Drammatico
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Scritto da Federico Albani
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lunedì 15 gennaio 2007 |
I Segreti di Brokeback Mountain
Brokeback Mountain
durata: 110'
video: 1,85:1 formato widescreen anamorfico 16/9
audio: Italiano (Dolby Digital 5.1), Inglese (Dolby Surround 2.0)
sottotitoli: Italiano
extra [*sottotitolati in italiano] : Menù interattivi, Accesso diretto
alle scene, Intervista al regista Ang Lee e al protagonista Jake
Gyllenhaal*, Trailer
custodia: amaray
produzione: 01 H.E.
Molto piacevole la resa video di questo dvd che riesce a valorizzare gli splendidi paesaggi delle riprese e le
incantevoli inquadrature del regista grazie al formato widescreen. Una
fotografia molto naturale viene riproposta al meglio dal supporto, con
buoni valori di luminosità e contrasto ed una resa cromatica
convincente. Questi aspetti positivi non vengono meno neppure nelle
scene più scure in cui il risultato si attesta sempre su livelli
discreti.
La definizione dell'immagine è buona nei primi piani, non altrettanto
sui fondali che lasciano anche intravedere qualche difetto causato
dalla compressione.
Il film poggia su dialoghi e musiche molto essenziali e quindi anche la
traccia sonora non può sfruttare il potenziale dell'audio multicanale
come in altre occasioni. Il risultato complessivo consente comunque una
visione confortevole, collocando lo spettatore in un ambiente sonoro
ben calibrato e bilanciato nelle sue componenti costitutive.
Gli extra risultano decisamente deboli rispetto all'edizione americana
di questo film: l'unico contenuto speciale è una intervista tratta dal
canale tematico Coming Soon TV - abbastanza scontata nello sviluppo e
nei temi - che vede come protagonisti il regista Ang Lee ed il giovane
attore Jake Gyllenhaal.
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Fantasy
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Scritto da Emanuele Martini
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lunedì 15 gennaio 2007 |
I fratelli Grimm e l'incantevole strega
USA: 2005. Regia di: Terry Gilliam Genere: Fantasy Durata: 120'
Interpreti: Monica Bellucci, Matt Damon, Lena Headey, Jonathan Pryce, Peter Stormare
Recensione di: Emanuele Martini
Un film alla Burton, purtroppo non di Tim.
Il chiacchierato kolossal di Gilliam su quei sbruffoni autori di favole arriva a destinazione con ritardo.
Bravi e pronti a tutto Matt Damon ed Heath Ledger sono i due ragazzacci che fanno leva sulla buona fede dei paesani tedeschi.
Un incantesimo con antica maledizione metterà alla prova i nervi di gruppo con il look gossip di Bellucci-strega.
Nella foresta incantata, ospiti Cappuccetto Rosso ed altre star, si insinua un film fantasioso.
Ma l'autore, frenato, non decide lo stile. La fiaba resta a metà strada per tutti.
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Horror
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Scritto da Stefano Solinas
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lunedì 15 gennaio 2007 |
Il labirinto del fauno
Titolo originale: Pan's Labyrinth
USA Messico Spagna: 2006. Regia di: Guillermo del Toro Genere: Horror Durata: 112'
Interpreti: Ivana Baquero, Doug Jones, Sergi López, Ariadna Gil, Maribel Verdú
Recensione di: Stefano Solinas
Ultimo film in competizione, El Labirinto del Fauno del messicano
Guillermo del Toro ha chiuso di fatto il 59° Festival di Cannes
all'insegna del politicamente corretto e degli effetti speciali.
Ambientato nella Spagna del 1944, il regista affida a un gruppo di
partigiani repubblicani superstiti il compito di far vincere, sullo
schermo, quella guerra civile persa, nella realtà, cinque anni prima.
Perché la vittoria sia anche morale, fa del franchismo, ovvero del
fascismo, il concentrato puro e semplice dell'orrore e affida a una
bambina il ruolo di vittima sacrificale.
Alla fine, insomma, il Bene Trionfa, il Male è sconfitto e l'eroina della storia muore felice. Oscillante fra realismo e fantasy, El Labirinto del Fauno marcia su due
piani paralleli, alternando il gotico-horror con cui viene raccontato
l'immaginario universo infantile della piccola Ofelia, al crudo
realismo con cui viene descritto il regime militare di Franco, un
concentrato di torture, esecuzioni sommarie, istinto di sopraffazione.
Visionario e molto bravo nel dare vita alla fantasia della bambina,
orfana di padre e con una madre risposatasi con un fanatico capitano da
cui attende un figlio, è sull'altro versante che El Labirinto del Fauno
fallisce, scontato com'è nella caratterizzazione e nei ruoli.
È una favola per adulti» spiega del Toro, «perché ai miei occhi il
fascismo è innanzitutto una forma di perversione dell'innocenza, e
quindi dell'infanzia.
Rappresenta la morte dell'anima, n quanto spinge a scelte dolorose e
lascia tracce indelebili su chi le vive. Così, il vero "mostro" del mio
film è proprio il capitano Vidal, un mostro reale rispetto a quelli che
Ofelia con la sua fantasia incontra nel labirinto».
L'elemento gotico-fantastico della pellicola si basa sulla
trasposizione cinematografica delle immagini del disegnatore Arthur
Rackman, create apposta per l'occasione, e per quanto il regista non
abbia mai avuto, per sua stessa ammissione, l'intenzione di fare un
film unicamente legato al genere fantasy, è proprio questo che alla
fine resta nella mente dello spettatore.
