La casa della gioia
“La casa della gioia” (The House of Mirth, 1905) è uno dei più importati romanzi della scrittrice Edith Wharton e oggi la Neri Pozza ha pubblicato una nuova e appassionante edizione inserita nella collana ‘Le Grandi Scrittrici’.
Alla sua uscita il romanzo ottiene una calorosa accoglienza, portando una maggiore notorietà all’autrice.
Vi si racconta la storia di Lily Bart, cresciuta dalla madre nella convinzione che l’apparenza e il lusso siano tutto nella vita. A prendersi cura di lei - dopo essere diventata orfana – è la zia, Mrs Peniston. Lily ha fascino, bellezza e gusto e ambisce a sposare un uomo sfacciatamente ricco, che le permetta un’esistenza sfarzosa.
Il suo cuore nutre un sentimento contrastato per il giovane avvocato Lawrence Selden, il quale, però, ha modesti guadagni. Cerca, così, di conquistare il rampollo di una famiglia benestante, ma la situazione le sfugge di mano. Si indebita al gioco e si lascia aiutare da un uomo che in cambio vuole qualcosa che Lily non è disposta a dare. La sua discesa sarà rovinosa, ma quando gliene verrà data l’occasione manterrà un’integrità morale e una dignità senza pari.
Come molti romanzi di successo anche “La casa della gioia” ha lasciato il segno e ha avuto diversi adattamenti: teatrali, cinematografici e televisivi.
Nel 1906 è la stessa Edith Wharton, con Clyde Fitch, a scrivere l’adattamento teatrale. Nel 1918 viene realizzato il primo film (muto) ad opera del regista francese Albert Capellani, ritenuto purtroppo perduto. Nel 1956 e nel 1981 vengono prodotti due film per la televisione e, infine, nel 2000 esce un secondo film per il cinema, diretto da Terence Davies, con Gillian Anderson nei panni di Lily Bart.
La figura tratteggiata da Wharton è complessa e articolata e per questo ricca di fascino. Il lettore segue i suoi ragionamenti e comprende quanto sia lucida e consapevole nell’osservare ciò che però irresistibilmente l’attrae.
Per quando la giovane donna aneli a far parte del bel mondo, ne vede le sue bassezze e ipocrisie e, inconsciamente, sa che non fa per lei. In più di un’occasione mostra la sua gioia di vivere, la voglia e la necessità di essere libera dalle convenzioni e costrizioni di quel mondo, il desiderio di essere se stessa.
È combattuta tra i sentimenti che nutre per Selden e il doversi sposare per interesse. Rimane tutto il tempo sulla soglia, in bilico fra ciò che le suggerisce il cuore e ciò che la spinge a fare la ragione. L’orgoglio, poi, l’allontana dall’amore, ma la sua integrità e dignità non le permetteranno di smarrire se stessa, dimostrando quanto sia sempre stata una persona diversa dalle altre, in meglio.
Inoltre Wharton non tralascia di descrivere la ‘bella società’ – di cui anch’ella ha fatto parte – con tutti i suoi difetti. Sottolinea quanto sia considerata diversa la medesima situazione in cui si viene a trovare una donna o un uomo.
Le donne sono giudicate con molta più intransigenza rispetto a un uomo, di fronte al medesimo errore e questo accadeva allora quanto oggi. Molti degli aspetti presi in considerazione da Edith Wharton sono indiscutibilmente attuali.
“La casa della gioia” è scritto da una mano che conosce la materia trattata, sotto ogni punto di vista.
È appassionante e coinvolgente, toccante e affascinante. Le parole adoperate dalla scrittrice descrivono perfettamente ogni aspetto esteriore ed interiore. È un libro da scoprire o riscoprire. Piacerà!
La casa della gioia
Titolo originale: The House of Mirth
Autrice: Edith Wharton
Introduzione: Benedetta Bini
Traduzione: Gaja Cenciarelli
Casa editrice: Neri Pozza, 2014
Pagine: 446
Prezzo: € 12,90
Francesca Caruso
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