L'ultimo esorcismo
Titolo originale: The last exorcism
USA, Francia: 2010. Regia di: Daniel Stamm
Genere: Horror
Durata: 87'
Interpreti: Patrick Fabian, Ashley Bell, Iris Bahr, Louis Herthum, Caleb
Jones, Tony Bentley, John Wright Jr, Shanna Forrestall, Justin Shafer,
Carol Sutton, Victoria Patenaude, John Wilmot, Becky Fly, Denise Lee,
Logan Craig Reid, Sofia Hujabre, Adam Grimes, Caleb Landry Jones, Cy
Fahrenholtz, Geraldine Glenn, Cynthia LeBlanc, Elton LeBlanc
Sito web ufficiale: www.thelastexorcism.com
Sito web italiano: www.ultimoesorcismo.it
Nelle sale
dal: 03/12/2010
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Documentaristico
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L’ultimo esorcismo rappresenta la seconda regia per Daniel Stamm, che ha esordito con A Necessary Death nel 2008. L’intento del film, presentato al 28 Torino Film Festival, è spingere lo spettatore a porsi delle domande ben precise. I produttori hanno voluto adottare uno stile documentaristico al fine di rendere ciò che lo spettatore vede sullo schermo il più reale possibile e portarlo più vicino ai personaggi.
Il reverendo Cotton Marcus pratica l’esorcismo da 25 anni, inscenando sempre dei falsi riti.
Decide di cambiar vita, ma prima vuole portare a termine un ultimo lavoro che sarà interamente ripreso da una telecamera, per farne un documentario. Con la piccola troupe di due persone si reca in Louisiana, nella fattoria degli Sweetzer, la cui figlia adolescente Nell sembra essere posseduta dal demonio. L’ultima speranza per il padre è che le venga praticato un esorcismo per liberarla dal male.
Il reverendo Marcus mette in atto i suoi trucchi, tranquillizzando Nell e il padre. Oramai è sera e la piccola compagnia decide di fermarsi in un motel lungo la strada del ritorno. Qualcosa desta la loro tranquillità e tornando alla fattoria metteranno a dura prova ciò in cui credevano. Le conseguenze saranno inaspettate.
Il rito dell’esorcismo non è un pratica in disuso come si potrebbe pensare. In questo antico rito medievale si crede ancora oggi e vengono stimate annualmente parecchie richieste di questo genere. Se si pensa ai soli Americani, una percentuale non trascurabile crede nella possessione e ci sono molti reverendi, pastori e via dicendo che lo praticano.
Il film vuole mettere in discussione questa pratica e parte dallo scetticismo. Sono molti i casi in cui i disturbi psicologici di un individuo possono far cadere nell’errore. Traumi o abusi infantili, o l’isolamento di una persona può portare a dei comportamenti fuori dal comune, maniacali, ma non per questo bisogna pensare che sia posseduta.
Attraverso la figura del reverendo si è voluto dimostrare come a volte la convinzione di una cosa renda ciechi, il profondo bisogno di credere, in qualsiasi cosa che possa dare una spiegazione accettabile al male, fa scaturire un certo tipo di fede. Tutti, bene o male, credono in qualcosa di più grande dell’essere umano, per andare avanti nella vita.
È un bisogno primario e primordiale. Il regista mette lo spettatore in una situazione di ambiguità, gli fa credere una cosa per poi farlo vacillare e porsi delle domande: la possessione può esistere?
È fanatismo religioso o una malattia mentale? Ciò che accade alla ragazza è determinato dal soprannaturale o dalla malvagità umana (perfettamente plausibile ai giorni nostri, come anche in passato)?
L’intento di Stamm è stato quello di realizzare un film che avesse un approccio diverso e che parlasse di fede in una maniera del tutto nuova, puntando l’attenzione su quale sia il ruolo della fede oggi e di come essa possa essere tanto benefica quanto distruttiva nella vita di una persona.
La dichiarazione di intenti non rispecchia sempre il pieno risultato. Per quanto i realizzatori volessero stare lontano dai clichè del genere, ci sono finiti dentro per quasi tutta la seconda parte, vanificando quasi una prima parte che riesce ad attrarre e tenere in sospeso uno spettatore incuriosito di ciò che avverrà dopo. Molto bella è stata l’idea di creare un film che sfatasse il mito degli esorcismi, mostrandone la finzione, un po’ come se si facesse un film sui finti maghi, cartomanti, medium e guaritori che invadono la civiltà odierna in un numero abnorme.
Il film è stato girato in vere location della Louisiana rurale, in una vera fattoria, con una casa che possedeva quasi la totalità dell’aspetto di cui il regista aveva bisogno, arredata con mobili antichi e vecchi.
La scelta delle cromie della casa ne rispecchia l’orrore dei suoi abitanti. Si è privilegiato uno sfondo di colori sull’arancio per il piano superiore luogo d’origine dell’orrore e dei colori più freddi per il piano inferiore che rappresenta la finta facciata di questa famiglia piena di mistero.
L’ultimo esorcismo è un film con delle buone idee, che potrà piacere agli amanti del genere.
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