Titolo: Gangster Squad
Titolo originale: Gangster Squad
USA: 2013. Regia di: Ruben Fleischer Genere: Thriller Durata: 114'
Interpreti: Ryan Gosling, Emma Stone, Sean Penn, Anthony Mackie, Josh
Brolin, Giovanni Ribisi, Robert Patrick, Michael Peña, Sullivan
Stapleton, Nick Nolte, Frank Grillo, Mireille Enos, James Carpinello,
Ron Pucillo, Ambyr Childers, Derek Mears, Troy Garity, Josh Pence, Jon
Polito, Brandon Molale, James Hébert, Holt McCallany, Jack McGee
Sito web ufficiale: www.gangstersquad.warnerbros.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 21/02/2013
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Convenzionale
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Amate i film dalla storia ‘ classica ‘ ? Dove i buoni sono buoni e i cattivi
veramente cattivi, dove il bene vince sul male e forse vi sembra che l’abbiate anche già visto nelle evoluzioni e nella struttura ? Il tutto con uno stile
rassicurante nonostante la violenza, dove le categorie dei valori sono evescenti e da ultima frontiera.
Ecco, se volete vedere un film di gangster ambientato alla fine degli Anni Quaranta che fa un po’ il verso ( in modo più sbiadito, con nessuna scena topica e con attori meno glamour ed empatici ) agli “ Intoccabili “ di Brian De Palma, ma anche con una strizzatina d’occhio a “ L’
anno del Dragone “ di Cimino, questo è il film che fa per voi.
Due ore di visione intensa e senza momenti noiosi, dove l’unica cosa originale è il modo di uccidere i nemici da parte del boss Mickey Cohen ( uno Sean Penn sempre
bravo ma troppo ‘ mascherato ‘ per far evidenziare una recitazione fuori dal coro ), con lo squartamento di antica memoria, all’uso del trapano al posto del mitra.
Chissà però perché lo script è talmente rispettoso della struttura di genere, un po’ troppo stilizzato, da sembrare privo di un minimo di
originalità: non si pone né come omaggio di un genere né come la continuazione del genere stesso con altre interpretazioni. “ Gangster Squad “ racconta una storia vera avvenuta nella Los Angeles della fine degli Anni Quaranta ( gli stessi anni della lista nera di Hollywood, del maccartismo e della caccia alle streghe verso tutti i simpatizzanti di sinistra).
Il gangster Mickey Cohen, novello Al Capone, ferocissimo e assetato di
potere, controlla la città, con i suoi giudici, la polizia e parte dei
giornali; quelli che non controlla sono terrorizzati da una sua qualsiasi
reazione.
Domina su tutti i commerci illegali, la droga, la prostituzione, il
gioco d’azzardo e arriva a scontrarsi anche con i mafiosi italiani del luogo
e di Chicago. Una pura bestia egocentrica e selvaggia ( senza però alcuna
fascinazione sul tipo Toni Montana di “ Scarface “ ).
A contrapporsi a lui,
solo, o quasi, il sergente John O'Mara, eroe e reduce della Seconda Guerra
Mondiale, con moglie incinta; resiste a Mickey e interrompe come può le sue
attività criminali ( un Josh Brolin da una sola espressione facciale e che
ricorda Nick Nolte ). E’ così tosto che picchia come un pugile, spara con
precisione e non ha paura di nessun gangster o balordo che si ritrova davanti,
tantomeno di morire, forse è già morto in guerra troppe volte.
I due
antagonisti O’Mara e Cohen in fondo sono le due facce di una stessa medaglia (
Gli Stati Uniti d’America e la sua violenza naturale ) e il regista ce le
mostra immediatamente: Cohen fa squartare un gangster di Chicago dopo averlo
incatenato mani e piedi a due auto in senso contrario; il sergente O’Mara,
nella scena successiva, salva una ragazza in un casino di Cohen spaccando la
faccia a tra gangster. ( ricordate “ Taxi driver “ ? Il tassista Travis
Bickle se avesse ucciso il Presidente sarebbe stato un terrorista pazzo, uccide
un protettore e alcuni magnaccia diventa un eroe ).
Il capitano della Polizia, Bill Parker ( un Nick Nolte invecchiato e
irriconoscibile ) in segreto lo convoca e gli chiede di formare un team di
poliziotti in clandestinità, per distruggere l’ascesa del boss Cohen ( la
dinamica è la stessa degli ‘ Intoccabili ‘ ma in questo caso i poliziotti si
trasformano in squadroni illegali ). La task force messa in piedi da O’Mara e
da sua moglie – che così facendo si sente un po’ più sicura – è composta da sei
uomini tra cui il braccio destro Jerry Wooters ( Ryan Gosling, un attore più
adatto alla commedia che non a film per duri.
Questi reduci di guerra e
onesti poliziotti iniziano a muoversi senza distintivo e senza mandato
ufficiale, all’inizio con goffaggine e inesperienza criminale ma poi rovinando
gli affari del boss, di giorno in giorno. Tra distruzioni di carichi di
droga, incendi a negozi di copertura e devastazione del luogo dove si contano
i soldi del boss, i poliziotti-squadrone non sembrano trovare il bando della
matassa: riuscire a sconfiggere il nemico; anzi vengono esautorati e sospesi
dagli incarichi per il giorno dopo.
Tutto sembra finito, ma… E l’epilogo è un
combattimento tra l’ex pugile ebreo Mickey Cohen e il poliziotto O’Mara.
Come abbiamo detto prima “ Gangster Squad “ è tratto da fatti veramente
accaduti e allora viene naturale pensare agli “ Intoccabili “ e il confronto è
disarmante. Costern e sua moglie prevalgono in simpatia, etica e recitazione;
il pur bravo Sean Penn non riesce – nonostante sia a pieno titolo il
coprotagonista – a gareggiare con il De-Niro-Capone. Robert Patrick nel ruolo
del poliziotto Max Kennard non riesce nel confronto con Sean Connery, tantomeno
Michael Pena in un ruolo simile a quello di Andy Garcia o il killer James
Carpinello con Billy Drago.
E per la regia non possono esserci confronti tra
il maestro ( a volte ondivago ) Brian Di Palma e Ruben Fleischer con i suoi
manierismi, stilizzazioni e alternanza di rallentamenti e accellerazioni.
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