Shame
Titolo originale: Shame
Gran Bretagna: 2010. Regia di: Steve McQueen Genere: Drammatico Durata: 99'
Interpreti: Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole
Beharie, Hannah Ware, Elizabeth Masucci, Lucy Walters, Robert Montano,
Anna Rose Hopkins, Jake Richard Siciliano, Alexandra Vino, Jay Ferraro,
Mackenzie Shivers, Alex Manette, Briana Marin, Frank Harts, Kate
Dearing, Wenne Alton Davis, Eric Miller, Stephane Nicoli, Carl Low, Neal
Hemphill, Mari-Ange Ramirez, Rachel Farrar
Sito web ufficiale: www.foxsearchlight.com/shame
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 13/01/2012
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Stefano Priori
L'aggettivo ideale: Irreale
Scarica il Pressbook del film
Shame su Facebook
Mi piace
“The Shame” letteralmente il disonore, non giustifica i suoi presupposti. Come per il film ambientato in una ricca america in “Somewhere”, di Sofia Coppola, dove il sesso e la lussuria facevano da contraltare al film, così anche in “The shame”, si respira l’aria perbenista americana, dove tutto fila liscio e la non conformità alle regole è un lusso che solo un uomo di classe può permettersi.
Questo sembra il messaggio intrinseco, che “The shame” rivela. Location apprezzabili, ristoranti, night club, privè, Taxi, il sesso insomma ruota attorno al lusso, e nella maniera più esplicita, è dominato dalla “cocaina“ e dalla sua distorta ricerca del piacere, fino ad arrivare a toccare tutte le esperienze, omosessualità inclusa.
Quando la sorella di Brandon entrando in bagno lo trova a masturbarsi, ride e dice “cazzo”, lui allora esce dal bagno e si accanisce contro di lei. Quando invece un uomo medio, io, mi masturbo e chiudo la porta di camera mia, oltre ad avere problemi di erezione il 50% dei casi, trovo mia madre che bussa e mi dice, Stefano butto dentro la pasta o no ?
Il film veicola un messaggio erroneo di vigore sessuale, che credo in nessuna nazionalità sia immaginabile. La crisi della libido è un problema che non può essere superato se non per brevi periodi dalla cocaina. Tutta questa ricerca ha in se’ una rappresentazione scenica degna però di nota , ma una difficile connotazione reale. Come immaginare di desiderare una donna nell’immaginario e realmente in modo eccitante nel 90% dei casi. Tutto l’estremismo del film è ben rappresentato ma non vive in sintonia reale, con la vita di ogni giorno. Forse 10 anni fa il suo leit motiv poteva essere credibile oggi no. La fotografia del film è davvero ben fatta. I movimenti della camera steady eccellenti tanto da non accorgersene.
Cosa manca alla trama, realmente nulla è il disastro di ogni alta società quello che accade nel finale , ovvero il tentato suicidio della sorella, ma questo finale è patetico come lo è troppo convincente, il pianto di disillusione del protagonista che ricomincia poi il giorno dopo da capo come all’inizio del film, la sua giornata, con un velato ravvedimento o forse no, che risulta troppo sterile, come nella scena del tentativo di liberarsi del mondo pornografico tutto di un botto.
Il film è comunque è di alto livello e lancia messaggi umani che a detta della sceneggiatura si sarebbero potuti scavare più a fondo, potremmo dire, forse come nelle osterie meglio una ciulata che niente, ma sarebbe poco convincente.
|