Better Call Saul
Che Breaking Bad sia sicuramente una delle serie TV di maggior successo degli ultimi tempi è una realtà a tutti gli effetti.
Sia perché ha convinto anche gli scettici più indefessi del “sempre il solito polpettone americanizzato” ricredutesi subito dopo la prima puntata, sia anche perché la critica ha sempre mosso commenti e opinioni brillanti sul cast, sulla storia e gli interpreti, parti fondamentali della serie. Non potremmo immaginare un altro Walter White/Heisenberg senza il volto di Bryan Cranston. Ed è grazie a Breaking Bad e al suo mondo che abbiamo avuto modo di poter capire che anche le serie televisive hanno una dignità narrativa di assoluto rispetto.
Anche BB, come del resto molte altre serie, è stata vittima del temutissimo e terrificante “SPIN/OFF”. Lo spin /off, tradotto letteralmente significa “derivato”, ed è da sempre al centro di innumerevoli discussioni. Da Angel nato da Buffy – L’ammazzavampiri, gli innumerevoli C.S.I., Torchwood da Doctor Who e via dicendo, spesso tali prodotti non rispecchiano la realtà o il carico storia/emozione/personaggi del suo punto d’inizio: basti ricordare a tal proposito il colossale flop dello sventurato Joey ( basato sull’omonimo ed esilarante protagonista di Friends); l’esperimento dimostrò che il personaggio da solo non era in grado di reggere una serie tv e venne cancellato dopo nemmeno una stagione.
Ma la scelta del creatore Vince Gilligan di dare vita a uno spin-off sfruttando la crescente popolarità di uno dei comprimari più amati, l’avvocato della mala Saul Goodman (Bob Odenkirk), è risultato essere un vero colpo da maestro. L’8 febbraio 2015 sulla rete statunitense via cavo AMC, l’episodio pilota ha registrato ascolti senza precedenti.
Questa è la storia di James McGill, non è ancora l’avvocato Saul Goodman dalla morale disinvolta, il prestigiatore che usa la Legge come strumento di scena per far apparire o scomparire colpe, reati e crimini; non è ancora la fonte inesauribile di tizi che conoscono tizi che per la giusta cifra sono guarda caso proprio le persone che fanno al caso tuo. James McGill è un avvocato in prossimità della bancarotta, con una spiccata predisposizione nell’orchestrare raggiri pur di procurarsi un onesto lavoro, un paradosso che già mette in luce la sua naturale propensione a piegare etica e deontologia professionale per convenienza, ma James McGill è ancora un uomo con remore morali etica ed un senso del dovere, soprattutto nei confronti del fratello maggiore Chuck, avvocato anche lui, ma di enorme prestigio e successo.
L’inizio della serie ci fa rivedere Mike Ehrmantraut, che pian piano apre degli spiragli sulla sua misteriosa vita in BB e, soprattutto, lo psicopatico narco boss Tuco Salamanca, punto focale nella storia personale di Jimmy.
Ma il vero plauso va a Bob Odenkirk, perché è lui a portare sulle spalle l’intero peso delle prime due puntate, cancellando dalla nostra mente la visione di Saul che avevamo in BB, e dando vita a Jimmy, riuscendo a giostrarsi tra il volto comico e quello drammatico, e rappresentando sia l’insicurezza che la frustrazione di un uomo il quale, anche dinnanzi al pericolo più grande, anche davanti la morte stessa, riesce a prevalere sempre sulla situazione, usando il suo più grande potere: la parola.
Da qui, proprio da questo punto, dal potere datogli dalla parola stessa, assisteremo alla trasformazione da Jimmy “Scivolone” in Saul Goodman.
La prima stagione si è da poco conclusa, riscuotendo esiti positivi ed è di questi giorni la conferma che una seconda stagione è già in via di sviluppo ed è prevista per il 2016.
Per citare Jimmy in una scena della seconda puntata ormai entrata nell’immaginario collettivo: “It’s… showtime!”.
Antonino Fazio
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