Agonia sui ghiacci
Scritto da Roberto Fedeli   
sabato 01 agosto 2009

Agonia sui ghiacci
Titolo originale: Way Down East
USA: 1920 Regia di: David Wark Griffith  Genere: Drammatico Durata: 120'
Interpreti:  Lillian Gish, Josephine Bernard, Lowell Sherman, Richard Barthelmess
Sito web:
Nelle sale dal: 1920
Voto: 8.5
Trailer
Recensione di: Roberto Fedeli

agoniasuighiacci_leggero.jpgDavid Wark Griffith, l’inventore del cinema narrativo, trasforma la pièce teatrale “Annie Laurie” in un melodramma commovente e provocante.
La campagnola Anna Moore( la splendida Lillian Gish) si reca in città per denaro e viene inebriata dal narcisistico life style dei suoi parenti.
A Boston viene sedotta ed abbandonata dal classico villain melodrammatico(Sanderson), che la irretisce per mezzo di un matrimonio fasullo. Il decesso del figlio, nato dall’infame unione tra i due, realizza il climax teatrale dell’intera vicenda.
La vittima rinnegata trova lavoro nella fattoria Bartlett, dove si innamora di un sedicente giovane; ma la scoperta del suo ruolo di madre nubile da parte della famiglia, porterà l’eroina all’allontanamento in una notte di tempesta.
La sequenza finale del salvataggio da parte dell’innamorato, ristabilisce la quiete e l’innocenza con la quale si era aperta la pièce.
Griffith crea un vortice di emozioni, attraverso un telo melodrammatico prossimo alla banalità.
Il topos della ragazza perseguitata testimonia il suo debito verso la narrativa ottocentesca.
Il salvataggio all’ultimo minuto, sul fiume ghiacciato in prossimità dell’indocile cascata, realizza la base del suo montaggio alternato. L’opera si apre con una calma apparente, in un luogo sicuro come la casa.
Ma la famiglia versa in cattive condizioni economiche e la figlia deve bramare soccorso in un altrove che la disintegrerà.

Il contrasto tra la vita all’uncinetto della protagonista e la regale festa della famiglia di Boston, è il sinonimo della dicotomia chiaroscurale tra purezza ed eccesso.
La donna è assimilata in un narcisismo ingannevole e seducente, che la relega al ruolo di spettatrice del suo destino.
Il ritorno in seno ad una seconda famiglia, rappresentata dal nucleo della fattoria, è solo l’illusione della frescura, prima dell’incombente tormenta. Il nuovo arrivo del sadico Sanderson presso la tenuta, fa emergere il dramma nascosto dalla vergogna della donna.
Anche la morte di un figlio è parte del dolore che deve tacere, in nome della fatale affermazione del regime patriarcale.