Titolo: Open Grave
Titolo originale: Open Grave
USA: 2013. Regia di: Gonzalo López-Gallego Genere: Horror Durata: 102'
Interpreti: Sharlto Copley, Joseph Morgan, Thomas Kretschmann, Erin Richards, Josie Ho, Max Wrottesley, M. Frakes
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 14/08/2013
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Gabriele Niola
L'aggettivo ideale: Banale
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Un uomo si sveglia in mezzo a diversi cadaveri dentro una fossa a cielo aperto, una donna gli cala dall’alto una corda, con lei, fuori dalla fossa altri uomini e donne abitano un casale nel bosco.
Nessuno ricorda nulla, nè come siano finiti là, nè cosa stessero facendo, nè chi siano o se si conoscessero già in precedenza. L’unica che sembra sapere tutto è una ragazza asiatica muta che non conosce la scrittura occidentale.
E’ tuttavia evidente che qualcosa di pericoloso sta succedendo: il circondario dell’appezzamento in cui si ritrovano i protagonisti è infestato da esseri umani caratterizzati da atteggiamenti animali o da insani di mente, tempestati da manie omicide brutali.
La soluzione sembra risiedere nelle memorie che lentamente cominciano a tornare.
Attraverso una struttura che procede partendo in media res e arrivando solo alla fine a svelare l’inizio della storia e quindi il suo senso, Open grave cerca di prendere da un verso differente un genere abbastanza abusato, sfruttando suspense e colpi di scena indotti da questa tecnica.
Purtroppo però il gioco non riesce realmente, la tecnica del ribaltamento della consueta struttura narrativa è solo fumo negli occhi e non genera la tensione che dovrebbe poichè personaggi e situazioni irrimediabilmente navigano nella mancanza di interesse.
Non c’è reale affezione nè reale odio per i diversi caratteri, l’aria e il genere del film si intuiscono immediatamente e dopo molto poco il banale si fa strada addirittura nei colpi di scena, poichè essi, di svelamento in svelamento, riconducono storia e situazioni verso i lidi più noti e quindi prevedibili.
Mancando inevitabilmente la tensione data dal mistero sulla quale erano state puntate tutte le carte del film, Open grave esaurisce il ritmo narrativo dopo molto poco.
Incapace di sostenere il resto del racconto con una messa in scena comunque appassionante o anche solo asciutta a sufficienza da rendere piacevole la reiterazione di regole, luoghi comuni e assunti del genere cui appartiene, diventa immediatamente una gabbia da cui lo spettatore desidera scappare il prima possibile.
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