American Psycho
Titolo originale: American Psycho
USA, Canada: 2000. Regia di: Mary Harron Genere: Thriller Durata: 101'
Interpreti: Christian Bale, Willem Dafoe, Jared Leto, Josh Lucas, Samantha Mathis, Chloë Sevigny, Reese Witherspoon
Sito web: www.americanpsycho.com
Nelle sale dal: 21/05/2001
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Dario Carta
Patrick Bateman,(Christian Bale),è un ricco ed affascinante broker di New York,alloggiato in un esclusivo appartamento della Upper West Side,molto attivo nell'ambiente mondano dei giovani yuppies,che trovano in Wall Street fertile terreno per una rapida ascesa nella carriera in borsa.
Bateman lavora nella società di relazioni finanziarie del padre,ma la sua attenzione è rivolta,con risvolti parossistici,alla cura della propria persona,all'immagine che intende fornire di sè stesso e a tutto quanto possa contribuire a riflettere un aspetto che Patrick ritiene essenziale ed estremo e che traduce un ego smisurato.
Il suo forzato contegno diurno,si rompe di notte in un esplosione di folle violenza,che conduce il broker a seviziare ed uccidere con devastante crudeltà e ferocia.
Bene impostate,le immagini in apertura offrono una schietta immagine del protagonista,sia quando partecipa alla sofisticata cena nei termini della nouvelle cuisine,in quel tempo in piena fioritura,sia quando,in seguito,chiude la serata nella discoteca,ove palesa,ma solo nel suo immaginario,le proprie intenzioni nei confronti della cameriera che lo serve al bar.
La regista e sceneggiatrice Mary Harron non ha perso tempo a delineare il profilo di Bateman,lasciando allo spettatore la libertà di mettere a fuoco la sua personalità,liberamente e con i pochi tratti messi a disposizione,prima ancora di passare alla presentazione vera e propria,in prima persona.
Allora Patrick si presenta,lasciando la propria voce proclamare la sua stessa identità,dove abita e in cosa crede più profondamente,creando subito una contraddizione derivante dalla profonda dedizione ai propri valori e la inconsistenza più deprimente degli stessi.
Quasi con caratteristiche e conoscienza femminile,Bateman descrive in termini di precisa ossessione,il suo rito quotidiano,al risveglio,i prodotti che si applica sul corpo e l'attenzione prestata ad ogni particolare del proprio fisico.
Una cura estrema che sublima in una follia rivelata nell'atto della rimozione della maschera estetica con le parole:"...la verità è che io non sono lì."
Ogni indizio seminato nelle scene che seguono ha la proprietà di confermare la personalità del broker,senza concedere permessi a dubbi o esprimere incertezze.
Personaggio ed ambiente,si fondono nel creare un palcoscenico inquietante,ove le figure si muovono come uomini vuoti e senza anima,privi di amore e nella totale assenza della volontà e responsabilità di una concreta esistenza.
Rivelatore,è il breve colloquio che vede Bateman e la sua "presunta fidanzata",(sic),affrontare il discorso di un eventuale matrimonio.
L'incontro non concede ne' gioia ne' speranza,ne' vita,ne' trepidazione e viene brevemente liquidato in tono arido e spiccio con argomenti di incresciosa miseria umana.
Come le croci infisse in un itinerario di morte e sconfitta su un campo di battaglia,gli indizi che delineano la disfatta dei valori reali di un uomo adulto,si conficcano nella trama,lasciando un senso di surreale incredulità negli animi,nell'assistere al naufragio dei talenti di un uomo,nelle basse acque di una vuota esistenza.
Fitti e decisi,gli episodi che intrecciano il tessuto della trama,si susseguono l'uno presso l'altro,quasi senza soluzione di continuità,conferendo al racconto una vibrante dinamica,senza caduta di gusto o tensione.
Non passa certo inosservato il confronto fra i broker,con i rispettivi biglietti da visita,raffinati nella carta,colori,caratteri,quasi che la realtà di coloro che rappresentano,trovi dimora nelle due sole dimensioni di un foglietto.
Ma anche questa è una carta ben giocata,perchè insiste,con opportunità mirata,sulla superfluità distorta dal filtro dell'ossessione.
Realtà e finzione,omicidio e follia,inganno e delirio,si mescolano in questo bel psico-thriller,tessuto con buona regia e confezionato da una convincente sceneggiatura,bagnata di violenza e di sangue e dalla sorda eco dell'alienazione mentale.
L'orrore per gli omicidi,peraltro mai raffigurati ma lasciati all'immaginazione dello spettatore,lascia il posto alla più tagliente inquietudine di fronte alla devastata demenza di un uomo sull'orlo dell'abisso della pazzia.
Christian Bale scolpisce nei particolari il suo personaggio e ne tratteggia con funzionalità i contorni fisici e la depravazione psicologica.
Esasperato e nevrotico al punto giusto,l'attore è capace di fornirci in un'ora e mezzo di film,la follia di una mente,descritta in circa 500 pagine di libro.
Justin Theroux,("Inland Empire" 2006,"Miami Vice" 2006,"Mullholland Drive" 2001),e Josh Lucas,("A Beautiful Mind" "Hulk","Poseidon"),appaiono come efficace contorno,a definire il quadro di una realtà quotidiana di quel ceto sociale in quegli anni.
Vale la pena di annotarsi,come personale motivo di gusto,i movimenti di archi inseriti nella colonna sonora,come inconfondibile strizzata d'occhio ai film di Hitchcock.
Tratto dal controverso bestseller "American Psycho",di Brest Easton Ellis,l'omonima pellicola descrive,in una beffarda satira sociale,un'ossessione che avvolge una nera esistenza invischiandola in una tela di nullità e di morte,senza speranza di redenzione e ravvedimento.
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