Il signorino
Dopo “Io sono un gatto”, romanzo d’esordio, accolto molto favorevolmente dai lettori e dalla critica, Natsume Sōseki pubblica il suo secondo romanzo “Il signorino” (Bocchan, 1906), oggi edito dalla Neri Pozza, che ha già immesso sul mercato editoriale italiano diverse opere dell’autore.
La popolarità di questo romanzo è straordinaria, tanto da essere diventato in Giappone uno dei più letti.
Vi si racconta la prima esperienza lavorativa di un giovane insegnante di matematica, che viene mandato in una scuola di provincia lontano da Tokyo, sua città natale. Il tokyoita viene preso di mira dagli studenti, che lo canzonano e gli fanno scherzi, e – al contempo - si fa un’idea negativa degli insegnanti dell’istituto, che si dimostrano essere il contrario di come appaiono.
Il giovane affronta tutto con l’ingenuità e la rude sincerità che gli sono proprie.
Bocchan è l’appellativo affettuoso con cui Kiyo, la domestica di casa, si rivolge al protagonista. Ad ogni insegnante il signorino dà un soprannome, che ne evidenzia le caratteristiche, facendo sorridere il lettore.
Questo è il racconto più autobiografico di Sōseki, che esprime i propri sentimenti e pensieri per mezzo del signorino. L’autore dà voce alla sua prima esperienza come insegnante e alla prima volta che viveva lontano da casa, in un luogo che non fosse Tokyo. Il romanzo riflette i sentimenti e le sensazioni che quell’esperienza gli ha suscitato.
Ciò che Sōseki tratteggia egregiamente con un linguaggio lieve, ma riflessivo, è come il protagonista impara a riconoscere l’ipocrisia e la falsità delle persone a proprie spese.
Il signorino crede di aver capito il carattere dei colleghi da un primo incontro, ma si renderà conto di quanto sbagliasse con alcuni di loro. Prima di imparare la lezione e capire chi è sincero, il signorino dovrà mettere in discussione il proprio metro di giudizio. L’unica persona di cui si può fidare cecamente è Kiyo: del suo amore incondizionato e senza secondi fini, della sua autenticità in un mondo ingannevole.
Il Giappone è in una fase di passaggio dal vecchio al nuovo e di apertura, all’epoca in cui scrive Sōseki, e questo è motivo di corruzione degli antichi valori. L’autore avrà un rapporto di amore e odio con la cultura occidentale e la modernizzazione del Giappone (lo si scorge soprattutto nei primi romanzi).
Altra tematica sottolineata è quella del fare la cosa giusta: il signorino si indigna tutte le volte in cui si fa un torto a qualcuno, mostrando il suo disappunto quando un insegnante viene trasferito per il beneficio di terzi, per esempio.
I sentimenti del protagonista sono espressi con un candore e una genuinità che fanno presa immediatamente.
“Il signorino” è un romanzo che si legge in maniera spedita, le parole scorrono davanti agli occhi del lettore, appassionandosi ad ogni vicenda in cui si viene a trovare il giovane insegnante.
Sōseki regala situazioni simpatiche e coinvolgenti e con leggerezza mette in guardia tanto il protagonista quanto il lettore dalle ipocrisie nelle quali ci si può imbattere nel corso della vita. Ci sarà sempre qualcuno che tenterà di manipolare, ingannare, frodare il proprio simile, qualsiasi sia il posto in cui si vive.
Il signorino
Titolo originale: Bocchan
Autore: Natsume Sōseki
Traduzione: Antonietta Pastore
Casa editrice: Neri Pozza, 2007
Pagine: 160
Prezzo: € 14,50
Francesca Caruso
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