Fury: 2 nuove clip in italiano del film di guerra con Brad Pitt
Il dramma a sfondo bellico Fury di David Ayer con Brad Pitt, Shia LaBoeuf e Logan Lerman ha fatto il suo debutto ieri 2 giugno nei cinema italiani totalizzando nel primo giorno di programmazione, con oltre 400 copie, circa 420.000 euro con una media per schermo di 1.030 euro e 60.000 spettatori.
Lucky Red ha reso disponibili due nuove clip in italiano con scene tratte dal film che ricordiamo segue un’unità di cinque soldati in una missione mortale dietro le linee nemiche a bordo di un carro armato Sherman, in inferiorità numerica, disarmati e con una recluta giovane e inesperta nel plotone.
Le riprese
Fury è stato girato nell’arco di dodici settimane nei campi dell’Oxfordshire e all’aeroporto di Bovingdon nell’Hertforshire. Secondo il produttore John Lesher sono stati alcuni fattori puramente pratici ad aver portato la produzione in Inghilterra. “Per prima cosa c’era un’ottima squadra di lavoro e quindi era il luogo perfetto da cui iniziare. Inoltre in Inghilterra c’è anche un numero impressionante di risorse: tank e veicoli armati sia tedeschi che inglesi. Infine, in Inghilterra la luce, quella meravigliosa luce del nord, ed il clima costituiscono un’ottima accoppiata. Per tutte queste ragioni abbiamo pensato all’Inghilterra come ad un luogo ideale”
La fotografia
Secondo il Direttore della Fotografia Roman Vasyanov, che aveva collaborato con il regista David Ayer per End of Watch - Tolleranza Zero, questo film ha un approccio del tutto nuovo con la fotografia. Se End of Watch - Tolleranza Zero era stato realizzato con uno stile vicino a quello del documentario, Fury è girato con una tecnica più classica. “Dopo aver letto per la prima volta la sceneggiatura, ho subito capito che non sarebbe stato facile”, afferma. “Richiedeva riprese coreografiche ed una fotografia molto particolare, con la telecamera che insegue i movimenti senza apportare ulteriore energia”.
Le scenografie
Lo scenografo Andrew Menzies aveva il compito di realizzare la visione realistica di Ayer. “Per questo film non bastava semplicemente realizzare le scenografie, bisognava riprodurre la storia. A tale scopo, quasi tutte le scene del film dovevano derivare da immagini che a loro volta erano nate da una ricerca. Molte immagini mi sono rimaste impresse proprio mentre stavo facendo alcune ricerche nella zona dei battaglioni. Mi sono imbattuto, ad esempio, in immagini di uomini immersi nel fango fino alle ginocchia che trascinavano il loro pesante equipaggiamento. Mi sono in questo modo reso conto che quella doveva essere la vera essenza della guerra... la maggior parte del tempo, giorno dopo giorno, veniva passato al freddo, nel fango”.