Nella parte del capitano Vidal Sergi Lopez è una carogna più che
convincente, ma è l'undicenne Ivana Baquero la rivelazione del
Labirinto del Fauno, una ragazzina sperduta e a disagio nel crudele
mondo dei grandi, troppo fragile rispetto a ciò che la circonda, eppure
testardamente decisa a difendere il regno fatato che si è scelto come
proprio rifugio.
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Cult Movie Sci-fi
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Scritto da Maurizio Carità
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lunedì 15 gennaio 2007 |
Il
mostro della laguna nera DVD
Creature from the Black Lagoon
USA: 1954. Regia di: Jack Arnold Genere: Fantascienza Durata:
79'
Interpreti: Richard Carlson, Julie Adams, Richard Denning, Antonio Moreno,
Nestor Paiva
Recensione di: Maurizio Carità
Classic-Cult degli anni '50 questo film fù anche l'icona di riferimento
di tutti quei monster-movies che ,dopo di esso, dilagarono nei Drive-In
americani.
Una spedizione si reca in Amazzonia per alcuni studi
scientifici e per comprendere il perché della scomparsa di un
precedente gruppo esplorativo. Dopo essersi accampati in una zona
lagunare i "nostri" vedreanno il loro soggiorno funestato da sinistre
sparizioni. Il colpevole è un mostruoso essere parte umano e parte
anfibio che li' vive e che non ama gli intrusi. Una bella scienziata
finirà nelle mire del mostro e solo l'intervento dell'eroico belloccio
potrà salvar la giovane dalle grinfie dell'uomo-anfibio. Diretto da
Jack Arnold ,nel 1954, il film fù un sorprendente successo commerciale.
Lo stesso Arnold ,che ne diresse uno dei due seguiti, legò
temporaneamente il suo nome e la sua carriera registica ai b-movies,
con assurde e mostruose creature, che furoreggiarono nelle sale fino ai
primi anni '60. Il fascino di questa pellicola è tutto legato alle
splendide riprese subacquee e all'ingenuità della storia stessa.
Semplice e con una recitazione tipica di quegli anni "Il mostro della
laguna nera" pone il dilemma dell'impossibile amore fra la bella e la
bestia.
Lo spettatore si trova immerso in un'atmosfera avventuroso orrorifica ricreata con grande abilità.
Tale risultato è dovuto anche grazie all'uso del bianco e nero e dei
relativi giochi di luce e anche grazie all'ottima ambientazione.
Il mostro è artigianale ma al tempo stesso molto efficace nella
messinscena. Pare che l'attore che indossava la tuta da mostro più
volte fù costretto a sospendere le riprese poiché quest'ultima era
troppo pesante e gli impediva di respirare.
Eh già, anche questo accadeva ai tempi in cui il cinema era davvero
genuino, forse risibile se messo a confronto con la potenza dei
computer odierni, ma al tempo stesso carico d'uno stile che oggi è
andato perduto.
Ho provato malinconia ed infantile (nel senso di puro e semplice) divertimento nel
riguardare questo pezzo di storia nello schermo della mia televisione..
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Commedia
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Scritto da Francesco Bassi
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lunedì 15 gennaio 2007 |
Mi sono perso il Natale
USA: 2006. Regia di: Paul Feig Genere: Commedia Durata: 90'
Interpreti: Lewis Black, Wilmer Valderrama, Tyler James Williams, Dyllan Christopher
Recensione di: Francesco Bassi
Sono passati sedici anni da quando Macaulay Culkin perse l'aereo e, restato solo in casa aspettando la mamma, ne combinò di cotte e di crude. Da allora (ma anche da prima) fu chiaro a tutti che lasciare dei ragazzini senza adulti durante le feste natalizie sarebbe stato come accendere il phon mentre ci si fa la doccia. Insomma, un rischio altissimo per chiunque si trovi nelle vicinanze.
Così capita per cinque giovani dai 15 anni in giù che rimangono bloccati in aeroporto causa tempesta. Sono tutti figli di separati e devono raggiungere "l'atro" genitore e viaggiano quindi non accompagnati. Avere l'aeroporto a disposizione però si rivela un'occasione da non perdere, anche perché come diceva il comico statunitense Peter Willforth: "Tutto è relativo: ad esempio, il Natale senza tacchino é una cosa triste, ma non per il tacchino".
Prevedibilissima commedia natalizia realizzata per un target di pubblico dai 6 anni in su, il film del comico Paul Feig (chi vedeva la serie televisiva "Sabrina, la strega" potrebbe ricordarselo: era Mister Poll) ha comunque qualche aspetto interessante. Se come al solito il tema dominante di qualsiasi film natalizio è la famiglia, ad essere rappresentata qui è solo quella "separata". E questo perché giusto o sbagliato che sia, la realtà è soprattutto questa. Ecco quindi che è l'affetto, l'amore in senso stretto a dover fare da collante, come quello di un padre che si fa centinaia di kilometri con una vecchia macchina a basso "inquinamento" in mezzo alla neve pur di non lasciare soli i figli il 25 Dicembre, anche se loro non se lo aspettano. Ecco quindi il finale tradizionale comunque commuovente, e l'incapacità nel parlare male di un film che per quanto sia sostanzialmente noioso, fa uscire dal cinema un poco più buoni. Giusto il tempo di rimettersi al volante e arrabbiarsi col primo che aspetta troppi secondi davanti ad un verde prima di ripartire.
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