Festival di Cannes 2013, i vincitori
Il Festival di Cannes 2013 arriva al capolinea con i vincitori di questa 66. edizione. E la Palma d’oro quest’anno si tinge di blu, grazie al titolo internazionale di La Vie d’Adèle, Blue is the warmest colour.
Un trionfo per il capolavoro assoluto del concorso di quest’anno: chi pensava che Steven Spielberg non avrebbe premiato una storia gay si sbagliava di grosso.
Oltre ad essere il re di Hollywood, Spielberg è un cinefilo, un uomo di buon gusto, un democratico. Quindi un grandissimo Presidente. Che ha pure il potere si sovvertire le regole: la Palma vale per tre, perché viene assegnata al regista Abdellatif Kechiche e pure alle due interpreti, Lea Seydoux e Adele Exarchopoulos. Il Lumiere è in delirio, la sala stampa applaude.
Ineccepibile anche il Gran Premio della Giuria assegnato al magnifico Inside Llewyn Davis dei fratelli Coen. Possiamo confermare che i primi due premi sono stati assegnati ai due film più belli del concorso. A ritirare il Gran Premio non ci sono Joel ed Ethan, ma arriva il loro bravissimo attore Oscar Isaac. Oscar: here it comes! Il Premio della Giuria viene assegnato anche ad un film bellissimo, e che non poteva non colpire Spielberg: il toccante Like Father Like Son di Hirokazu Kore-eda.
Sta già facendo molto discutere la Palma al miglior regista, andata ad Amat Escalante per Heli. E in sala stampa ci si chiede perché non Paolo Sorrentino, che torna a casa a mani vuote. La risposta è ovvia: lo stile di Heli e de La Grande Bellezza sono davvero agli antipodi. Uno è rigoroso ed asciutto, l’altro abbondante e pieno di orpelli. Uno può preferire o il primo o il secondo, insomma. Ma per molti Sorrentino va ad unirsi ai “grandi incompresi” di Cannes, come l’altr’anno fu per il Leos Carax di Holy Motors.
Il secondo orientale in concorso, A Touch of Sin, viene premiato per la miglior sceneggiatura: suona come una consolazione per Jia Zhang-ke, che comunque non torna in patria a mani vuote. Due annotazioni: il premio alla sceneggiatura è stato probabilmente assegnato perché si tratta di un film ad episodi. E poi finalmente ci sono due grandi film orientali in competizione, entrambi apprezzati e premiati.
La bravissima Bérénice Bejo di The Past vince il premio come miglior attrice. La Bejo è sorpresissima, ma la sua interpretazione merita davvero, e dopo la Palma a Kechiche e l’impossibilità di abbinarla al premio per le attrici sembrava l’unica scelta possibile. Più a sorpresa arriva il premio per il seppur ottimo Bruce Dern, co-protagonista di Nebraska. L’attore non è presente in sala, e a ritirare il suo premio c’è Payne. Dern batte i favoriti Toni Servillo e il Michael Douglas di Behind the Candelabra. La Giuria non ha così premiato l’ultimo lavoro di Soderbergh prima della pausa.
Curiosità: La Vie d’Adèle è il primo film a tematica gay che vince la Palma d’oro. La vittoria arriva poco dopo che Camera e Senato francese hanno detto sì ai matrimoni gay, e nel momento in cui per questo motivo c’è una tensione nel paese non da poco. Questa volta il cinema batte la realtà.
Vi lasciamo con il riepilogo dei premi della selezione ufficiale. Si chiude una grande edizione del Festival di Cannes
Tutti i premi:
Palma d’Oro al miglior film: La Vie d’Adèle - Abdellatif Kechiche
Grand Prix Speciale della Giuria: Inside Llewyn Davis - Fratelli Coen
Prix d’interprétation féminine (migliore attrice): Bérénice Bejo - The Past
Prix d’interprétation masculine (miglior attore): Bruce Dern - Nebraska
Prix de la mise en scène (miglior regista): Amat Escalante per Heli
Prix du scénario (miglior sceneggiatore): Jia Zhang-ke - A Touch of Sin
Premio della giuria: Like Father Like Son - Hirokazu Kore-eda
Camera d’Or (miglior opera prima di tutte le sezioni): Ilo Ilo - Anthony Chen [Quinzaine]
Palma d’oro al miglior cortometraggio: Safe - Moon Byung-gon
Menzioni speciali: Whale Valley - Gudmundur Arnar Gudmundsson e Adriano Valerio - 37°4 S
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