127 Ore
Titolo originale: 127 Hours
USA, Gran Bretagna: 2010. Regia di: Danny Boyle
Genere: Avventura
Durata: 94'
Interpreti: James Franco, Amber Tamblyn, Kate Mara, Clémence Poésy, Kate
Burton, Lizzy Caplan, Treat Williams, Elizabeth Hales, Darin Southam,
Norman Lehnert, Priscilla Poland, Fenton Quinn, Patrick Gibbs, Sean
Bott, John Lawrence, Peter Joshua Hull, Tye Nelson, Pieter Jan Brugge,
Jeffrey Wood, Rebecca C. Olson, Robert Bear, Luke Drake, Christopher K.
Hagadone, Brad Johnson, Koleman Stinger, Bailee Michelle Johnson, Parker
Hadley
Sito web ufficiale: www.foxsearchlight.com/127hours
Sito web italiano:
Nelle sale
dal: 25/02/2011
Voto: 8,5
Trailer
Recensione di: Roberto Dessi
L'aggettivo ideale: Estremo
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Aron Ralston è un'alpinista 28 enne, esperto di biking e trekking, un pò svitato e alla continua ricerca di evasioni dalla routine.
Per la sua nuova escursione, decide di avventurarsi nel Blue John Canyon dello Utah, accompagnato dalla sua fedele mountain bike, il suo lettore mp3, qualche bottiglia di Gatorade e tanta, tantissima voglia di superare, ancora una volta, i propri limiti.
L'unico ostacolo a questa esperienza di profonda libertà e coraggio, sarà un masso che crollerà sul suo braccio destro, bloccandolo all'interno di una stretta parete, senza la possibilità di muoversi, per 5 giorni, ovvero, per 127 ore.
Dopo l'acclamatissimo e iperpremiato The Millionaire, Danny Boyle torna dietro alla macchina da presa dirigendo un film con le sue immancabili credenziali: velocità, tensione, azione, ma anche toccando i sensi della riflessione, della sfida personale e dell'impotenza mentale.
In un gioco di riprese e montaggio, dove si inizia a gran ritmo con mobilità e musiche adrenaliniche in abbondanza, si arriva, senza alcun preavviso, a un rovescio totale che ritrae un personaggio dalla forte carica ribelle, imprigionato senza alcuna apparente via di scampo, creando un gioco di immobilità e azione statica che è il vero punto forte di questo film.
Riuscire a non annoiare, a non cadere nel patetismo e anzi a obbligare chi guarda a seguire ogni singola evoluzione della vicenda, sono le fondamenta con cui Boyle riesce a donare una forza e un magnetismo incredibili, tanto che ci si dimentica dell'iniziale frenetismo per poi preferire, di gran lunga, una staticità elettrizzante e a suo modo dinamica.
Se il regista ha il merito di creare un'ambientazione unicamente estremista, grazie al montaggio, al sonoro, ai flashback improvvisi e alle frequenti riprese in soggettiva, James Franco dà un valore aggiunto al tutto, interpretando, per la maggior parte della durata del film in primo piano, con passione il povero, ma mai demoralizzato alpinista, trasmettendo una gradevole sensazione di naturalezza e volontà, riuscendo a non trasformare il suo personaggio, nel momento di massimo dolore, in un'icona di pietà.
L'esperienza cinematografica che si prova guardando 127 ore è di pura ammirazione e complicità con gli elementi portanti di un progetto che vede, come ciliegina sulla torta, la rappresentazione di una storia realmente vissuta da Ralston, il che rende questo film, e tutta quest'avventura estrema, colorita e allucinante, ancora più speciale.
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