Far East Film Festival: una varietà di generi infinita |
|
|
|
Scritto da Francesca Caruso
|
domenica 27 aprile 2014 |
Far East Film Festival: una varietà di generi infinita
La kermesse asiatica prosegue il cammino appena iniziato con una serie di pellicole che hanno catturato l'attenzione del pubblico fin dalla prima proiezione mattutina.
Sabato 26 aprile è stata una giornata che ha visto scendere in campo l'opera prima di Guo Jingming "Tiny Times 1", commedia romantica con la moda a farle da sfondo e a strapparle la scena in alcune situazioni. Questa frizzante commedia deve molto a "Il diavolo veste prada", richiamata in più di un'occasione nelle azioni e reazioni della protagonista principale e in diversi risvolti della storia (soprattutto all'inizio).
Lo spettatore fa la conoscenza di una giovane donna che veste in maniera casual e non usa i tacchi - e quando ci prova cade rovinosamente a terra - ma in "Tiny Times 1" sono delle qualità positive che determineranno il suo futuro come assistente del direttore della rivista 'Me'.
Non manca un accenno a "Sex and the City" con le quattro figure principali, amiche per la pelle, che condividono gioie e dolori e si aiutano vicendevolmente.
Quello di Guo Jingming è uno sguardo alle giovani donne di oggi e al loro inserimento lavorativo. Sono giovani donne entusiaste, non prive di insicurezze, fragilità, ma con tanta voglia di fare e dimostrare quanto valgono.
"Be My Baby", il dramma amoroso di One Hitoshi, vede 5 ragazzi e 4 ragazze alle prese con l'amore e il sesso.
Ognuno di loro è alla ricerca di quel qualcosa di speciale che li renda felici, ma il cammino intrapreso sembra portarli da tutt'altra parte.
I maschi - chi egoista, maschilista, traditore - si scontrano con l'arrendevolezza, l'essere assecondante o debole delle ragazze.
Tutti perdono qualcosa proprio nel momento in cui pensano di averla ottenuta, accomunati da un'incolmabile solitudine.
Un barlume di speranza lo si legge in Takashi e nella sua cotta per Kaori. La sua spontaneità promette di durare più di quella degli altri, persi in una città che li ha risucchiati.
Lo psichodramma "Soul" di Chung Mong-hong porta lo spettatore su un piano destabilizzante: omici efferati commessi da un'insospettabile figura - immersi in un'atmosfera atemporale - mette i brividi. Eppure in questo scenario il regista abilmente introduce elementi lirici e ricchi di pathos, che fanno dimenticare per brevi ma intensi attimi dove ci si trova.
Questa sera - domenica 27 aprile alle 20:10 - sarà proiettato "The Raid 2: Berandal" di Gareth Huw Evans, che dopo il successo del primo film, promette un alto tasso adrenalinico ai suoi spettatori.
E' ancora Far East, prosegue ancora la bruciante passione per il cinema asiatico ad Udine.
Francesca Caruso
|