Essential Killing
Scritto da Chicco D'Aquino   
mercoledì 06 novembre 2013

Titolo: Essential Killing
Titolo originale: Essential Killing
Polonia, Norvegia, Irlanda, Ungheria: 2010. Regia di: Jerzy Skolimowski Genere: Thriller Durata: 83'
Interpreti: Vincent Gallo, Emmanuelle Seigner, Stig Frode Henriksen, Nicolai Cleve Broch, David Price, Lars Markus Verpeide Bakke, Varg Strande, Phillip Goss, Zach Cohen, Even Løken Bergan, Eirik Daleng, Morten Enger, Anders Kile Grønningsæter, Thomas Berg, Lars Berg Jensen, Christian Teisnes, Håkon Speirs Færvik, Iftach Ophir, Niklas Nygaard
Sito web ufficiale: www.skopiafilm.com/en/essentialkilling-en/synopsis
Sito web italiano:
Nelle sale dal: Inedito in blu-ray [Dove lo puoi trovare]
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Chicco D'Aquino
L'aggettivo ideale: Controcorrente
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essential-killing_leggero.pngAfghanistan, giorni nostri. Mohammed è braccato da una pattuglia dell’esercito americano e scoperto in una caverna li manda al creatore con un lanciarazzi.
Inseguito e catturato assaggerà la durezza delle carceri speciali, resterà in silenzio di fronte alla tortura e per un caso fortuito riuscirà ad evadere durante un trasferimento in un luogo segreto del Nord Europa. Vaga tra i boschi, l’imperativo è sopravvivere e non esita ad uccidere quando stremato incontra…..

Interpretato da un sofferto ed efficace Vincent Gallo, attore spesso alle prese con ruoli scomodi e controcorrente, il film strutturato come un thriller esistenziale (viene alla mente l’Antonioni dello spaesamento identitario, culturale e un po’ il Bergman solipsistico del “Settimo sigillo”, icona della vana lotta dell’uomo contro la morte presente, incombente e irrimediabilmente vittoriosa) sonda metaforicamente, attraverso la fuga di Mohammed e ribaltandone la prospettiva, l’animo di un individuo non occidentale alla ricerca di un senso che non sia la mera adattabilità all’ambiente e ne scruta, con occhio laico il mondo interiore intessuto di profonda religiosità.

Straniero tra stranieri, invasore solitario tra foreste silenziose tanto quanto lui (volutamente Skolimoski non ha dato voce al protagonista) immerso in continui ricordi, condensati in immagini trascolorate in visioni delicate di una donna, forse la moglie, mescolate ad altre di una terra aspra e chiusa Mohammed è preda simbolica dei sentimenti di vendetta di un popolo offeso e umiliato dall’11 settembre.
La storia forse dimostrerà quanto ingannevole sia stata la motivazione dell’invasione americana, colpire chi ha coperto gli attentatori delle Twin towers, utilizzata strumentalmente a fini di stabilizzazione dell’ establishment politico - economico tradotto con facili consensi ottenuti con una strategia improntata sulla logica della paura collettiva e della rigida contrapposizione tra civiltà appartenenti a tradizioni culturali diverse.

Mondi valoriali lontanissimi, sistemi di pensiero poco conciliabili tra loro ma uniti nella specificità delle diversità che costituiscono il perno della tolleranza tra i popoli, unico antidoto alla marea montante dell’integralismo e dell’esportabilità della democrazia con le armi. Co-prodotto con capitali polacchi, norvegesi, ungheresi e irlandesi, presentato nel 2010 alla Mostra cinematografica di Venezia, riceve il Leone d’Argento e la Coppa Volpi per il miglior attore protagonista, riconoscimento importante per un regista già osteggiato dalla censura polacca negli anni bui del socialismo reale.