Titolo: Prometheus
Titolo originale: Prometheus
USA: 2012. Regia di: Ridley Scott Genere: Fantascienza Durata: 124'
Interpreti: Michael Fassbender, Charlize Theron, Idris Elba, Noomi Rapace, Patrick Wilson, Guy Pearce, Rafe Spall, Logan Marshall-Green, Sean Harris, Kate Dickie
Sito web ufficiale: www.projectprometheus.com
Sito web italiano: www.prometheusilfilm.it
Nelle sale dal: 14/09/2012
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Daria Castelfranchi
L'aggettivo ideale: Inadeguato
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Spiace dirlo ma…cos’è successo a Ridley Scott? Che fine ha fatto il regista di cult come Alien, Blade Runner e Thelma & Louise, solo per citarne alcuni?
I dati del box office USA in effetti parlavano da sé: per una megaproduzione hollywoodiana come quella annunciata, i 50 milioni di dollari incassati da Prometheus nel primo weekend non sono stati una cifra astronomica e il film è sceso troppo presto a metà classifica.
Un motivo ci sarà, anzi, più di uno. Senza starli ad elencare nel dettaglio, basti sapere che a stupire maggiormente sono la lentezza e la mancanza di verve della sceneggiatura, che si appiattisce ben presto su una storia senza capo né coda, in cui gli effetti speciali fanno da padroni a discapito di una base solida e coinvolgente.
Dopo vari prequel più interessanti e avvincenti dei rispettivi predecessori – vedi ad esempio Batman Begins – quello che il regista americano ha pensato fosse il chiarimento del suo Alien, si rivela un’opera debole, priva di carisma, con numerose falle nel soggetto.
Di contro, Ridley Scott ha puntato tutto sulla confezione del suo ultimo film di fantascienza.
Il livello visivo delle immagini è superlativo ed è accresciuto dal ricorso al 3D: splendida, a questo proposito, la sequenza nell’astronave aliena in cui l’androide interpretato da Michael Fassbender, si ritrova avvolto da un sistema galattico e rimane strabiliato dalla magnifica visione dell’universo intorno a lui.
Notevoli anche le riprese aeree iniziali sui paesaggi lunari e sterminati e molto realistiche ed efficaci le creature, aliene e non, che popolano le vicende narrate.
Ma, come si suol dire, quel che conta è la bellezza interiore: e Prometheus ne è decisamente sprovvisto. Ed è un peccato, perché Alien è un film che fa parte dell’immaginario collettivo e poteva essere arricchito anziché annichilito. Ma tant’è. Anche i grandi, a volte, commettono degli errori: in questo caso sembrerebbe trattarsi di delirio di onnipotenza.
Citazioni e autocitazioni si sprecano e appare chiaro, fin troppo presto, che il regista non è riuscito a creare nulla di veramente originale e promettente.
Non sono bastati dunque la dialettica fede-scienza o l’interesse filosofico-religioso circa l’origine dell’uomo. Il film inizia così, con una squadra di scienziati che, alle soglie del 2100, trova antichissime pitture rupestri che raffigurano una costellazione sconosciuta. Forse è lì che la creazione dell’uomo ha avuto origine: Elizabeth Shaw – interpretata da Noomi Rapace – vuole scoprirlo e a finanziare le sue ricerche c’è l’anziano Wayland – cui dà il volto Guy Pearce.
Ma la scienziata e la sua squadra si rendono conto ben presto che le creature che cercavano non sono amichevoli né tanto meno rispondono ai loro quesiti: “Perché ci avete creati? Perché ora volete distruggerci, cosa vi abbiamo fatto?”
L’ossessione per le domande esistenziali è ciò che muove l’astronave Prometheus verso il pianeta sconosciuto.
La scena finale si ricollega al primo, indimenticabile capolavoro del genere fantascientifico, ma questo prequel è solo un pallido ricordo di esso.
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