Headhunters - Cacciatori di teste
Scritto da Dario Carta   
martedì 02 aprile 2013

Titolo: Headhunters - Cacciatori di teste
Titolo originale: Headhunters
Norvegia, Danimarca, Germania: 2011. Regia di: Morten Tyldum Genere: Thriller Durata: 101'
Interpreti: Aksel Hennie, Nikolaj Coster-Waldau, Synnøve Macody Lund, Eivind Sander, Julie R. Ølgaard, Kyrre Haugen Sydness, Reidar Sørensen, Nils Jørgen Kaalstad, Joachim Rafaelsen
Sito web ufficiale: www.magpictures.com/headhunters
Sito web italiano:
Nelle sale dal: Prossimamente
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Magnetico
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headhunters_leggero.pngRicorda un po' le aperture del cinema dei rovesci finanziari visti da Hollywood,un po' "Wall Street",un po' "The Company Men",un po' "Margin Call",l'inizio di questo "Headhunters",film norvegese diretto da Morten Tyldum e ispirato all'omonimo bestseller dello scrittore Jo Nesbo,un crudo cocktail di affaracci,complicazioni,sarcasmo e umorismo macabro.

Il film si presenta intrigante fin dall'incipit,una tesa presentazione in voice over di Roger Brown (Aksel Hennie) eccellenza del furto di opere d'arte e abile ed elegante falsario,la cui piccola statura in teoria non darebbe problemi alla splendida fidanzata Diane (Synnove Macody Lung),status quo del fascino biondo nordico.
Con lei Roger condivide un tenore di vita invidiabile,macchine,lusso e un apparamento rubato ai sogni,ma per avere tutto questo - confessa la voce fuori campo di Brown - "c'è bisogno di denaro,molto denaro",e "se non si gioca,non si può vincere ! " Una manciata di minuti,secchi e veloci,e il regista ha già saputo rubare l'attenzione,senza sbirciare gli "Ocean's" di Hollywood o il beat di Guy Ritchie,e i tratti di Roger sono già scolpiti nel palcoscenico e nell'immaginario.

Ci si convince subito di un cinema diverso dalla folla di genere,di un linguaggio schietto,immediato e sferzante ma non cliccato dai clichès e l'attenzione ubbidisce senza fiatare ai richiami degli eventi,in una ipnosi che si spegne solo al comando dei titoli di coda. Quando all'inaugurazione di una galleria d'arte Diane incontra Clas Greve (Nicolaj Coster-Waldau),uomo alto,fascinoso,sicuro di sè ed ex CEO di una multinazionale,Roger patisce il peso della gelosia e della paura. Ma Greve possiede anche un Rubens e Brown decide di seguire le regole della sua prassi,però mentre commette il furto,si accorge,dal cellulare dimenticato da Diane,che la fidanzata è stata in quell'appartamento. Greve è sì bello,ma è anche un ex militare in Bolivia,sopravvissuto a guerriglie e torture,fiero,vendicativo e senza ombre di rimorsi.
Gli eventi precipitano in un vortice che ingoia il protagonista in un maelstrom che scaraventa Brown verso un fondale senza fine. Film di incredibile energia e di rara confezione,"Headhunters" ha due anime : il ritmo serrato e quasi ossessivo e l'empatia al calor bianco del protagonista. E se il regista ha saputo armonizzare queste due virtù per farle lavorare insieme con l'effetto sortito,all'onore per la competenza professionale va aggiunto il merito dell'eccellente lavoro svolto.

"Headhunters" non ha reclamato presenze nelle Hit Lists (il film è del 2011,perchè non gli hanno aperto le sale in Italia?),ma di certo è consigliere preparato e silenzioso dei mille titoli del catalogo inerte e ripetitivo del thriller e dell'action movie d'ordinanza,pilloloni scenici e chiassosi. In "Headhunters",al contrario,la sferza del dialogo,delle espressioni,dei movimenti costituisce il nerbo di un racconto con il fuoco ostinatamente fisso sul protagonista,i suoi sguardi,le sue parole in diretta o da fuori campo,la sua mimica in continuo divenire.
Un onnipresente score leggero e jazzato accompagna il crescendo degli avvenimenti,una instancabile scalata di occasioni per stupirsi,dove il clima è rovente,l'energia è intensissima e i fatti si susseguono con guizzi e svolte con ogni previsione contraddetta dagli schizzi della sorpresa. Il film volta pagina in continuazione,naturale e disinvolto,intenso e senza frazioni,come una lettura affascinante di un testo ipnotico e irrinunciabile,dove nessuna figura resta anonima,ma al contrario reclama sinergia e partecipazione,in un compendio di identità,carattere e personalità. In una processione di passaggi di ruolo e colpi di scena che trascende i capitoli da vocabolario muffo,"Headhunters" - lontano da Hollywood - è un ruvido e affascinante intreccio di sesso,tradimenti,crimini,sospetti,furti e complotti,tessuto in una forma di spettacolo essenziale ed intrigante,auspicabile ospite cosmopolita in ogni sala di buon spettacolo,dove tempo e respiro scandiscono un'emozione sempre viva dai titoli di testa fino ad un epilogo da brivido per ogni spina dorsale.