Per migliorare la tua navigazione su questo sito, utilizziamo cookies che ci permettono di riconoscerti. Scorrendo questo sito o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'utilizzo di cookies.Informativa
Runner, runner (Runner, runner) USA 2013 Regia di: Brad Furman Genere: Azione Durata: 91' Cast: Ben Affleck, Justine Timberlake, Gemma Artenton, Antony Mackie, Oliver Cooper, Christian Gorge.
Nelle sale dal: 24/10/2013 Recensione di: Ciro Andreotti Voto: 5 L'aggettivo ideale:Aninimo...
Soggetto e sceneggiatura: Brian Koppelman, David Levien
Richie Frust, ambizioso studente di Princeton, per potersi pagare la retta universitaria spinge i suoi compagni di college verso portali di poker on line a fronte di pagamenti da parte di questi ultimi.
Una volta scoperto e messo all’angolo dal rettore del college, Richie si trova costretto a giocare online tutto il suo capitale per poter pagare le ultime tasse universitarie.
Sconfitto da un avversario che suppone sia un baro, Richie decide di andare in Costa Rica per incontrare Ivan Block, proprietario del portale e domandargli il rimborso dei soldi persi.
Pellicola trascurabile firmata da Brad Furman che dopo una carriera passata a firmare corti, sceneggiature e videoclip, torna dietro la macchina da presa per portare in scena l’amicizia e il conflitto fra due sex symbol - il film piacerà forse al pubblico femminile - come Ben Affleck, nella parte di un ricco affarista in odore di arresto e reduce dalla trionfale notte degli Oscar per Argo, premiato con tre statuette; e Justin Timberlake, nel ruolo di un ragazzo brillante ma senza denari, figlio di un giocatore di poker ostracizzato da qualunque casinò degli States e che in Ivan Block troverà un mentore e un amico, oltre che una fonte di denaro potenzialmente infinita ma non certo la risposta ai suoi interrogativi esistenziali riguardanti il rapporto con il padre e il proprio futuro.
Non basta neppure la presenza della splendida Gemma Artenton, ovviamente in perenne bilico fra i due coprotagonisti, come si conviene alla più scontata delle sinossi, a giustificare una sceneggiatura e un film che a parte location paradisiache non offre molto nemmeno agli amanti del tavolo verde e del poker in particolare, lambito solo marginalmente nella trama e citato nel titolo causa la mano vincente omonima.
Il fuoco della vendetta (Out of the furnace) USA, UK, 2013 Regia di: Scott Cooper Genere: Drammatico Durata: 116' Cast: Casey Affleck, Christian Slater, Woody Harrelson, Wilem Defoe, Forrest Whitaker, Carl Clemons.
Nelle sale dal: 12/11/2013 Recensione di: Ciro Andreotti Voto: 7 L'aggettivo ideale:Profondo...
Soggetto e sceneggiatura: Scott Cooper, Brad Ingelsby
A Braddock, in Pennsylvania, una piccola comunità rurale che vive all’ombra di una grande acciaieria, vivono Rodney, militare distaccato in Iraq e con numerosi debiti di gioco, e suo fratello Russell, operaio come il padre e fidanzato con Lena.
Tutto pare scorrere normalmente fino a quando Russell non viene incriminato per omicidio stradale.
Due fratelli differenti per trascorsi, l’operaio e mite Russ e il nervoso Rodney, soldato reduce da quattro missioni in Iraq che lo hanno irrimediabilmente segnato, attraversano la piccola comunità di Braddock, uno dei mille paesi lungo le strade degli States dove si vive all’ombra di una sola fonte di sostentamento, l’acciaieria locale, e dove la vita scorre lenta come se si fosse perennemente immersi in un tempo sospeso.
I fratelli Baze sono le due facce della stessa medaglia al punto che tutto quello che parrebbe immutabile può cambiare da un momento all’altro e alla fine le sorti dell’uno diventano la maledizione dell’altro fino a uscire da quella fornace, traduzione letterale del titolo originale, in cerca di una vendetta che non può di certo pareggiare i conti ma che viene vissuta come liberatoria.
Cast spettacolare per una pellicola colpevolmente passata in sordina nelle nostre sale. Bale, e il minore dei fratelli Affleck, sanno offrire prove di primissimo livello e intensità, capaci di essere espressive anche solo grazie ai loro silenzi, così come Willem Defoe nel ruolo di un allibratore dal cuore troppo tenero e Woody Harrelson in quello di un organizzatore di incontri clandestini di lotta del tutto imprevedibile.
