Titolo: I pirati di Silicon Valley
Titolo originale: Pirates of Silicon Valley
USA: 1999. Regia di: Martyn Burke Genere: Documentario Durata: 95'
Interpreti: Noah Wyle, Anthony M. Hall, Joey Slotnck, Josh Hopkins, John Di Maggio, J.G. Hertzler
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: il 20 Giugno 1999 per la TV via cavo TNT - USA
Voto: 7
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Intraprendente
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Questa è la storia di come Microsoft e Apple si siano incontrate, scontrate e affrontate, partendo dalle rispettive fondazioni a opera di Bill Gates e Steve Jobs sino ad arrivare alla fine degli anni ‘90.
Cos’ha contraddistinto le identità di Jobs e Gates, le rispettive capacità di attrarre con il loro profondo fascino in merito a una visione avveniristica del mondo; l’indubbia capacità di saperci offrire quel che ognuno cercava e anche l’indubbia capacità di saper indurre nuovi desideri a una popolazione che nella prima metà dei ’70 non pensava di avere la necessità di impiegare il personal computer alla stregua di un normale elettrodomestico, ovvero come un microonde o un frigo; ma che oggi, invece, nell’era 2.0, per non dire 3.0, dell’informatica è ormai una realtà di fronte e alla portata di tutti, al punto dall’essere tagliati fuori dal mondo tecnologico nel breve volgere di un battito di ciglia.
Il film per la TV diretto da Marty Burke, basato sul romanzo di Freiberger e Swaine, diventa quindi un inno con narrazione in flashback, e circolare, a quello che siamo diventati oggi, ovvero vittime, protagonisti e schiavi, presenti rigorosamente inclusi, dell’uso dei media di nuova generazione.
Noah While, riesce a dipingere un credibile Steve Jobs con genio e schizofrenia annessa, meglio di quanto non sia riuscito in seguito a fare sul grande schermo Ashton Kutcher, in attesa di vedere in futuro Di Caprio nel medesimo ruolo.
Anthony Michael Hall, ex membro del brat pack degli ‘80ies, e qua quasi irriconoscibile, è altresì un Gates sordido e commercialmente spietato, incapace del genio del suo antagonista di Cupertino, ma decisamente più abile nei rapporti di affari; li affiancano amici fraterni e complici in affari, come Paul Allen, compagno di college di Gates; e Wozniak, compagno di studi di Jobs.
La storia finale è un inno all’intraprendenza dei ‘70ies fra garage tramutati in laboratori e uffici del New Mexico trasformati in camere da letto. Da vedere per conoscere meglio una storia che è arrivata a ampi passi sino a oggi ma che partì dal sogno di un folto gruppo di ragazzi della calda provincia made in USA.
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