere una tela solida e ben rifinita sulla quale dipingere un quadro d'autore. L'opera cinematografica di Luhrmann consiste in una meravigliosa storia epica dalle consistenti sfumature romantiche, una dedica sincera alla sua terra. Egli decide di descrivere l'Australia in un modo tutto suo, riempiendo le inquadrature ad arte e decorandole con uno stile barocco e intelligentemente equilibrato, mostrando gli sconfinati paesaggi australiani con la sistematica modalità in campo lungo, tipo di ripresa affine a catturare la bellezza degli orizzonti.
Il cineasta studia attentamente le luci con le quali riproduce dei tramonti poeticamente commoventi e ritrae dei deserti talmente rarefatti da sembrare quasi sospesi nel cielo.
Tecnicamente, la regia di Luhrmann non eccede in virtuosismi ma sfrutta tutto il talento del suo autore, funambolo della cinepresa con spiccate tendenze al movimento di macchina meditato e coerente al contesto. "Australia" è un film raccontato, lo spettatore ode spesso la voce del piccolo aborigeno narrare la storia con tutta l'ingenuità e l'innocenza tipica del bambino distante dalle logiche prettamente adulte, quelle dispute di potere ed ossessioni che pervadono i territori del nord dove la vicenda si svolge.
C'è soprattutto uno confronto di etnie, ma questa volta l'odio del bianco si riversa sui cosiddetti meticci, coloro nati da un occidentale e un aborigena. Sarah palesa inizialmente tutta la sua alterigia da aristocratica snob nei confronti di Drover, completamente diverso in quanto a comportamenti ed estrazione sociale.
Tuttavia sarà proprio la rudezza del mandriano ad attrarla e a spingerla a estrapolare la bontà dell'uomo.
Il film si basa su una sceneggiatura tripartita: la prima parte si concentra sulla conduzione della mandria a Darwin, la seconda focalizza l'attenzione sull'amore che sboccia fra Sarah e Drover, infine l'ultima parte riguarda il bombardamento di Darwin e la ricerca del bambino.
C'è spazio anche per un sottile gioco di magia, nel quale sono coinvolti sia il ragazzino che il nonno, un eremita indigeno dalla natura selvaggia ritenuto l'assassino di lord Ashley.

Riepilogando, Lurhmann compie un grande capolavoro passionale ed avvincente: nessuna scena stanca, anzi se ne annoverano parecchie veramente interessanti se non addirittura spettacolari, da menzionare quella del recupero delle bestie tra i canyon australiani.
Il regista coglie perfino l'occasione per fare un po' di metacinema, citando prima verbalmente "Il mago di Oz", favola narrata da Sarah al bambino, poi proiettandolo visivamente su uno schermo all'aperto.
La musica è straordinaria e un estratto diegetico recitante "Somewhere over the rainbow" pervade l'epica avventura scandendone alcuni momenti significativi.
L'attacco giapponese a Darwin viene costruito con una formula similare a quella utilizzata da Michael Bay in "Pearl Harbor", ma non si tratta di una pedante imitazione bensì di un insegnamento accademico recepito e riproposto con acuta scaltrezza. Il romantico ritratto dell'Australia di Lurhmann ci fornisce utili spunti per riflettere sulle cosiddette "generazioni rubate", atte ad indicare l'integrazione forzata degli aborigeni nei territori del nord da parte degli inglesi.
Ottima la coppia Kidman Jackman, e pensare che Nicole si è detta in più occasioni estremamente delusa per la sua interpretazione. La modestia di una grande attrice non inganna, così come il risultato di quest'opera compiuta e affascinante, per estetica, stile e contenuti semplicemente ottimo.