Completa il cast il mastodontico Forrest Whitaker, nel ruolo di un poliziotto zelante. Il film fa inevitabilmente correre la memoria a Il cacciatore, di Michael Cimino, causa la locale acciaieria, la passione ancestrale per la caccia agli animali selvatici e quel mondo che ruota intorno a quelle piccole comunità lontane dai centri di potere, ma dove si può respirare la parte più vera del grande mostro a stelle e strisce.
La seconda pellicola del regista e attore Scott Cooper, subentrato a Rupert Sanders poco prima dell’inizio delle riprese, non ha assolutamente l’ambizione di riuscire a replicare il successo di quella di Cimino, ma riesce comunque nell’impervio tentativo di trasformarsi in un thriller e in un dramma di grande spessore.
Tornare a vincere (The Way Back) USA 2020 Regia di: Gavin O'Connor Genere: Drammatico Durata: 135' Cast: Ben Affleck, Al Madrigal, Michaela Watkins, Janina Gavankar, Hayes MacArthur, Rachel Carpani, Malene Forte, Lukas Gage.
Nelle sale dal: Solo per il mercato Home Video Recensione di: Ciro Andreotti Voto: 5 L'aggettivo ideale:Scontato...
Soggetto:
Il quarantenne Jack Cunningham, operaio edile, divorziato ed ex stella del basket, viene contattato dal suo vecchio liceo per sostituire il coach della squadra di pallacanestro vittima di un improvviso attacco cardiaco. Jack dopo il liceo ha abbandonato il basket e per lui questa potrebbe essere un’occasione per un nuovo inizio.
Ben Affleck, esattamente come Jack Cunningham, cerca di trovare un nuovo inizio per una carriera composta da alcuni alti, l’Oscar per Will Hunting - Genio ribelle e il successo di Argo, e una vita alla deriva a seguito di divorzi, litigi continui con la bottiglia e flop al botteghino.
Il personaggio alcolista disegnato dalla sceneggiatura dello stesso Gavin O’Connor, a quattro mani con Brad Ingelsby, pare scritta su misura per fare da terapia per il suo amico attore già diretto nel recente passato.
Purtroppo la pellicola non regge all’urto di troppi argomenti posti sul fuoco trascinandosi con tutti i prodromi della storia piena di redenzione con molte cadute provenienti da un passato fatto di una carriera sportiva carica di successi e la fine nell’oblio di una vita fatta di fallimenti rovinosi, nonostante però la bravura dell’attore originario di Berkeley, e non Boston come molti pensano, sul finire ci si accorge come sia soprattutto la vita del protagonista che diviene centrale rispetto alla narrazione toccando numerosi nervi scoperti, come il rapporto con la moglie e la bottiglia, ma senza approfondirne alcuno.
Nulla aggiunge il rapporto instaurato solo superficialmente con i giovani membri della squadra di basket liceale, esattamente come il suo passato sportivo.
Da vedere solamente per assistere a una buona prova di Affleck senza affezionarsi però troppo alle vicende umane di mister Cunningham.
Death sentence – sentenza di morte (Death sentence) USA 2007 Regia di: James Wan Genere: Thriller Durata: 110' Cast: Kevin Bacon, Kelly Preston, John Goodman, Garrett Hedlund, Yorgo Constantine, Aisha Tyler, Matt O'Leary, Leigh Whannell, Jordan Garrett, Stuart Lafferty, Freddy Bouciegues.
Nelle sale dal: 09/07/2008 Recensione di: Ciro Andreotti Voto: 6,5 L'aggettivo ideale:Serrato...
Soggetto: liberamente ispirato al romanzo omonimo di Brian Garfield (1975)
L’assicuratore Nick Hume assiste all’omicidio del figlio per mano di una banda di criminali, riconosciuto il colpevole e fattolo arrestare, Nick si persuade dell’inefficienza del sistema giudiziario, che avrebbe inflitto una pena troppo lieve all’assassino, e per questo, durante il processo preliminare, preferisce farlo liberare per potersi vendicare in prima persona.
Se dalla descrizione appena letta avete riconosciuto una trama simile a Death Wish, in Italia meglio noto con il titolo Il giustiziere della notte, capofila di quattro sequel, un remake e una parodia, avete fatto centro.
