I love Radio
rock
Titolo originale: The Boat That Rocked
Regno Unito:
2009 Regia di: Richard Curtis Genere: Commedia Durata: 135'
Interpreti:
Philip Seymour Hoffman, Emma Thompson, Kenneth Branagh, Gemma Arterton, Bill
Nighy, January Jones, Jack Davenport, Talulah Riley, Rhys Ifans, Nick
Frost
Sito web: www.theboatthatrocked.co.uk
Nelle sale dal:
12/06/2009
Voto: 9
Trailer
Recensione di: Samuele Pasquino
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Anni '60, Regno Unito.
Stazioni radio pirata trasmettono musica 24 ore su 24, riscuotendo un enorme successo presso gli ascoltatori britannici. Una di queste, Radio Rock, risiede su una nave nel mare del Nord, con un gruppo di dj assolutamente pittoreschi: tra loro si distinguono il Conte (Philip Seymour Hoffman) e Gavin (Rhys Ifans).
Quentin (Bill Nighy), il proprietario, ospita sull’imbarcazione il figlioccio Carl per farlo crescere e maturare. Il nemico dichiarato delle vivaci radio è il ministro Dormandy (Kenneth Branagh), che tenta in tutti i modi di screditarle e dichiararle illegali.
Con la sua intraprendenza e vivacità, “I love Radio Rock” si prefigge il compito ambizioso di descrivere il periodo mitico e vasto degli anni ‘60, elevandosi a vero e proprio affresco storico moderno proponendo una sua personale espressione musicale davvero esaltante. Il nostalgico Richard Curtis mette in scena una pazza commedia trascinante, trattando con energia ed approccio istintivo un’epoca contraddistinta dal ritmo e dalla musica nella sua variegata essenza, quel rock n’roll che mandava chiunque in estasi. Il repertorio musicale impera con classe e stile melodico, liberando adrenalina e sana follia e producendo sensazionali amarcord di immagini, costumi, tendenze e gran sonoro. Il pittoresco stile narrativo sfocia in una trama che è in fondo cronaca e trattazione storica, voce dai valori urlati.
Ogni pezzo proposto dagli stravaganti dj detta i tempi dei momenti, dei ricordi e degli stati d’animo immediati, in modo tale che la vicenda poggi sulla musicalità e l’allegria. Curtis ci presenta con orgoglio un gruppo di personaggi assolutamente significativi e mai banali. Tra i “characters” troviamo il barbuto Conte, trascinatore interpretato da un meraviglioso Philip Seymour Hoffman; il playboy e voce sensuale Gavin, cui da il volto Rhys Ifans; il nobile Quentin, carismatico capo che si avvale della stilosa recitazione di Bill Nighy, il Davy Jones dei "Pirati dei Caraibi", ora pirata delle radio. Insieme a loro fanno la loro personale comparsa altre figure decisamente fuori dal comune, ognuno con una propria morale e un proprio senso del ritmo, tutti vicini al giovane Carl, ragazzo immerso in un’avventura di libertà e spensieratezza. Il personaggio contrapposto all'oasi felice dei pirati è d'obbligo diametralmente opposto, il cinico e noioso ministro Dormandy, intenzionato a mettere fine alle radio considerate fuorvianti.
Curtis si dimostra abile a distinguere le due fazioni in altrettanti ambienti contestualmente e fisicamente diversi, tant’è che Radio Rock scalda lo schermo con simpatia, trasportata dalle note ruggenti di un’epoca dirompente, mentre i luoghi in cui si muove il ministro appaiono a ragione desolati, freddi come lui e intrisi malinconicamente di un bigottismo imperante e ostinatamente solitario.
Risulta chiaro l'intento di offrire al pubblico una sorta di parodia del governo inglese, stemperando la tensione e ironizzando sull'integrità insensata di un'istituzione troppo radicata e conservatrice. L’aneddotica del film è forte e coinvolgente, la vita sulla nave si configura come una parabola sul piacere di un’esistenza votata alla musica divulgata e spiegata. Nella storia assistiamo ad un plebiscito che sancisce in qualche modo il trionfo della radio, stabilito dalla voglia dei teenager e delle persone comuni di divertirsi senza limiti alcuni, snobbando le rigide regole di una nazione abituata ai formalismi e ai cerimoniali prolissi e noiosi, sebbene facciano parte di una cultura storica collocata.
“I love Radio Rock” è un film che ha carisma, si ride di gusto e ci si commuove con pezzi unici e memorabili, parliamo quindi di un capolavoro di risate che fa riflettere sulla potenza mediatica di uno strumento di intrattenimento affidato a persone che vogliono sognare e poter parlare alla gente.
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