Gangster Squad
Scritto da Domenico Astuti   
domenica 24 febbraio 2013

Titolo: Gangster Squad
Titolo originale: Gangster Squad
USA: 2013. Regia di: Ruben Fleischer Genere: Thriller Durata: 114'
Interpreti: Ryan Gosling, Emma Stone, Sean Penn, Anthony Mackie, Josh Brolin, Giovanni Ribisi, Robert Patrick, Michael Peña, Sullivan Stapleton, Nick Nolte, Frank Grillo, Mireille Enos, James Carpinello, Ron Pucillo, Ambyr Childers, Derek Mears, Troy Garity, Josh Pence, Jon Polito, Brandon Molale, James Hébert, Holt McCallany, Jack McGee
Sito web ufficiale: www.gangstersquad.warnerbros.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 21/02/2013
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Convenzionale
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gangstersquad_leggero.pngAmate i film dalla storia ‘ classica ‘ ? Dove i buoni sono buoni e i cattivi veramente cattivi, dove il bene vince sul male e forse vi sembra che l’abbiate anche già visto nelle evoluzioni e nella struttura ? Il tutto con uno stile rassicurante nonostante la violenza, dove le categorie dei valori sono evescenti e da ultima frontiera.
Ecco, se volete vedere un film di gangster ambientato alla fine degli Anni Quaranta che fa un po’ il verso ( in modo più sbiadito, con nessuna scena topica e con attori meno glamour ed empatici ) agli “ Intoccabili “ di Brian De Palma, ma anche con una strizzatina d’occhio a “ L’ anno del Dragone “ di Cimino, questo è il film che fa per voi.

Due ore di visione intensa e senza momenti noiosi, dove l’unica cosa originale è il modo di uccidere i nemici da parte del boss Mickey Cohen ( uno Sean Penn sempre bravo ma troppo ‘ mascherato ‘ per far evidenziare una recitazione fuori dal coro ), con lo squartamento di antica memoria, all’uso del trapano al posto del mitra.
Chissà però perché lo script è talmente rispettoso della struttura di genere, un po’ troppo stilizzato, da sembrare privo di un minimo di originalità: non si pone né come omaggio di un genere né come la continuazione del genere stesso con altre interpretazioni. “ Gangster Squad “ racconta una storia vera avvenuta nella Los Angeles della fine degli Anni Quaranta ( gli stessi anni della lista nera di Hollywood, del maccartismo e della caccia alle streghe verso tutti i simpatizzanti di sinistra).
Il gangster Mickey Cohen, novello Al Capone, ferocissimo e assetato di potere, controlla la città, con i suoi giudici, la polizia e parte dei giornali; quelli che non controlla sono terrorizzati da una sua qualsiasi reazione.
Domina su tutti i commerci illegali, la droga, la prostituzione, il gioco d’azzardo e arriva a scontrarsi anche con i mafiosi italiani del luogo e di Chicago. Una pura bestia egocentrica e selvaggia ( senza però alcuna fascinazione sul tipo Toni Montana di “ Scarface “ ).

A contrapporsi a lui, solo, o quasi, il sergente John O'Mara, eroe e reduce della Seconda Guerra Mondiale, con moglie incinta; resiste a Mickey e interrompe come può le sue attività criminali ( un Josh Brolin da una sola espressione facciale e che ricorda Nick Nolte ). E’ così tosto che picchia come un pugile, spara con precisione e non ha paura di nessun gangster o balordo che si ritrova davanti, tantomeno di morire, forse è già morto in guerra troppe volte.
I due antagonisti O’Mara e Cohen in fondo sono le due facce di una stessa medaglia ( Gli Stati Uniti d’America e la sua violenza naturale ) e il regista ce le mostra immediatamente: Cohen fa squartare un gangster di Chicago dopo averlo incatenato mani e piedi a due auto in senso contrario; il sergente O’Mara, nella scena successiva, salva una ragazza in un casino di Cohen spaccando la faccia a tra gangster. ( ricordate “ Taxi driver “ ? Il tassista Travis Bickle se avesse ucciso il Presidente sarebbe stato un terrorista pazzo, uccide un protettore e alcuni magnaccia diventa un eroe ).

Il capitano della Polizia, Bill Parker ( un Nick Nolte invecchiato e irriconoscibile ) in segreto lo convoca e gli chiede di formare un team di poliziotti in clandestinità, per distruggere l’ascesa del boss Cohen ( la dinamica è la stessa degli ‘ Intoccabili ‘ ma in questo caso i poliziotti si trasformano in squadroni illegali ). La task force messa in piedi da O’Mara e da sua moglie – che così facendo si sente un po’ più sicura – è composta da sei uomini tra cui il braccio destro Jerry Wooters ( Ryan Gosling, un attore più adatto alla commedia che non a film per duri.
Questi reduci di guerra e onesti poliziotti iniziano a muoversi senza distintivo e senza mandato ufficiale, all’inizio con goffaggine e inesperienza criminale ma poi rovinando gli affari del boss, di giorno in giorno. Tra distruzioni di carichi di droga, incendi a negozi di copertura e devastazione del luogo dove si contano i soldi del boss, i poliziotti-squadrone non sembrano trovare il bando della matassa: riuscire a sconfiggere il nemico; anzi vengono esautorati e sospesi dagli incarichi per il giorno dopo.

Tutto sembra finito, ma… E l’epilogo è un combattimento tra l’ex pugile ebreo Mickey Cohen e il poliziotto O’Mara. Come abbiamo detto prima “ Gangster Squad “ è tratto da fatti veramente accaduti e allora viene naturale pensare agli “ Intoccabili “ e il confronto è disarmante. Costern e sua moglie prevalgono in simpatia, etica e recitazione; il pur bravo Sean Penn non riesce – nonostante sia a pieno titolo il coprotagonista – a gareggiare con il De-Niro-Capone. Robert Patrick nel ruolo del poliziotto Max Kennard non riesce nel confronto con Sean Connery, tantomeno Michael Pena in un ruolo simile a quello di Andy Garcia o il killer James Carpinello con Billy Drago.
E per la regia non possono esserci confronti tra il maestro ( a volte ondivago ) Brian Di Palma e Ruben Fleischer con i suoi manierismi, stilizzazioni e alternanza di rallentamenti e accellerazioni.