Il regista James Wan, creatore della saga horror Saw rimaneggia il romanzo di Brian Garfield, sequel di Death Wish, e traveste Kevin Bacon in un uomo allo sbando dopo che il suo figlio maggiore rimane vittima di una rapina a un distributore.
Da quel momento l’escalation di violenza alla quale si assiste è prevedibile e scontata sin dalla negazione delle accuse al legittimo colpevole vissuta con pathos da parte di un Bacon che offre il suo corpo e la sua capacità d’immedesimazione in un ruolo che credevamo più idoneo ad attori ben più fisici ma che sembra calzargli a pennello.
Al netto della parentesi di utra violenza in stile arancia meccanica, la pellicola ha una trama serrata, lienare alla quale Wan aggiunge inevitabili spruzzate di sangue degne della sua esperienza in campo horror, e capace di srotolarsi sino alle sue ultime curve.
Cameo ‘criminale’ e prezioso di John Goodman. Bacon occupa la scena con la sua voglia di vendetta pericolosa proprio perchè ammantata di giustizia e pur sapendo che nulla sarà più come prima. Da vedere se avete amato Bronson.
Da vedere se avete ancora ‘sete di giustizia’.
L’uomo invisibile (The invisible man) USA 2020 Regia di: Leigh Whannell Genere: Fantascienza Durata: 115' Cast: Elisabeth Moss, Oliver Jackson-Cohen, Aldis Hodge, Michael Dorman, Storm Reid, Harriet Dyer, Amali Golden, Benedict Hardie, Zara Michales.
Nelle sale dal: 05/03/2020 Recensione di: Ciro Andreotti Voto: 6,5 L'aggettivo ideale:Moderno...
Soggetto: liberamente ispirato al romanzo omonimo di H.G. Wells
Cecilia, sposata da alcuni anni con un ricco scienziato, decide di scappare di casa dopo che suo marito Adrian l'ha resa vittima di un rapporto basato sulla sua mortificazione.
Ospitata da un amico, da sua figlia e aiutata da sua sorella Emily, la donna apprende che il marito, scosso dalla sua scomparsa, si è suicidato lasciandola erede di un'ingente fortuna riscuotibile a patto che non venga giudicata incapace d’intendere e di volere.
Da quel momento Cecilia inizia però ad avvertire delle strane presenze.
Il romanzo di H.G. Wells viene declinato in chiave moderna, come un horror psicologico che strizza entrambi gli occhi al tema sensibile del #metoo, facendo impersonare a Elizabeth Moss, reduce dal successo di Handmaid’s Tale, nuovamente i panni di una donna destinataria di soprusi ma non più generati da una società maschilista, come quella narrata nelle pagine del romanzo di Margaret Atwood, ma come vittima di un marito che ha saputo farsi odiare anche dal fratello, avvocato dedito alla lettura del suo testamento, anch’egli bersaglio di attacchi psicologici esattamente come la fragile Cecilia.
Anche in quest’ultima pellicola di Leigh Whannell c’è ancora molto horror, esattamente come le sue prove precedenti - non dimentichiamoci che il regista canadese è, assieme al regista James Wan, fra i creatori della saga di SAW - ma questa volta declinata come un incubo in bilico fra le paure dei propri errori passati e il terreno bruciato che si può creare attorno a una persona della quale non si riescono a giudicare i comportamenti.
Elizabeth Moss riesce nel frattempo a dominare la scena creando un nuovo personaggio solitario, carico di altrettanto pathos che si dipana dalla sua figura minuta, e che si muove all’interno di una società che sembra ostracizzarla perché capace di dire basta a un rapporto malsano ma dal quale ha potuto ricavare un chiaro beneficio economico.
Successo possibile al botteghino, frenato solamente dalla pandemia nelle quale è avvolto il nostro pianeta.
Pellicola vincente sotto ogni punto di vista, da quello horror fino ad arrivare alle evidenti implicazioni psicologiche, e per la quale non s’esclude un possibile sequel.
Cinemalia Recensioni Film e Dvd 2007-2021 - All Rights Reserved - Vietata la riproduzione anche parziale senza l'espressa autorizzazione dei singoli autori -
www.cinemalia.it in collaborazione con Film, che passione!
Per la tua pubblicità su Cinemalia contattaci a: info@cinemalia.it
Per migliorare la tua navigazione su questo sito, utilizziamo cookies che ci permettono di riconoscerti. Utilizzando questo sito, acconsenti all'utilizzo di cookies.
Informativa