Django
Scritto da Andrea Matera   
venerdì 18 febbraio 2011

Django
Titolo originale: Django
Italia: 1966. Regia di: Sergio Corbucci Genere: Western Durata: 91'
Interpreti: Franco Nero, Loredana Nusciak, José Badalo, Angel Alvarez, Eduardo Fajardo, José Bodalo, Luciano Rossi
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 1967
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Andrea Matera
L'aggettivo ideale: Gotico
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DjangoUn disertore dell’ esercito nordista di nome Django , dopo aver salvato una giovane prostituta da un gruppo di uomini, giunge in una spettrale cittadina al confine con il Messico.
Qui incontra  il colonnello Jackson , comandante di un piccolo plotone di uomini, diventati fanatici razzisti e seguaci del Ku Klux Clan e i ribelli messicani guidati dal generale Hugo Rodriguez, ex-compagno di avventure di Django.
Dopo aver massacrato gran parte degli  uomini di Jackson grazie all’ oggetto contenuto nella bara da egli trascinata , prepara con l’appoggio dei messicani, l’assalto al forte situato in Messico, dove si trova custodito l’oro di Jackson (vero motivo del suo vagabondare in quelle terre).
L’assalto al forte riesce ma Django non si fida dei suoi nuovi compagni e fugge con il bottino assieme alla giovane donna salvata in precedenza, ormai follemente innamorata di lui.
La fuga però fallisce ; la ragazza viene gravemente ferita e all’ ex-soldato vengono fratturate entrambe le mani. Ferito nel corpo e nell’anima, Django decide  di affrontare il colonnello Jackson e i suoi uomini; il duello avverrà in un cimitero..

Django rappresenta per il cinema italiano, il primo western iperviolento, lontano dalle atmosfere “mitiche” leoniane.
L’eccessiva violenza (la scena dell’orecchio disturba ancora oggi)  i personaggi amorali (tra cui , in parte , lo stesso Django) e  i luoghi rappresentati con un mix  di realismo e visionarietà (l’arrivo di Django nella cittadina ne è un ottimo esempio) allontanarono l’opera dai western fino ad allora realizzati creando un atmosfera più vicino al genere horror.
La sceneggiatura, rimanda più di volta con la memoria ai film di Leone con l’aggiunta di  alcune idee efficaci sia dal punto di vista visivo che narrativo (l’uso della bara  e lo svolgimento del duello finale , sono ottimi esempi) .

Non tutto però è sviluppato benissimo, i personaggi  non sono ben sviluppati  ( anche lo stesso personaggio di Django subisce in parte, lo stesso trattamento) la scarsità della produzione e il cast mediocre (tranne il protagonista , un carismatico Franco Nero) sono i principali difetti di questa pellicola.
L’ispirata regia di Corbucci e la colonna sonora di Luis Bacalov (in cui spicca il tema principale che apre la prima scena ,ormai di culto.) rappresentano le principali qualità che hanno reso possibile la trasformazione del film in un cult-movie amato in tutto il mondo.