Scritto da Roberto Fedeli
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giovedì 07 marzo 2013 |
Titolo: L'ombra del destino
Titolo originale: L'ombra del destino
Italia: 2012. Regia di: Alessandro Morbioli Genere: Thriller Durata: 21'
Interpreti: Mario
Fedeli, Cristina Puccinelli, Sergio Fedeli, Antonietta Portas,
Manuela Mosè
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 14/03/2013
Voto: 8
Trailer
Recensione di: Roberto Fedeli
L'aggettivo ideale: Ambizioso
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Un enorme cancello che si apre, un cimitero, un uomo che vaga....
L’opera prima di Alessandro Morbioli si compie nel bianco e nero di questi tre elementi.
Lo sguardo attento della cinepresa risale dal basso verso l’alto i profili di un enorme cancello che si dischiude ai nostri occhi, un’inquietante porta del destino che ci invita ad entrare.
Il regista svela così il protagonista assoluto del proprio racconto: il fato.
Peter O’ Braun (Mario Fedeli) si aggira con passo incerto in un camposanto, un grigio teatro delle anime dove il soffio vitale alberga soltanto nel potere dei ricordi.
Un lucchetto, una foto della sorella defunta e uno sguardo attonito sono gli unici frammenti di un’esistenza lontana che permangono ancora nel suo presente.
L’incontro con una donna del suo passato sarà la chiave per conferire un senso al suo vagare, un’occasione per viaggiare a ritroso nel tempo al fine di riscrivere il proprio destino.
Morbioli descrive una terra di mezzo, un limbo situato tra il non più e il non ancora.
In una sfilata di spettri quello che ci colpisce di più è proprio il suo protagonista maschile, un individuo che fa del suo vuoto la propria complessità. Il suo è un essere straniato da tutto, un antieroe kafkiano che si aggira tra le tombe in cerca di una libertà perduta.
L’ombra del destino è un lavoro di immagine e ritmo, la colonna sonora scandisce la tensione patetica in maniera impeccabile lungo tutto l’arco della pellicola.
Il regista riesce a controllare bene anche la temporalità della vicenda, alternando il bianco e nero bergmaniano di un presente sospeso con i colori caldi di un passato remoto.
La compattezza strutturale del film viene tuttavia indebolita da un’ostentazione dialettica che domina la seconda parte dell’opera.
Il continuo racconto fuori campo che accompagna ogni flashback avvicina la pellicola cinematografica alla fiction televisiva, romanzando inutilmente un contenuto visivo fortemente autosufficiente.
Nel complesso, L’ombra del destino risulta essere un prodotto ambizioso e convincente.
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